C’era una volta un complesso di sette strumenti musicali:
erano un pianoforte, un violino, una chitarra classica, un flauto, un
sassofono, una cornetta e una batteria.
Vivevano nella medesima stanza, ma non andavano d’accordo.
Vivevano nella medesima stanza, ma non andavano d’accordo.
Erano così
orgogliosi che ognuno pensava di essere il re degli strumenti e di non aver
bisogno degli altri.
Non solo, ma ciascuno voleva suonare le melodie che aveva
nel cuore e non accettava di eseguire uno spartito.
Tutti ritenevano ciò una
imposizione intollerabile che violava la loro libertà di espressione.
Quando al mattino si svegliavano ognuno cominciava a suonare liberamente le proprie melodie e per superare gli altri usava i toni più forti e violenti.
Quando al mattino si svegliavano ognuno cominciava a suonare liberamente le proprie melodie e per superare gli altri usava i toni più forti e violenti.
Risultato: un inferno di caotici rumori.
Una notte capitò che la batteria non riuscisse a chiudere occhio per il
nervoso. Per passare il tempo cominciò a scatenarsi con le sue percussioni.
Fu
la goccia che fece traboccare il vaso.
Per la prima volta tutti gli strumenti
si trovarono d’accordo su una cosa: la decisione di andare ognuno per conto
suo.
Stavano per uscire quando alla porta bussò una bacchetta con uno spartito in cerca di strumenti da dirigere.
Parlando con garbo e diplomazia chiese loro di fare una nuova esperienza, quella di suonare ognuno secondo la propria natura, ma con note, ritmi e tempi armonizzati.
“Con un occhio guardate lo spartito, con l’altro i miei cenni, dopo che avrò dato il via, disse la bacchetta”.
Un po’ perché erano molto stanchi del caos in cui vivevano, un po’ per la curiosità di fare una nuova esperienza, accettarono.
Si misero a suonare con passione dando ognuno il meglio di se stesso e con una obbedienza totale alla bacchetta… magica.
A mano a mano che andavano avanti si ascoltavano l’un l’altro con grande piacere. Quando la bacchetta fece il cenno della fine un’immensa felicità riempiva il loro cuore: avevano eseguito il famoso Inno alla gioia di Beethoven.
Cosa mi dice questa storia :
L'essere umano non e' nato per vivere da solo, dunque per vivere in una comunita' sono importantissime le regole che comportano diritti e doveri.
Stavano per uscire quando alla porta bussò una bacchetta con uno spartito in cerca di strumenti da dirigere.
Parlando con garbo e diplomazia chiese loro di fare una nuova esperienza, quella di suonare ognuno secondo la propria natura, ma con note, ritmi e tempi armonizzati.
“Con un occhio guardate lo spartito, con l’altro i miei cenni, dopo che avrò dato il via, disse la bacchetta”.
Un po’ perché erano molto stanchi del caos in cui vivevano, un po’ per la curiosità di fare una nuova esperienza, accettarono.
Si misero a suonare con passione dando ognuno il meglio di se stesso e con una obbedienza totale alla bacchetta… magica.
A mano a mano che andavano avanti si ascoltavano l’un l’altro con grande piacere. Quando la bacchetta fece il cenno della fine un’immensa felicità riempiva il loro cuore: avevano eseguito il famoso Inno alla gioia di Beethoven.
Cosa mi dice questa storia :
L'essere umano non e' nato per vivere da solo, dunque per vivere in una comunita' sono importantissime le regole che comportano diritti e doveri.
La
libertà assoluta non può che andare a ledere la libertà degli altri, per cui
e' necessario trovare dei compromessi affinchè si rispettino gli altri ed al tempo
stesso gli altri rispettino noi.
Da qui l'importanza dell'insegnamento dell'educazione civica, sin dai primi mesi di vita da parte dei genitori , della scuola e della comunità.
Da qui l'importanza dell'insegnamento dell'educazione civica, sin dai primi mesi di vita da parte dei genitori , della scuola e della comunità.
Insomma, non pensiamo sempre col nostro ego, ma proviamo a metterci sempre
dall'altra parte e vedere se saremmo felici che qualcuno ci faccia quello che
noi stiamo facendo.
(dal web)
Ci sono le divisioni sociali e ci sono le disuguaglianze economiche; opulenza e miseria. Razionalmente e cristianamente esse andrebbero vagliate in un confronto dialettico, sistemi elettorali, dialoghi, indagini, e altri metodi di pace. Se chi governa, governa nell’interesse del popolo, non dovrebbe alimentare con stampa e comizi, le discordie, che massacrano la comunità..
- Igino Giordani -
L’unico amore, Città Nuova, 1974 p.138
Far ritornare la società attuale alla carità
dei primi cristiani non sarà mai possibile se i membri della conquista non
siano essi stessi l'esempio pratico.
Si legge nelle prime storie del
cristianesimo che i pagani si convertivano non tanto per i miracoli, quanto
piuttosto per il disprezzo che i primi cristiani avevano della gloria e del
denaro.
Allora, se i miracoli non sono bastati per
convertire il mondo pagano, occorrerà trovare i mezzi più adatti. E il mezzo
più adatto, anzi il più efficace, credo sia la santità della nostra vita.
Sia dunque la nostra vita santa, ma di quella
santità che si presenta come modello da imitare.
- beato don Luigi Monza -