Quanto importante è il bambino agli occhi di Gesù!
Il giorno della Prima Comunione è inoltre una grande festa nella parrocchia. Ricordo come fosse oggi quando, insieme con i miei coetanei, ricevetti per la prima volta l'Eucaristia nella chiesa parrocchiale del mio paese.
Si suole fissare quest'evento nelle foto di famiglia, perché non venga dimenticato. Tali istantanee seguono in genere la persona per il resto degli anni.
Vi parlavo prima del «Vangelo del bambino»: non ha avuto esso in questa nostra epoca un'espressione particolare nella spiritualità di santa Teresa di Gesù Bambino? È proprio vero: Gesù e la sua Mamma scelgono spesso i bambini per affidare loro compiti grandi per la vita della Chiesa e dell'umanità.
Ne ho nominato solo alcuni universalmente conosciuti, ma quanti altri meno noti ne esistono!
Il Redentore dell'umanità sembra condividere con loro la sollecitudine per gli altri: per i genitori, per i compagni e le compagne. Egli attende tanto la loro preghiera.
Che potenza enorme ha la preghiera dei bambini! Essa diventa un modello per gli stessi adulti: pregare con fiducia semplice e totale vuol dire pregare come sanno pregare i bambini.
Il Papa conta molto sulle vostre preghiere.
Permettete, cari ragazzi e ragazze, che al termine di questa Lettera ricordi le parole di un Salmo che mi hanno sempre commosso: Laudate pueri Dominum! Lodate, fanciulli del Signore, lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, ora e sempre. Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore! (cf. Sal 112/113, 1-3).
Mentre medito le parole di questo Salmo, mi passano davanti agli occhi i volti dei bambini di tutto il mondo: dall'oriente all'occidente, dal settentrione al mezzogiorno. È a voi, piccoli amici, senza differenze di lingua, di razza o nazionalità, che dico: Lodate il nome del Signore!
Si
potrebbe addirittura osservare che il Vangelo è profondamente permeato dalla
verità sul bambino. Lo si potrebbe persino leggere nel suo insieme come il
«Vangelo del bambino».
Che vuol dire infatti: «Se non vi convertirete e non
diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei cieli»? Non pone forse
Gesù il bambino come modello anche per gli adulti? Nel bambino c'è qualcosa che
mai può mancare in chi vuol entrare nel Regno dei cieli. Al cielo sono
destinati quanti sono semplici come i bambini, quanti come loro sono pieni di
fiducioso abbandono, ricchi di bontà e puri. Questi solamente possono ritrovare
in Dio un Padre, e diventare a loro volta, grazie a Gesù, altrettanti figli di
Dio.
Gesù dona se stesso.
Cari amici, incontro indimenticabile con Gesù è
senz'altro la Prima Comunione, giorno da ricordare come uno dei più belli della
vita. L'Eucaristia, istituita da Cristo la vigilia della sua passione durante
l'Ultima Cena, è un sacramento della Nuova Alleanza, anzi, il più grande dei
sacramenti. In esso il Signore si fa cibo delle anime sotto le specie del pane
e del vino. I bambini lo ricevono solennemente una prima volta - nella Prima
Comunione, appunto - e sono invitati a riceverlo in seguito il più spesso
possibile per rimanere in intima amicizia con Gesù.
Per accostarsi alla Santa Comunione, come sapete,
occorre aver ricevuto il Battesimo: questo è il primo dei sacramenti e il più
necessario per la salvezza.
È un grande avvenimento il Battesimo! Nei primi secoli
della Chiesa, quando a ricevere il Battesimo erano soprattutto gli adulti, il
rito si concludeva con la partecipazione all'Eucaristia ed aveva la solennità
che oggi accompagna la Prima Comunione. Successivamente, quando s'incominciò a
dare il Battesimo soprattutto ai neonati - è il caso anche di molti fra voi,
cari bambini, che infatti non ricordate il giorno del vostro Battesimo - la
festa più solenne fu spostata al momento della Prima Comunione.
Ogni ragazzo e ogni ragazza di famiglia cattolica conosce bene questa consuetudine: la Prima Comunione è vissuta come una grande festa di famiglia. In quel giorno, insieme con il festeggiato, in genere si accostano all'Eucaristia i genitori, i fratelli, le sorelle, i parenti, i padrini, talora anche gli insegnanti e gli educatori.
