Io per te ho
flagellato l'Egitto e i primogeniti suoi
e tu mi hai consegnato per esser flagellato.
e tu mi hai consegnato per esser flagellato.
Popolo mio, che
male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.
In che ti ho provocato? Dammi risposta.
Io ti ho guidato
fuori dall'Egitto
e ho sommerso il faraone nel Mar Rosso,
e tu mi hai consegnato ai capi dei sacerdoti.
e ho sommerso il faraone nel Mar Rosso,
e tu mi hai consegnato ai capi dei sacerdoti.
Io ho aperto
davanti a te il mare,
e tu mi hai aperto con la lancia il costato
e tu mi hai aperto con la lancia il costato
Io ti ho fatto
strada con la nube,
e tu mi hai condotto al pretorio di Pilato
e tu mi hai condotto al pretorio di Pilato
Io ti ho nutrito
con manna nel deserto,
e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli.
e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli.
Io ti ho dissetato
dalla rupe con acqua di salvezza,
e tu mi hai dissetato con fiele e aceto.
e tu mi hai dissetato con fiele e aceto.
Io per te ho
colpito i re dei Cananei,
e tu hai colpito il mio capo con la canna
e tu hai colpito il mio capo con la canna
Io ti ho posto in
mano uno scettro regale,
e tu hai posto sul mio capo una corona di spine.
e tu hai posto sul mio capo una corona di spine.
lo ti ho esaltato
con grande potenza,
e tu mi hai sospeso al patibolo della croce.
e tu mi hai sospeso al patibolo della croce.
«Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri
sguardi, non splendore per poterci piacere. Eppure egli si è caricato delle
nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Egli è stato trafitto per le
nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza
si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti»
Isaia 53,2-5
Isaia 53,2-5
...La Croce di Gesù è il segno supremo
dell’amore di Dio per ogni uomo, è la risposta sovrabbondante al bisogno che ha
ogni persona di essere amata. Quando siamo nella prova, quando le nostre
famiglie si trovano ad affrontare il dolore, la tribolazione, guardiamo alla
Croce di Cristo: lì troviamo il coraggio per continuare a camminare; lì
possiamo ripetere, con ferma speranza, le parole di san Paolo: «Chi ci separerà
dall’amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? … Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati» (Rm 8,35.37)....
Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? … Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati» (Rm 8,35.37)....
- Papa Benedetto XVI -
dalla "Via Crucis del 06 aprile 2012"
La colomba di Pasqua
La colomba è uno dei simboli pasquali per
eccellenza tanto da essere diventata anche un dolce della tradizione italiana,
con impasto molto simile a quello del panettone natalizio. Nel simbolismo
cristiano, la colomba pasquale è segno di pace e fratellanza e sembra abbia
origini molto antiche, non ben verificabili. Si narra che questo tipico dolce
risalga al periodo medioevale quando i Barbari, sotto il comando del Re
Alboino, scesero in Italia per conquistare Pavia.
Un assedio di tre anni che terminò con la resa della città lombarda, il giorno
della vigilia di Pasqua dell'anno 572. Quando Re Alboino entrò in città, gli
andò incontro un artigiano che portava in dono quattro particolari pani a forma
di colomba: essi piacquero tanto al Re che promise di rispettare la città (che
elesse a capitale del Regno longobardo) e i suoi abitanti. Negli anni ‘30 del
Novecento, fu il pubblicitario Dino Villani (che lavorava per la ditta Motta)
ad avere l’idea di proporre un dolce per il periodo pasquale. La proposta fu di
utilizzare l’impasto dei panettoni, sfruttando gli stessi macchinari già in uso
e dando la forma di una colomba, rivestita di glassa all’amaretto e mandorle.
Il dolce ebbe un grande successo e da allora è parte della nostra tradizione
culinaria.