Non mi piace chi non dorme,
dice Dio..
Il sonno è l’amico dell’uomo.
Il sonno è l’amico di Dio.
Il sonno è forse la mia più
bella creatura.
E io stesso mi sono riposato il
settimo giorno.
Chi ha il cuore puro, dorme. E
chi dorme ha il cuore puro.
E’ il grande segreto per essere
instancabili come un bambino.
La pigrizia.
Non è un più grande peccato
dell’inquietudine.
E della disperazione e della
mancanza di fiducia in me.
Non parlo, dice Dio, di quegli
uomini che non lavorano e non dormono.
Quelli sono peccatori,
s’intende. E’ ben fatto per loro.
Grandi peccatori. Non hanno che da
lavorare.
Parlo di quelli che lavorano e
non dormono.
Li compiango.
Innocenti nelle braccia della
mia Provvidenza.
Hanno il coraggio di lavorare.
Non hanno il coraggio di non far nulla.
Hanno la virtù di lavorare. Non
hanno la virtù di non far nulla.
Di distendersi. Di riposarsi.
Di dormire.
Disgraziati non sanno cos’è
buono.
Governano benissimo i loro
affari durante il giorno.
Ma non vogliono affidarmene il
governo durante la notte.
Come se io non fossi capace di
assicurarne il governo durante una notte.
Chi non dorme è infedele alla
Speranza.
Ed è la più grande infedeltà.
Perché è l’infedeltà alla più
grande Fede.
Poveri ragazzi amministrano
nella giornata i loro affari con saggezza.
Ma venuta la sera non si
risolvono, non si rassegnano ad affidarne
il governo alla mia saggezza per lo spazio di una notte ad
affidarmene il governo.
E l’amministrazione e tutto il
governo.
Come se non fossi capace,
forse, di occuparmene un po’.
Di farvi attenzione.
Di governare e amministrare e
via discorrendo.
Ne amministro ben altri,
poveracci, io governo la creazione, è forse più difficile.
Potreste forse senza gran (di)
danno (-i) lasciarmi in mano i vostri affari, uomini saggi.
Sono forse saggio quanto voi.
Potreste forse rimettermeli per
lo spazio di una notte.
Lo spazio che voi dormiate.
Infine.
E l’indomani mattina li
ritrovereste forse non troppo sciupati.
L’indomani mattina non
starebbero forse peggio.
Sono forse ancora capace di
condurli un po’.
La saggezza umana dice: Non
rimandare a domani ciò che puoi fare oggi stesso.
E io vi dico Colui che sa
rimandare al domani è quello che è più gradito a
Dio.
Colui che dorme come un bambino è anche colui che dorme come
la mia cara Speranza.
E io vi dico: rimandate a domani quelle preoccupazioni e quelle
pene che oggi vi rodono e oggi potrebbero divorarvi.
Rimandate a domani quei
singhiozzi che vi soffocano quando vedete l’ infelicità di
oggi.
Quei singhiozzi che vi salgono
e vi strangolano.
Rimandate a domani quelle
lacrime che vi riempiono gli occhi e la testa.
Che v’inondano. Che vi cadono.
Quelle lacrime che vi colano.
Perché da qui a domani, io,
Dio, sarò forse passato.
La saggezza umana dice: disgraziato chi rimette a domani.
E io dico Beato, beato chi
rimette a domani.
Beato chi rimette. Cioè Beato
chi spera. E che dorme.
Perché sei tu che culli tutta
la Creazione in un Sonno riparatore.
Come si adagia un bimbo nel suo
lettino, come sua madre lo adagia e come
sua madre lo rincalza e lo bacia (Non ha paura di
svegliarlo. Dorme così bene.)
Come sua madre lo rincalza e
ride e lo bacia in fronte scherzando.
E anche lui ride, ride in
risposta dormendo.
Così, o notte, madre dagli
occhi neri, madre universale, non più soltanto madre dei
bimbi (è così facile) ma madre degli uomini stessi e
delle donne, e questo è così difficile.
O Notte, o figlia mia Notte, tu
la più religiosa delle mie figlie la più pia.
Delle mie figlie, delle mie
creature colei che è più nelle mie mani, la più abbandonata.
Tu mi glorifichi nel Sonno
ancor più di quanto tuo Fratello il Giorno mi glorifichi nel
Lavoro.
Perché l’uomo nel lavoro non mi
glorifica che per mezzo del suo lavoro.
E nel sonno sono io che
glorifico me stesso per mezzo dell’abbandonarsi dell’uomo.
Ed è più sicuro, io ci so far
meglio.
Notte tu sei la sola che fasci
le ferite.
I cuori doloranti. Tutti
scassati. Tutti smembrati.
O mia figlia dagli occhi neri,
la sola delle mie figlie che sia, che io possa dire mia complice.
Che sia complice con me, perché
tu ed io, io per mezzo tuo insieme facciamo cadere l’uomo
nella trappola delle mie braccia e lo prendiamo un po’ per
sorpresa.
Ma lo si prende come si può. Se
qualcuno lo sa, quello sono io.
Tu che addormenti, tu che
avvolgi già in un’Ombra eterna tutte le mie creature
Più inquiete, il cavallo
focoso, la formica laboriosa, e l’uomo questo mostro
d’inquietudine.
Da solo più inquieto di tutta
la creazione tutta insieme.
- Charles Peguy -
da "Il portico del mistero della seconda virtù"
Una casa frana sempre e solo dall'interno.
- Charles Peguy -
"Il peccatore è parte integrante,
pezzo integrante del meccanismo della cristianità.
Nessuno è così competente
come il peccatore in materia di cristianità. Nessuno, se non il santo. E in
principio è lo stesso uomo.
Il peccatore tende la mano al santo, dà la mano al
santo, perchè il santo dà la mano al peccatore.
E tutti insieme, l'uno
con l'altro, l'uno tirando l'altro, essi risalgono fino a Gesù, fanno una
catena che risale fino a Gesù.
Chi non è cristiano è chi non dà la mano.
Poco
importa ciò che faccia in seguito di questa mano.
Non si è cristiani perchè si
è a un certo livello morale, intellettuale, anche spirituale.
Si è cristiano perchè si è di una certa
razza, di una certa razza che risale, di una certa razza mistica, di una certa
razza spirituale e carnale, temporale ed eterna, di un certo sangue."
- Charles Peguy -
da: "Un nuovo teologo, il signor Fernand Laudet"
Il mondo è pieno di persone oneste. Si riconoscono dal
fatto che compiono le cattive azioni con più goffaggine.
- Charles Peguy -
Buona giornata a tutti. :-)
Ultim'ora: Bentornata Samantha!