Il postino suonò due volte.
Mancavano
cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta
preziosamente disegnata e legato con nastri dorati. “Avanti”, disse una voce
dall’interno. Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una
stanza piena d’ombre e di polvere.
Seduto in una poltrona c’era un
vecchio.
“Guardi che stupendo pacco di Natale!” disse allegramente il postino.
“Grazie. Lo metta pure per terra”, disse il vecchio con la voce più triste che
mai. “Non c’è amore dentro”
Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco
in mano. Sentiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio
non aveva certo l’aria di spassarsela male.
Allora, perché era così triste? “Ma, signore,
non dovrebbe fare un po’ di festa a questo magnifico regalo?”. “Non posso… Non
posso proprio”, disse il vecchio con le lacrime agli occhi.
E raccontò al
postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era
diventata ricca.
Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un
bigliettino: “Da tua figlia Luisa e marito”.
Mai un augurio personale, una
visita, un invito: “Vieni a passare il Natale con noi”.
“Venga a vedere”,
aggiunse il vecchio e si alzò stancamente. Il postino lo seguì fino ad uno
sgabuzzino. il vecchio aprì la porta. “Ma … ” fece il postino. Lo sgabuzzino
traboccava di regali natalizi.
Erano tutti quelli dei Natali precedenti.
Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti. “Ma non li ha
neanche aperti!” esclamò il postino allibito. “No”, disse mestamente il
vecchio.
“Non c’è amore dentro”.
- don Bruno Ferrero -
Il segreto della vera gioia è nel presepe - papa Benedetto XVI
La madre Chiesa, mentre ci accompagna
verso il santo Natale, ci aiuta a riscoprire il senso e il gusto della gioia
cristiana, così diversa da quella del mondo.
È per me motivo di gioia sapere
che nelle vostre famiglie si conserva l’usanza di fare il presepe. Però non
basta ripetere un gesto tradizionale, per quanto importante.
Bisogna cercare di
vivere nella realtà di tutti i giorni quello che il presepe rappresenta, cioè
l’amore di Cristo, la sua umiltà, la sua povertà.
È ciò che fece san Francesco
a Greccio: rappresentò dal vivo la scena della Natività, per poterla
contemplare e adorare, ma soprattutto per saper meglio mettere in pratica il
messaggio del Figlio di Dio, che per amore nostro si è spogliato di tutto e si
è fatto piccolo bambino.
La benedizione dei “Bambinelli” – come
si dice a Roma – ci ricorda che il presepio è una scuola di vita, dove possiamo
imparare il segreto della vera gioia.
Questa non consiste nell’avere tante
cose, ma nel sentirsi amati dal Signore, nel farsi dono per gli altri e nel
volersi bene.
Guardiamo il presepe: la Madonna e san Giuseppe non sembrano una
famiglia molto fortunata; hanno avuto il loro primo figlio in mezzo a grandi
disagi; eppure sono pieni di intima gioia, perché si amano, si aiutano, e
soprattutto sono certi che nella loro storia è all’opera Dio, il Quale si è
fatto presente nel piccolo Gesù.
E i pastori? Che motivo avrebbero di
rallegrarsi?
Quel Neonato non cambierà certo la loro condizione di povertà e di
emarginazione.
Ma la fede li aiuta a riconoscere nel “bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia”, il “segno” del compiersi delle promesse di Dio per
tutti gli uomini “che egli ama” (Lc 2,12.14), anche per loro!
- papa Benedetto XVI -
Ecco, cari amici, in che cosa consiste
la vera gioia: è il sentire che la nostra esistenza personale e comunitaria
viene visitata e riempita da un mistero grande, il mistero dell’amore di Dio.
Per gioire abbiamo bisogno non solo di cose, ma di amore e di verità: abbiamo
bisogno di un Dio vicino, che riscalda il nostro cuore, e risponde alle nostre
attese profonde.
Questo Dio si è manifestato in Gesù, nato dalla Vergine Maria.
Perciò quel Bambinello, che mettiamo nella capanna o nella grotta, è il centro
di tutto, è il cuore del mondo.
Preghiamo perché ogni uomo, come la Vergine
Maria, possa accogliere quale centro della propria vita il Dio che si è fatto
Bambino, fonte della vera gioia.
- papa Benedetto XVI -
Angelus della III domenica di Avvento, Piazza San Pietro, domenica 13 dicembre 2009
Buona giornata a tutti. :-)
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