Ogni ragazzo e ogni ragazza di famiglia cattolica conosce bene questa consuetudine: la Prima Comunione è vissuta come una grande festa di famiglia. In quel giorno, insieme con il festeggiato, in genere si accostano all'Eucaristia i genitori, i fratelli, le sorelle, i parenti, i padrini, talora anche gli insegnanti e gli educatori.
Il giorno della Prima Comunione è inoltre una grande festa nella parrocchia. Ricordo come fosse oggi quando, insieme con i miei coetanei, ricevetti per la prima volta l'Eucaristia nella chiesa parrocchiale del mio paese.
Si suole fissare quest'evento nelle foto di famiglia, perché non venga dimenticato. Tali istantanee seguono in genere la persona per il resto degli anni.
Col passare del tempo, si rivive, sfogliandole,
l'atmosfera di quei momenti; si torna alla purezza e alla gioia sperimentate
nell'incontro con Gesù, fattosi per amore Redentore dell'uomo.
Per quanti bambini nella storia della Chiesa
l'Eucaristia è stata fonte di forza spirituale, a volte addirittura eroica!
Come non ricordare, ad esempio, ragazzi e ragazze santi, vissuti nei primi
secoli ed ancora oggi conosciuti e venerati in tutta la Chiesa? Sant'Agnese,
che visse a Roma; sant'Agata, martirizzata in Sicilia; san Tarcisio, un ragazzo
ben a ragione chiamato martire dell'Eucaristia, perché preferì morire piuttosto
che cedere Gesù, che portava con sé sotto le specie del pane.
E così lungo i secoli, sino ai nostri tempi, non
mancano bambini e ragazzi tra i santi e i beati della Chiesa. Come nel Vangelo
Gesù manifesta particolare fiducia nei bambini, così la Mamma sua, Maria, non
ha mancato di riservare ai piccoli, nel corso della storia, la sua materna
premura. Pensate a santa Bernardetta di Lourdes, ai fanciulli di La Salette e,
nel nostro secolo, a Lucia, Francesco e Giacinta di Fatima.
Vi parlavo prima del «Vangelo del bambino»: non ha avuto esso in questa nostra epoca un'espressione particolare nella spiritualità di santa Teresa di Gesù Bambino? È proprio vero: Gesù e la sua Mamma scelgono spesso i bambini per affidare loro compiti grandi per la vita della Chiesa e dell'umanità.
Ne ho nominato solo alcuni universalmente conosciuti, ma quanti altri meno noti ne esistono!
Il Redentore dell'umanità sembra condividere con loro la sollecitudine per gli altri: per i genitori, per i compagni e le compagne. Egli attende tanto la loro preghiera.
Che potenza enorme ha la preghiera dei bambini! Essa diventa un modello per gli stessi adulti: pregare con fiducia semplice e totale vuol dire pregare come sanno pregare i bambini.
Ed arrivo ad un punto importante di questa mia Lettera:
al termine ormai dell'Anno della Famiglia, è alla vostra preghiera, cari
piccoli amici, che desidero affidare i problemi della vostra e di tutte le
famiglie del mondo.
E non soltanto questo: ho ancora altre intenzioni da raccomandarvi.
E non soltanto questo: ho ancora altre intenzioni da raccomandarvi.
Il Papa conta molto sulle vostre preghiere.
Dobbiamo pregare insieme e molto, affinché l'umanità,
formata da diversi miliardi di esseri umani, diventi sempre più la famiglia di
Dio, e possa vivere nella pace.
Ho ricordato all'inizio le indicibili sofferenze che
tanti bambini hanno sperimentato in questo secolo, e quelle che molti di loro
continuano a subire anche in questo momento. Quanti, anche in questi giorni, cadono
vittime dell'odio che imperversa in diverse regioni della terra: nei Balcani,
ad esempio, ed in alcuni paesi dell'Africa. Proprio meditando su questi fatti,
che colmano di dolore i nostri cuori, ho deciso di chiedere a voi, cari bambini
e ragazzi, di farvi carico della preghiera per la pace.
