«Tribus miraculis ornatum, diem sanctum
colimus: Hodie stella magos duxit ad praesepium: Hodie vinum ex aqua factum est
ad nuptias: Hodie in Jordane a Joanne Christus baptizari voluit, ut salvaret
nos, alleluia.»
Epifania vuol dire manifestazione.
La Santa
Chiesa istituì questa festa per commemorare la triplice manifestazione di Gesù:
come Dio, facendosi adorare dai Magi; come uomo, ricevendo il Battesimo da San
Giovanni; come operatore di miracoli, cambiando, alle nozze di Cana, l'acqua in
vino.
Oggi però la liturgia ricorda in modo tutto
particolare la prima manifestazione di Gesù come Dio, con l'adorazione dei
Magi.
Già il profeta Isaia aveva detto: «Sorgi,
ricevi la tua luce, o Gerusalemme, poiché la tua luce è venuta, e la gloria del
Signore è spuntata su di te.»
«E alla tua luce cammineranno le genti, ed i
re nello splendore che da te emana. Alza intorno il tuo sguardo e mira : tutti
costoro si sono radunati per venire da te. Sarai inondata da una moltitudine di
cammelli: i dromedari di Madian e d'Efa; tutti quelli di Saba verranno a
portare oro ed argento ed a celebrare le lodi del Signore.»
Difatti, nato Gesù, ecco spuntare una stella: la stella di Giacobbe.
I Magi, che erano principi gentili (cioè non ebrei)
studiosi di astrologia, appena la videro, si ricordarono delle profezie e
dissero: questo è il segno del Re dei Giudei, del Messia, del Salvatore del
mondo. Andiamo ad adorarlo. E partirono dalle loro contrade senza spaventarsi
né della lunghezza del cammino, né delle difficoltà del viaggio, né del
pericolo dei ladroni.
Dio premiò tanto loro coraggio e generosità,
facendo si che la stella che essi avevano visto in Oriente, li precedesse nel
cammino.
Giunti però a Gerusalemme, la stella
scomparve. Ma essi animosamente domandarono: «Dov'è il nato Re dei Giudei?
Vedemmo la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo.»
Udito questo,
Erode si turbò e con lui tutta Gerusalemme. E radunati tutti i Principi dei
Sacerdoti e gli Scribi del popolo, domandò loro dove avesse a nascere il
Cristo. Ed essi risposero: «A Bethlem di Giudea.»
Erode, informati i Magi, si
raccomandò loro affinché, adoratolo, ripassassero da lui, dicendo di volere
egli pure recarsi ad adorarlo.
Ed ecco i Magi di nuovo in cammino: la
stella, che era scomparsa al loro arrivo in Gerusalemme, riapparve con sommo
loro gaudio, e li guidò fino al luogo ov'era il fanciullo Gesù. «Ed entrati
nella casa, trovarono il Bambino con Maria sua madre, e prostrati lo adorarono;
poi, aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
E
avvertiti in sogno di non ripassare da Erode (perché macchinava iniqui
disegni), tornarono al loro paese per altra via.»
La grazia e la benedizione del Pargoletto
divino li seguì: si diedero ad una vita perfetta, e la Chiesa oggi onora i tre
Magi come santi. Essi sono in modo specialissimo i nostri protettori, essendo
le primizie dei gentili nel regno glorioso di Cristo.
Non per nulla l’Epifania è sempre stata nella
storia della Chiesa la festa missionaria per eccellenza; e non per nulla il
Natale era identificato con l’Epifania, cioè il primo manifestarsi del Dio nato
tra noi, del Dio-uomo al mondo.
La vita di Cristo non era sua, era per la
missione.
La vita di Maria non fu sua, ma per la missione.
Quella vita dei
pastori che, prima di vederlo, di ricevere l’annuncio, era loro, non fu più
loro, ma era missione; anche se rimasero a casa loro con le loro mogli, con i
loro figli e con il loro gregge.
Il loro messaggio nel loro entourage, il
messaggio nel paese dove erano, il messaggio che riferivano, che narravano a se
stessi e agli altri, qual era? Quella vita, che per i Magi fu loro fino a quel
momento, non divenne più loro.
- don Luigi Giussani -
Alla fine per i Magi non è stato sufficiente
scrutare il cielo: “è stato indispensabile ascoltare la voce delle Sacre
Scritture; solo esse potevano indicare la via”.
Cercavano un re, hanno trovato
un bimbo in una mangiatoia.
Probabilmente con stupore, dovettero constatare che
quel neonato non si trovava nei luoghi del potere e della cultura, anche se in
quei luoghi venivano fornite preziose informazioni su di lui. Si resero conto,
invece che, a volte, il potere, anche quello della conoscenza, sbarra la strada
all’incontro con quel Bambino...
“La potenza di Dio si manifesta in modo del
tutto differente: a Betlemme, dove incontriamo l’apparente impotenza del suo
amore”.
- papa Benedetto XVI -
L'Epifania.
6 gennaio 1937
Oggi durante la S. Messa mi sono immersa
inconsapevolmente nell'infinita Maestà di Dio.
Tutta l'enormità dell'amore di
Dio mi ha inondato l'anima.
In quel particolare momento ho conosciuto in che grande
misura Dio si è abbassato per me, il Signore dei signori.
E cosa sono io miserabile, che tratti così familiarmente
con me?
- Diario di Suor Faustina .
Al vedere la stella,
essi provarono
una grandissima
gioia.
Entrati nella casa,
videro il bambino
con Maria sua madre,
e prostratisi lo
adorarono.
Poi aprirono i loro scrigni
e gli offrirono in dono
oro, incenso e mirra.
Avvertiti poi in sogno
di non tornare da Erode,
per un'altra strada
fecero ritorno al loro paese.
Poi aprirono i loro scrigni
e gli offrirono in dono
oro, incenso e mirra.
Avvertiti poi in sogno
di non tornare da Erode,
per un'altra strada
fecero ritorno al loro paese.