Se
tu spingi sempre la tua macchina a forte velocità, logorerai il motore.
- padre Michel Quoist -
Se vivi continuamente sotto - pressione , il tuo corpo e il tuo spirito si
consumeranno troppo presto.
Se continui a correre, non incontrerai più nessuno e, ciò che è più grave, non incontrerai più te stesso.
Se vuoi afferrare quello che di più profondo è in te, occorre che tu sappia fermarti.
Se mangi in piedi, digerisci male. Siediti.
Se pensi correndo, rifletti male. Siediti.
Non attendere che Dio ti fermi per prendere cosciènza che tu esisti.
Sarebbe troppo tardi e non ne saresti più degno.
L'insegnante sopraffatto dai suoi allievi, vorrebbe andarsene dalla classe.
La massaia che ha trascurato tutto, è scontenta della sua casa.
L'uomo che non è più padrone dì se stesso si lascia andare, passa davanti alla porta senza mai osare di entrare in casa sua.
Se sei in ritardo col pagamento della pigione,
non ti auguri di incontrare il padrone. di casa.
Se per negligenza non hai visto un tuo amico da molto tempo,
ti senti a disagio ed eviti di incontrarlo.
Se hai paura di fermarti, è perché hai paura di incontrarti,
e se hai paura di incontrarti è perchè non sei più in intimità con te stesso,
non ti conosci più,
temi i tuoi rimproveri e le tue esigenze.
Non hai tempo per sostare?
Sii leale, vi sono sempre dei momenti di vuoto nelle tue attività.
Non affrettarti a colmarli cercando il chiasso. un giornale. una conversazione, una presenza...
Quando aspetti dal parrucchiere, non precipitarti su una rivista. Fermati.
Sei nell'autobus, pigiato dalla folla, cullato dal brusio anonimo.
Interrompi il tuo fantasticare.
Il pranzo non è pronto, non uscire un minuto per vedere un amico. Fermati.
Quando puoi concederti un momento di silenzio non mettere subito un disco. Fermati...
Se il nuotatore solleva la testa, è per riprendere fiato
Se l'automobilista si ferma davanti ad un distributore di benzina è per fare il pieno.
Se ti fermi, è per prendere coscienza di te, riunire tutte le tue forze, riordinarle e dirigerle, al fine di impegnarti tutto intero nella tua vita.
Accettare di fermarsi, è accettare di guardare se stesso, e accettare di guardarsi, è già perché è far penetrare lo spirito nell'interno della propria casa.
Non ti riconoscerai nè ti comprenderai appieno se non nella Luce di Dio.
Non agirai efficacemente se non ti unisci all'Azione di Dio.
Quando dai appuntamento a te stesso, tu dai contemporaneamente un appuntamento al Signore.
Nel corso delle tue giornate, cogli tutte le occasioni che la vita ti offre
per riafferrarti e comunicare con Dio:
l'attesa dell'autobus,
il motore della macchina che si scalda per mettersi in marcia,
i tre minuti per cuocere l'uovo a la coque,
il latte che sta per bollire,
il biberon troppo caldo,
al telefono, quando la linea non è libera,
il rosso del semaforo per strada…
Non ammazzare il tempo:
per breve che sia, è un dono della Provvidenza, il Signore vi è presente.
Egli ti invita alla riflessione e alla decisione per diventare più uomo!
Se continui a correre, non incontrerai più nessuno e, ciò che è più grave, non incontrerai più te stesso.
Se vuoi afferrare quello che di più profondo è in te, occorre che tu sappia fermarti.
Se mangi in piedi, digerisci male. Siediti.
Se pensi correndo, rifletti male. Siediti.
Non attendere che Dio ti fermi per prendere cosciènza che tu esisti.
Sarebbe troppo tardi e non ne saresti più degno.
L'insegnante sopraffatto dai suoi allievi, vorrebbe andarsene dalla classe.
La massaia che ha trascurato tutto, è scontenta della sua casa.
L'uomo che non è più padrone dì se stesso si lascia andare, passa davanti alla porta senza mai osare di entrare in casa sua.
Se sei in ritardo col pagamento della pigione,
non ti auguri di incontrare il padrone. di casa.
Se per negligenza non hai visto un tuo amico da molto tempo,
ti senti a disagio ed eviti di incontrarlo.
Se hai paura di fermarti, è perché hai paura di incontrarti,
e se hai paura di incontrarti è perchè non sei più in intimità con te stesso,
non ti conosci più,
temi i tuoi rimproveri e le tue esigenze.
Non hai tempo per sostare?
Sii leale, vi sono sempre dei momenti di vuoto nelle tue attività.
Non affrettarti a colmarli cercando il chiasso. un giornale. una conversazione, una presenza...
Quando aspetti dal parrucchiere, non precipitarti su una rivista. Fermati.
Sei nell'autobus, pigiato dalla folla, cullato dal brusio anonimo.
Interrompi il tuo fantasticare.
Il pranzo non è pronto, non uscire un minuto per vedere un amico. Fermati.
Quando puoi concederti un momento di silenzio non mettere subito un disco. Fermati...
Se il nuotatore solleva la testa, è per riprendere fiato
Se l'automobilista si ferma davanti ad un distributore di benzina è per fare il pieno.
Se ti fermi, è per prendere coscienza di te, riunire tutte le tue forze, riordinarle e dirigerle, al fine di impegnarti tutto intero nella tua vita.
Accettare di fermarsi, è accettare di guardare se stesso, e accettare di guardarsi, è già perché è far penetrare lo spirito nell'interno della propria casa.
Non ti riconoscerai nè ti comprenderai appieno se non nella Luce di Dio.
Non agirai efficacemente se non ti unisci all'Azione di Dio.
Quando dai appuntamento a te stesso, tu dai contemporaneamente un appuntamento al Signore.
Nel corso delle tue giornate, cogli tutte le occasioni che la vita ti offre
per riafferrarti e comunicare con Dio:
l'attesa dell'autobus,
il motore della macchina che si scalda per mettersi in marcia,
i tre minuti per cuocere l'uovo a la coque,
il latte che sta per bollire,
il biberon troppo caldo,
al telefono, quando la linea non è libera,
il rosso del semaforo per strada…
Non ammazzare il tempo:
per breve che sia, è un dono della Provvidenza, il Signore vi è presente.
Egli ti invita alla riflessione e alla decisione per diventare più uomo!
- padre Michel Quoist -
Riuscire, SEI Torino, 1962, pag. da 115 a 117
La tempesta smaschera la nostra
vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui
abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e
priorità.
Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità.
La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di ‘imballare’ e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente ‘salvatrici’, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all'avversità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ‘ego’ sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli."
- Papa Francesco -
Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità.
La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di ‘imballare’ e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente ‘salvatrici’, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all'avversità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ‘ego’ sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli."
- Papa Francesco -