Lo sapete bene: l'amore e la concordia costruiscono la
pace, l'odio e la violenza la distruggono. Voi rifuggite istintivamente
dall'odio e siete attratti dall'amore: per questo il Papa è certo che non
respingerete la sua richiesta, ma vi unirete alla sua preghiera per la pace nel
mondo con lo stesso slancio con cui pregate per la pace e la concordia nelle
vostre famiglie.
Lodate il nome del Signore!
Permettete, cari ragazzi e ragazze, che al termine di questa Lettera ricordi le parole di un Salmo che mi hanno sempre commosso: Laudate pueri Dominum! Lodate, fanciulli del Signore, lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, ora e sempre. Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore! (cf. Sal 112/113, 1-3).
Mentre medito le parole di questo Salmo, mi passano davanti agli occhi i volti dei bambini di tutto il mondo: dall'oriente all'occidente, dal settentrione al mezzogiorno. È a voi, piccoli amici, senza differenze di lingua, di razza o nazionalità, che dico: Lodate il nome del Signore!
E poiché l'uomo deve lodare Dio prima di tutto con la
vita, non dimenticatevi di ciò che Gesù dodicenne disse a sua Madre e a
Giuseppe nel Tempio di Gerusalemme: «Non sapevate che io devo occuparmi delle
cose del Padre mio?» (Lc 2, 49). L'uomo loda Dio seguendo la voce della propria
vocazione. Dio chiama ogni uomo e la sua voce si fa sentire già nell'anima del
bambino: chiama a vivere nel matrimonio oppure ad essere sacerdote; chiama alla
vita consacrata o forse al lavoro nelle missioni... Chi sa? Pregate, cari
ragazzi e ragazze, per scoprire qual è la vostra vocazione, per poi seguirla
generosamente.
L'uomo non può vivere senza amore. Egli è chiamato ad
amare Dio e il prossimo, ma per amare veramente deve avere la certezza che Dio
gli vuole bene.
Quest'amore poi si estenda all'intera vostra comunità,
anzi a tutto il mondo, grazie proprio a voi, cari ragazzi e bambini. L'amore
allora raggiungerà quanti ne hanno particolare bisogno, specialmente i
sofferenti e gli abbandonati. Quale gioia è più grande di quella portata
dall'amore?
Alza la tua manina, divino Bambino,
e benedici questi tuoi piccoli amici,
benedici i bambini di tutta la terra!
e benedici questi tuoi piccoli amici,
benedici i bambini di tutta la terra!
Dal Vaticano, 13 dicembre 1994
Beato Giovanni Paolo II
Lettera ai bambini, 1994
per leggere il testo integrale: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/letters/documents/hf_jp-ii_let_13121994_children_it.html
La nuova evangelizzazione non
consiste in un nuovo Vangelo, non deve riguardare i contenuti, ma gli
atteggiamenti, lo stile, lo sforzo, la programmazione, il metodo di apostolato,
il linguaggio, che devono essere tali da rendere accessibile, penetrante,
valida e profonda la risposta all’ uomo di oggi, senza per nulla alterare o
modificare il contenuto del messaggio evangelico.
Proteggimi, Signore,
come un tesoro,
come un dono
a lungo desiderato.
Proteggimi, Signore,
e scrivi il mio nome
sul palmo della tua mano,
perché io sappia
di esistere.
All’ombra
delle tue ali,
la paura
si scioglie
in un canto.
Nel nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo
Il segno della croce è il più antico e principale
"sacramentale", termine che significa, un "segno sacro",
mediante il quale, ad imitazione dei
sacramenti, "sono significati
principalmente effetti spirituali che si ottengono per supplica della
Chiesa".
Esso ci difende dal male, ci protegge contro gli assalti del
demonio e ci rende propizia la grazia di Dio.
San Gaudenzio (set. IV) afferma che, in tutte le
circostanze,
esso è "una invincibile armatura dei cristiani".
Ai fedeli che si mostravano turbati o tentati, i Padri della
Chiesa
consigliavano il segno della croce come rimedio dall'efficacia
garantita.
La violenza distrugge ciò
che vuole difendere: la dignità, la libertà, e la vita delle persone.
- Beato Giovanni Paolo II -
- Beato Giovanni Paolo II -
Buona giornata a tutti. :-)