domenica 6 gennaio 2019

Epifania del Signore

«Tribus miraculis ornatum, diem sanctum colimus: Hodie stella magos duxit ad praesepium: Hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias: Hodie in Jordane a Joanne Christus baptizari voluit, ut salvaret nos, alleluia.»

Epifania vuol dire manifestazione. 
La Santa Chiesa istituì questa festa per commemorare la triplice manifestazione di Gesù: come Dio, facendosi adorare dai Magi; come uomo, ricevendo il Battesimo da San Giovanni; come operatore di miracoli, cambiando, alle nozze di Cana, l'acqua in vino.
Oggi però la liturgia ricorda in modo tutto particolare la prima manifestazione di Gesù come Dio, con l'adorazione dei Magi.
Già il profeta Isaia aveva detto: «Sorgi, ricevi la tua luce, o Gerusalemme, poiché la tua luce è venuta, e la gloria del Signore è spuntata su di te.»
«E alla tua luce cammineranno le genti, ed i re nello splendore che da te emana. Alza intorno il tuo sguardo e mira : tutti costoro si sono radunati per venire da te. Sarai inondata da una moltitudine di cammelli: i dromedari di Madian e d'Efa; tutti quelli di Saba verranno a portare oro ed argento ed a celebrare le lodi del Signore.»
Difatti, nato Gesù, ecco spuntare una stella: la stella di Giacobbe. 
I Magi, che erano principi gentili (cioè non ebrei) studiosi di astrologia, appena la videro, si ricordarono delle profezie e dissero: questo è il segno del Re dei Giudei, del Messia, del Salvatore del mondo. Andiamo ad adorarlo. E partirono dalle loro contrade senza spaventarsi né della lunghezza del cammino, né delle difficoltà del viaggio, né del pericolo dei ladroni.
Dio premiò tanto loro coraggio e generosità, facendo si che la stella che essi avevano visto in Oriente, li precedesse nel cammino.
Giunti però a Gerusalemme, la stella scomparve. Ma essi animosamente domandarono: «Dov'è il nato Re dei Giudei? Vedemmo la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo.»
Udito questo, Erode si turbò e con lui tutta Gerusalemme. E radunati tutti i Principi dei Sacerdoti e gli Scribi del popolo, domandò loro dove avesse a nascere il Cristo. Ed essi risposero: «A Bethlem di Giudea.» 
Erode, informati i Magi, si raccomandò loro affinché, adoratolo, ripassassero da lui, dicendo di volere egli pure recarsi ad adorarlo.
Ed ecco i Magi di nuovo in cammino: la stella, che era scomparsa al loro arrivo in Gerusalemme, riapparve con sommo loro gaudio, e li guidò fino al luogo ov'era il fanciullo Gesù. «Ed entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria sua madre, e prostrati lo adorarono; poi, aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 
E avvertiti in sogno di non ripassare da Erode (perché macchinava iniqui disegni), tornarono al loro paese per altra via.»
La grazia e la benedizione del Pargoletto divino li seguì: si diedero ad una vita perfetta, e la Chiesa oggi onora i tre Magi come santi. Essi sono in modo specialissimo i nostri protettori, essendo le primizie dei gentili nel regno glorioso di Cristo.



Non per nulla l’Epifania è sempre stata nella storia della Chiesa la festa missionaria per eccellenza; e non per nulla il Natale era identificato con l’Epifania, cioè il primo manifestarsi del Dio nato tra noi, del Dio-uomo al mondo. 
La vita di Cristo non era sua, era per la missione. 
La vita di Maria non fu sua, ma per la missione. 
Quella vita dei pastori che, prima di vederlo, di ricevere l’annuncio, era loro, non fu più loro, ma era missione; anche se rimasero a casa loro con le loro mogli, con i loro figli e con il loro gregge. 
Il loro messaggio nel loro entourage, il messaggio nel paese dove erano, il messaggio che riferivano, che narravano a se stessi e agli altri, qual era? Quella vita, che per i Magi fu loro fino a quel momento, non divenne più loro.

- don Luigi Giussani - 


Alla fine per i Magi non è stato sufficiente scrutare il cielo: “è stato indispensabile ascoltare la voce delle Sacre Scritture; solo esse potevano indicare la via”. 
Cercavano un re, hanno trovato un bimbo in una mangiatoia. 
Probabilmente con stupore, dovettero constatare che quel neonato non si trovava nei luoghi del potere e della cultura, anche se in quei luoghi venivano fornite preziose informazioni su di lui. Si resero conto, invece che, a volte, il potere, anche quello della conoscenza, sbarra la strada all’incontro con quel Bambino... 
“La potenza di Dio si manifesta in modo del tutto differente: a Betlemme, dove incontriamo l’apparente impotenza del suo amore”.


- papa Benedetto XVI -



L'Epifania.
6 gennaio 1937

Oggi durante la S. Messa mi sono immersa inconsapevolmente nell'infinita Maestà di Dio. 
Tutta l'enormità dell'amore di Dio mi ha inondato l'anima.
In quel particolare momento ho conosciuto in che grande misura Dio si è abbassato per me, il Signore dei signori. 
E cosa sono io miserabile, che tratti così familiarmente con me? 

- Diario di Suor Faustina .


Al vedere la stella, essi provarono
una grandissima gioia.
Entrati nella casa, videro il bambino
con Maria sua madre,
e prostratisi lo adorarono.
Poi aprirono i loro scrigni
e gli offrirono in dono
oro, incenso e mirra.
Avvertiti poi in sogno
di non tornare da Erode,
per un'altra strada
fecero ritorno al loro paese.


Buona giornata a tutti. :-)