E il passaggio dall'egoismo all'amore, dalla morte alla resurrezione: è la pasqua, il passaggio del Signore, ma anche il passaggio da una terra di schiavitù a una terra promessa, quella della liberazione interiore.
La comunità non è coabitazione, perché questo è una caserma o un albergo. Non è una squadra di lavoro e ancor meno un nido di vipere!
E quel luogo in cui ciascuno, o piuttosto la maggioranza (bisogna essere realisti!) sta emergendo dalle tenebre dell'egoismo alla luce dell'amore vero.
E quel luogo in cui ciascuno, o piuttosto la maggioranza (bisogna essere realisti!) sta emergendo dalle tenebre dell'egoismo alla luce dell'amore vero.
L'amore non è né sentimentale né un'emozione passeggera.
E' una attenzione all'altro che a poco a poco diviene impegno, riconoscimento di un legame, di un'appartenenza vicendevole.
E' ascoltare l'altro mettersi al suo posto, capirlo, interessarsene.
E' rispondere alla sua chiamata e ai suoi bisogni più profondi.
E' compatirlo, soffrire con lui, piangere quando piange, rallegrarsi quando si rallegra.
Amare vuol dire anche essere felici quando l'altro è lì, tristi quando è assente; è restare vicendevolmente uno nell'altro, prendendo rifugio uno nell' altro. "L'amore è una potenza unificatrice", dice Dionigi l'Areopagita.
E' una attenzione all'altro che a poco a poco diviene impegno, riconoscimento di un legame, di un'appartenenza vicendevole.
E' ascoltare l'altro mettersi al suo posto, capirlo, interessarsene.
E' rispondere alla sua chiamata e ai suoi bisogni più profondi.
E' compatirlo, soffrire con lui, piangere quando piange, rallegrarsi quando si rallegra.
Amare vuol dire anche essere felici quando l'altro è lì, tristi quando è assente; è restare vicendevolmente uno nell'altro, prendendo rifugio uno nell' altro. "L'amore è una potenza unificatrice", dice Dionigi l'Areopagita.
Se l'amore è essere teso verso l'altro, è anche e soprattutto tendere entrambi verso le stesse realtà; è sperare e volere le stesse cose; è partecipare della stessa visione, dello stesso ideale.
- Jean Vanier -
Fonte: “ La comunità luogo del perdono e della festa”
Quando devi fare un muro di pietre, devi prenderle una
per una e lavorarle per bene. Se riesci a squadrarle bene, ci vuole meno calce
per farle combaciare.
La calce che ci tiene insieme è la carità.
Se ognuno rimane con gli spigoli che ha, ci vuole molta più calce per tenerci insieme. Se lavoriamo su noi stessi cercando di smussare gli spigoli, ci vuole meno fatica per farci stare uniti.
Se ognuno rimane con gli spigoli che ha, ci vuole molta più calce per tenerci insieme. Se lavoriamo su noi stessi cercando di smussare gli spigoli, ci vuole meno fatica per farci stare uniti.
"Carissimi, stringendovi a Cristo, pietra viva,
rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite
impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale."
(1 Pt 2,4-5)
Una volta ho sentito un detto bello: "Non c'è santo
senza passato, e non c'è peccatore senza futuro!". La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in
cammino, che seguono il Signore, bisognosi del suo perdono.
- Papa
Francesco -
Udienza generale del 13 aprile 2016
Buona giornata a tutti. :-)
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