Un maestro indù mostrò un giorno ai discepoli un foglio
di carta con un puntino nero nel mezzo. «Che cosa vedete?», chiese. Ed essi: «Un
punto nero!». «Come? Nessuno di voi è stato capace di vedere il grande spazio bianco
tutt'attorno?».
Alle porte di una chiesa milanese, dove sosto uscendo per qualche momento dal frastuono
della via, trovo alcune copie del bollettino parrocchiale.
Ne prendo una e
leggo queste pagine limpide e semplici.
C'è un articolo molto bello del parroco:
egli parla alle giovani coppie che si sono preparate con lui alla celebrazione
del loro matrimonio.
M'imbatto, così, in
questo apologo orientale e mi è facile proporlo a tutti i miei lettori per una
riflessione semplice ma significativa e forse necessaria. Passiamo, infatti, la
vita a scovare le pagliuzze negli occhi altrui, a lamentarci per le piccole
amarezze dell'esistenza, a elencare puntigliosamente tutto quello che non va
nella società, nella Chiesa, nel mondo. Lo sguardo è sempre proteso ai puntini
neri che costellano il cielo della storia.
Ma non ci accorgiamo quasi mai del tanto, anzi, dell'immenso candore che c'è nelle anime, dell'amore che in ogni istante è nascostamente donato, della bontà, della giustizia, della verità che pure popolano i nostri giorni e la nostra terra. Certo, non si deve volteggiare nell'orizzonte di un ottimismo di maniera, perché il male esiste ed è sempre attivo. Ma aveva ragione lo scrittore Joseph Conrad quando nel suo romanzo L'agente segreto (1907) denunciava «la macchia di quel rassegnato pessimismo che corrompe il mondo».
Ma non ci accorgiamo quasi mai del tanto, anzi, dell'immenso candore che c'è nelle anime, dell'amore che in ogni istante è nascostamente donato, della bontà, della giustizia, della verità che pure popolano i nostri giorni e la nostra terra. Certo, non si deve volteggiare nell'orizzonte di un ottimismo di maniera, perché il male esiste ed è sempre attivo. Ma aveva ragione lo scrittore Joseph Conrad quando nel suo romanzo L'agente segreto (1907) denunciava «la macchia di quel rassegnato pessimismo che corrompe il mondo».
«Non abbiate paura - ci
ripete Cristo - perché io ho vinto il mondo» ed è questa l'ultima parola della
storia.
(Card. Gianfranco Ravasi)
Fonte: Avvenire, Il Mattutino
“Siamo una Chiesa di peccatori; e noi peccatori siamo
chiamati a lasciarci trasformare, rinnovare, santificare da Dio”, ha detto Papa
Francesco. “C’è stata nella storia la tentazione di alcuni che affermavano: la
Chiesa è solo la Chiesa dei puri, di quelli che sono totalmente coerenti, e gli
altri vanno allontanati. Ma questa era una eresia. No! La Chiesa, che è santa,
non rifiuta i peccatori; al contrario li accoglie, è aperta anche ai più lontani,
chiama tutti a lasciarsi avvolgere dalla misericordia, dalla tenerezza e dal
perdono del Padre, che offre a tutti la possibilità di incontrarlo, di
camminare verso la santità. ‘Mah! Padre, io sono un peccatore, ho grandi
peccati, come posso sentirmi parte della Chiesa? ‘. Caro fratello, cara
sorella, è proprio questo che desidera il Signore; che tu gli dica: ‘Signore
sono qui, con i miei peccati. Perdonami, aiutami a camminare, trasforma il mio
cuore! ‘. Nella Chiesa, il Dio che incontriamo non è un giudice spietato, ma è
come il Padre della parabola evangelica. Puoi essere come il figlio che ha
lasciato la casa, che ha toccato il fondo della lontananza da Dio. Quando hai
la forza di dire: voglio tornare in casa, troverai la porta aperta, Dio ti
viene incontro perché ti aspetta sempre, Dio ti abbraccia, ti bacia e fa festa.
Il Signore ci vuole parte di una Chiesa che sa aprire le braccia per accogliere
tutti, che non è la casa di pochi, ma la casa di tutti, dove tutti possono
essere rinnovati, trasformati, santificati dal suo amore, i più forti e i più
deboli, i peccatori, gli indifferenti, coloro che si sentono scoraggiati e perduti”.
“C’è una celebre frase dello scrittore francese
Leon Bloy”, ha detto il Papa, “negli ultimi momenti della sua vita diceva: ‘C’è
una sola tristezza nella vita, quella di non essere santi’. Non perdiamo la
speranza nella santità, percorriamo tutti questa strada. Vogliamo essere santi?
Tutti?”.
Donare un sorriso
Rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
Ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
Da poterne fare a meno
Né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia,
Da sostegno nel lavoro
Ed segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
Rinnova il coraggio nelle prove,
E nella tristezza è medicina.
E poi se incontri chi non te lo offre,
Sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
Come colui che non sa darlo.
Rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
Ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
Da poterne fare a meno
Né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia,
Da sostegno nel lavoro
Ed segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
Rinnova il coraggio nelle prove,
E nella tristezza è medicina.
E poi se incontri chi non te lo offre,
Sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
Come colui che non sa darlo.
Preghiera per la sera
Come i due
discepoli del Vangelo,
ti imploriamo, Signore Gesù: rimani con noi!
Tu, divino Viandante,
esperto delle nostre strade
e conoscitore del nostro cuore,
non lasciarci prigionieri delle ombre della sera.
Sostienici nella stanchezza,
perdona i nostri peccati,
orienta i nostri passi sulla via del bene.
Benedici i bambini, i giovani, gli anziani, le famiglie, in particolare i malati.
Benedici i sacerdoti e le persone consacrate.
Benedici tutta l'umanità.
Nell'Eucaristia ti sei fatto "farmaco d'immortalità:
dacci il gusto di una vita piena,
che ci faccia camminare su questa terra
come pellegrini fiduciosi e gioiosi,
guardando sempre al traguardo della vita che non ha fine.
Rimani con noi ,Signore! Rimani con noi! Amen
Papa Giovanni Paolo II
Preghiera di Giovanni Paolo II per l'Anno Eucaristico 2004
Buona giornata a tutti. :-)
www.leggoerifletto.it
ti imploriamo, Signore Gesù: rimani con noi!
Tu, divino Viandante,
esperto delle nostre strade
e conoscitore del nostro cuore,
non lasciarci prigionieri delle ombre della sera.
Sostienici nella stanchezza,
perdona i nostri peccati,
orienta i nostri passi sulla via del bene.
Benedici i bambini, i giovani, gli anziani, le famiglie, in particolare i malati.
Benedici i sacerdoti e le persone consacrate.
Benedici tutta l'umanità.
Nell'Eucaristia ti sei fatto "farmaco d'immortalità:
dacci il gusto di una vita piena,
che ci faccia camminare su questa terra
come pellegrini fiduciosi e gioiosi,
guardando sempre al traguardo della vita che non ha fine.
Rimani con noi ,Signore! Rimani con noi! Amen
Papa Giovanni Paolo II
Preghiera di Giovanni Paolo II per l'Anno Eucaristico 2004
Buona giornata a tutti. :-)
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