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giovedì 26 dicembre 2019

Santo Stefano intercedi per noi

Per lo stato italiano il giorno di santo Stefano è divenuto giorno festivo solo dal 1947. prima era un giorno normale lavorativo.
Allungando di un giorno le festività natalizie si  solennizza di più la nascita del Salvatore. La stessa cosa succede il lunedì dell’Angelo, ossia la Pasquetta, che è stata stabilita per lo stesso motivo. Entrambe le date non sono feste di precetto, ma sono state stabilite per rendere più solenni le feste di Natale e di Pasqua.
Durante la Messa il sacerdote veste di colore rosso per ricordare che Santo Stefano è stato un martire.
L’etimologia del nome Stefano deriva dal greco e significa “incoronato”, ma del primo martire cristiano non è nota con certezza la provenienza. Si pensa possa essere di origine greca, oppure un ebreo conoscitore della lingua, e se è così certamente Stefano è stato uno dei primi giudei che ha seguito il Cristianesimo che ha rivestito il ruolo di Diacono della città di Gerusalemme.
Stefano svolge il compito di diacono con grande dedizione, mostrandosi particolarmente attivo nel convertire alla fede di Gesù gli ebrei della diaspora. Ma proprio gli ebrei ellenistici vedono in Stefano un nemico da sconfiggere, infatti lo accusano di pronunciare parole blasfeme ed offensive nei confronti di Dio e di Mosè, e sobillano il popolo contro di lui.
Al punto che un giorno gli ebrei lo portano fuori della città per essere linciato dalla folla, che lo uccide scagliandogli addosso delle pietre. 

Dagli Atti degli Apostoli risulta che alla morte di Stefano, intorno al 36 d.C., fu seguita da una persecuzione locale contro i discepoli di Gesù; la prima verificatasi nella storia della Chiesa che spinse il gruppo dei cristiani giudeo-ellenisti a fuggire da Gerusalemme per disperdersi, e cacciati essi divennero missionari itineranti: «Quelli che erano stati dispersi andavano per il paese e diffondevano la Parola di Dio»
La persecuzione e la conseguente dispersione diventano Missione, e il Vangelo si propagò nella Samaria, nella Fenicia e nella Siria, fino alla grande città di Antiochia, dove secondo l’evangelista Luca fu annunciato per la prima volta anche ai pagani risuonò il nome di “cristiani”.
Le reliquie di Santo Stefano, a causa delle razzie dei crociati, sono diffuse in tutta Europa; si dice che molti miracoli avvennero solo visitando la tomba in cui era sepolto il Santo.
Chiese e basiliche dedicate a Santo Stefano sorgono in diversi luoghi, soltanto a Roma se ne contano trenta e, In Italia, sono quattordici i Comuni che portano il nome del Santo. La tradizione lo raffigura con la “dalmatica” (il vestito indossato dai diaconi durante la liturgia) e lo lega alle pietre: perché la morte è avvenuta per lapidazione!


La celebrazione liturgica di Santo Stefano, fissata per il 26 dicembre, segue alla nascita del Figlio di Dio perché furono posti i “ComitesChristi“, cioè i più vicini nel suo percorso e primi a renderne testimonianza con il martirio. 
Il 26 dicembre c’è Santo Stefano in quanto primo martire della cristianità.


Tanti auguri a me .... tanti auguri a me ....
oggi si mangiano gli avanzi del pranzo di Natale ... 
così finiamo di mettere su quei 2-3-4-5 kg



Donaci, o Padre, di esprimere con la vita
il mistero che celebriamo nel giorno di natalizio
di santo Stefano, primo martire
e insegnaci ad amare anche i nostri nemici
sull’esempio di lui che morendo
pregò per i suoi persecutori.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.


Buona giornata a tutti. :-)






martedì 26 dicembre 2017

La leggenda di Santo Stefano Martire

Alla nascita di Gesù Bambino, molte donne portarono i loro figli affinché Gesù potesse benedirli. Fra le donne vi era Tecla, una giovane sposa che non poteva avere figli, ma desiderava tanto averne uno. Così finse di averne partorito uno, prese una grossa pietra, l’avvolse in uno scialle, mise sulla sommità una cuffietta e lo tenne fra le braccia, proprio come se fosse un bambino appena nato.
Vedendo Gesù così bello e sorridente, si commosse e scoppiò in un pianto. Quando si alzò per ritornare a casa, Maria, che aveva letto nel suo cuore comprendendo il suo innocente inganno le domandò: ”Tecla, che cosa porti in braccio?”
Sentendosi scoperta, la donna rispose: “Allatto un figlio maschio.” Allora la Madonna le disse: “Su, scopriti il seno e allatta tuo figlio; La tua pietra é diventata un bel bambino.”
La donna scostò lo scialle che avvolgeva la pietra e rimase meravigliata per il miracolo che era stato compiuto per lei: tra le braccia aveva il suo primo figlio. “Ricordati però”, le disse ancora Maria, “che egli é nato da una pietra e morirà a colpi di pietra.”

Questo bambino fu chiamato Stefano, divenne discepolo di Gesù e fu il primo ad affrontare il martirio.



La celebrazione di Santo Stefano il 26 dicembre, in Italia, è stata introdotta, come festa nazionale nel 1947.
La celebrazione liturgica di Stefano avviene subito dopo il Natale perché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio furono posti nel martirologio i comites Christi, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio.
Di probabili origini elleniche dal nome greco Stefano “coronato”, fu certamente il primo cristiano che seguì gli apostoli. 
Protomartire, santo, uno dei sette diaconi ellenisti della primitiva comunità di Gerusalemme, tradotto d’innanzi al Sinedrio e quindi lapidato a causa della propria predicazione cristiana. 
Il suo culto si diffuse nella Chiesa orientale sin dalla fine del IV secolo.

In lui si realizza in modo esemplare la figura del martire come imitatore di Cristo, egli contempla la gloria del risorto, ne proclama la divinità, gli affida il suo spirito e perdona i suoi uccisori.





Stefano, il primo dei martiri tra i discepoli di Gesù
Il Nuovo Testamento con il suo racconto del “primo” dei martiri, ci offre il prototipo per sempre di cosa significhi martirio per il cristianesimo.
Nel racconto degli Atti degli Apostoli (At 7,55-60), Stefano ripropone l’atteggiamento di Gesù che dalla croce aveva pregato: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno (Lc 23,34).
Il momento della morte di Gesù non è condanna per coloro che lo uccidono, ma è evento in cui si apre lo spazio della misericordia. 

Stefano, che muore per aver predicato quello stesso Gesù, si fa portatore della stessa sua misericordia. La sua coerenza, la sua testimonianza “fino alla fine” non è funzionale a stigmatizzare il comportamento dei nemici e a fomentare l’odio contro di loro. 

Anzi la morte di Stefano apre la porta del cielo aperto, visibile, anche per loro che, seppure uccidendolo, non sono imputati per questo peccato al tribunale di Dio.
Celebrare un martire significa allora non aprire nostri tribunali attraverso i quali imputare peccati , ma aprire la porta della Misericordia. 

La stessa misericordia testimoniata dai martiri, perché è questa la vera testimonianza evangelica.



Auguri a tutti coloro che portano questo nome Stefano/Stefania!
E quindi tanti tanti auguri anche a me. 



Buona giornata a tutti. :-)