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venerdì 4 febbraio 2022

La bufala del giorno: L’incredibile profezia di Clive Staples Lewis, l’autore delle “Cronache di Narnia”

L’incredibile profezia di Clive Staples Lewis, l’autore delle “Cronache di Narnia”, tratta dal libro “Lettere di Berlicche”, pubblicato nel 1942.

L’autore parla col diavolo. Domanda: «Come hai fatto a portare così tante anime all’inferno, in quel momento?». Risposta: «Con la paura; strategia eccellente, vecchia ma sempre attuale». Ma di cosa avevano paura? Di essere torturati? Delle guerre? Di morire di fame? No, risponde il diavolo: «Era la paura di ammalarsi». Poi infatti si sono ammalati, e sono morti. E non c’era una cura, per quelle malattie? «Sì, che c’era». 

Allora non capisco, si arrende l’autore. «Visto che nessuno gli ha insegnato che la vita e la morte fossero eterne – risponde il diavolo – loro pensavano di avere una sola vita, e cercavano di conservarla anche a costo di perdere tutti i sentimenti più preziosi». E così «non si abbracciavano, non si salutavano, non hanno avuto contatti umani per giorni. Hanno finito i loro soldi (hanno perso il lavoro, hanno finito i risparmi), ma si sentivano fortunati, malgrado tutto», avendo perso «anche la loro intelligenza: una volta la stampa diceva una cosa, e il giorno dopo diceva la cosa opposta, ma loro hanno creduto a tutto». 

Ride, il diavolo, al pensiero della fine della loro libertà: «Non uscivano di casa, non andavano a trovare i parenti». I

l mondo era diventato «un campo di concentramento, con prigionieri volontari. Hanno accettato di tutto, pur di prolungare la loro patetica vita solo per un giorno», senza sapere che sarebbe stato perfettamente inutile (se non a creare la loro schiavitù e quindi la loro rovina). 

fonte:https://www.bufale.net/la-profezia-di-cs-lewis-non-esiste-le-lettere-di-berlicche-e-la-falsa-citazione/



Winston, come fa un uomo a esercitare il potere su un altro uomo?
Winston rifletté. «Facendolo soffrire» rispose.

- G. Orwell - 


 "Sono proprio le strade più frequentate e più conosciute a trarre maggiormente in inganno. Da nulla, quindi, bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno. E niente ci tira addosso i mali peggiori come l'andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione."

- Lucio Anneo Seneca -
De vita beata

Buona giornata a tutti :-)


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mercoledì 19 febbraio 2020

I lacci della schiavitù - Kahlil Gibran


Ho trovato la schiavitù cieca, che lega il presente degli uomini al passato dei loro genitori, e li spinge a sottomettersi alle loro tradizioni e ai loro costumi, collocando spiriti antichi entro corpi nuovi.
Ho trovato la schiavitù muta, che vincola la vita di un uomo a una moglie che aborre, e pone il corpo di una donna nel letto d’un marito odiato, uccidendo lo spirito in entrambe le vite.
Ho trovato la schiavitù sorda, che soffoca il cuore e l’anima, riducendo l’uomo a l’eco vuota di una voce, alla pietosa ombra del suo corpo.
Ho trovato la schiavitù zoppa, che sottopone la nuca dell’uomo al giogo del tiranno e sottomette corpi forti e menti deboli ai figli della Cupidigia perchè ne facciano strumenti del loro potere.
Ho trovato la schiavitù brutta, che discende con gli spiriti dei fanciulli del vasto firmamento fino alla casa della Miseria, dove il Bisogno vive accanto all’Ignoranza, e l’Umiliazione coabita con la Disperazione.

E i fanciulli crescono infelici, e vivono come criminali, e muoiono disprezzati come reietti di cui è negata l’esistenza.
Ho trovato la schiavitù sottile, che intitola alle cose nomi diversi dai propri, e chiama intelligenza la scaltrezza, sapere la vacuità, affetto la debolezza e codardia un deciso rifiuto.
Ho trovato la schiavitù contorta, che fa muovere la lingua dei deboli per la paura, inducendoli a parlare al di fuori dei loro sentimenti, talché fingono di meditare sulla loro condizione mentre non sono che sacchi vuoti, che perfino un fanciullo può ripiegare o appendere.
Ho trovato la schiavitù sottomessa, che induce un paese a osservare le leggi e i costumi di un altro paese, mentre la sottomissione aumenta di giorno in giorno.
Ho trovato la schiavitù perpetua, che incorona re i figli dei monarchi, senza alcuna considerazione per il merito.
Ho trovato la schiavitù nera, che pone il marchio indelebile dell’infamia e del disonore su figli innocenti dei criminali.
Meditando sulla schiavitù si scopre ch’essa possiede i poteri perversi della continuità e del contagio.
Quando fui stanco di seguire i secoli dissoluti, e stufo di contemplare processioni d’uomini di pietra, camminai solo nella Valle dell’Ombra della Vita, dove il passato si sente in colpa e tenta di nascondersi, e l’anima del futuro ripiegata su se stessa riposa troppo a lungo.
Là, sulla sponda del fiume del Sangue e delle Lacrime, che strisciava come una vipera velenosa e si torceva come i sogni d’un criminale, udii i sospiri atterriti dei fantasmi degli schiavi, e fissai smarrito il nulla.
Quando giunse la mezzanotte e gli spiriti emersero dai loro nascondigli, vidi uno spettro cadaverico e morente cadere in ginocchio e fissare la luna.
Mi avvicinai e gli chiesi:”Come ti chiami?”
“Mi chiamo Libertà”, rispose quella spettrale ombra cadaverica.
“Dove sono i tuoi figli?”, domandai.
E la Libertà, con le lacrime agli occhi, mormorò debolmente:”
Uno morì crocifisso, un altro morì pazzo, e il terzo non è ancora nato”.
Se ne andò zoppicando e continuando a parlare, ma gli occhi velati e i lamenti che mi salivano del cuore m’impedirono di vedere e udire.

- Khalil Gibran - 
da: Il cantico della felicità: Caleidoscopio sulla pace del cuore



Buona giornata a tutti. :-)