domenica 19 dicembre 2021

Discorso 191, Natale - Sant'agostino

 Il Verbo del Padre, per mezzo del quale sono stati creati tempi (Cf. Gv 1, 3), divenuto carne, ci ha donato il suo Natale nel tempo. 

Per la sua nascita umana volle avere un giorno determinato, lui senza il cui intervento divino nessun giorno può scorrere. 

Egli che presso il Padre precede tutta l’estensione dei secoli, nascendo dalla madre nel tempo in questo giorno si inserì nel defluire degli anni. 

Il creatore dell’uomo è diventato uomo: perché, pur essendo l’ordinatore delle stelle, potesse succhiare da un seno di donna; pur essendo il pane (Cf. Gv 6, 35), potesse aver fame (Cf. Mt 4, 2); pur essendo la fonte (Cf. Gv 4, 13), potesse aver sete (Cf. Gv 19, 28); pur essendo la luce (Cf. Gv 1, 9) potesse dormire (Cf. Lc 8, 23); pur essendo la via (Cf. Gv 14, 6) potesse stancarsi per il viaggio (Cf. Mc 14, 56); pur essendo la verità (Cf. 2 Tim 4, 1) potesse essere accusato da falsi testimoni (Cf. 1 Cor 1, 30); pur essendo giudice dei vivi e dei morti (Cf. Mt 27, 26-29) potesse essere giudicato da un giudice mortale; pur essendo la giustizia (Cf. 1 Cor 3, 11) potesse essere condannato da uomini ingiusti; pur essendo il flagello potesse essere colpito da flagelli; pur essendo grappolo potesse essere coronato di spine; pur essendo il fondamento potesse essere sospeso ad un legno; pur essendo la fortezza potesse diventare debole; pur essendo la salvezza potesse essere ferito; pur essendo la vita potesse morire. Sostenne per noi queste cose ed altre simili pur non meritandosele, per liberare noi anche se eravamo indegni. 

Mentre né lui, che per noi sopportò tanti mali, si meritava alcunché di male, né noi, che tramite lui abbiamo ricevuto tanti beni, ci meritavamo alcunché di bene. 

Per questi motivi colui che era Figlio di Dio prima di tutti i secoli senza inizio di giorni, negli ultimi tempi si è degnato di diventare figlio dell’uomo. 

E colui che, nato dal Padre, non è stato formato dal Padre, è stato formato nella madre che aveva fatto. é nato da lei per poter rimanere finalmente qui in terra; mentre lei mai e da nessuna parte avrebbe potuto esistere se non per mezzo di lui.



Andiamo fino a Betlemme,
come i pastori.

L'importante è muoversi.

E se invece di un Dio glorioso,

ci imbattiamo nella fragilità
di un bambino,

non ci venga il dubbio di aver
sbagliato il percorso.

Il volto spaurito degli oppressi,

la solitudine degli infelici,

l'amarezza di tutti gli
uomini della Terra,

sono il luogo dove Egli continua
a vivere in clandestinità.

A noi il compito di cercarlo.

Mettiamoci in cammino senza paura.

(don Tonino Bello)


Buona giornata a tutti :-)