sabato 21 maggio 2011

Vita della mia vita - Rabindranath Tagore -

Vita della mia vita,
sempre cercherò di conservare
puro il mio corpo,
sapendo che la tua carezza vivente
mi sfiora tutte le membra.
Sempre cercherò di allontanare
ogni falsità dai miei pensieri,
sapendo che tu sei la verità
che nella mente
mi ha acceso la luce della ragione.
Sempre cercherò di scacciare
ogni malvagità dal mio cuore,
e di farvi fiorire l'amore,
sapendo che hai la tua dimora
nel più profondo del cuore.
E sempre cercherò nelle mie azioni
di rivelare te,
sapendo che è il tuo potere
che mi dà la forza di agire.


(Rabindranath Tagore)

L'amore di Psiche, 1878
Eugene Medard (1847-1887)

Quae dum insatiabili animo Psyche,
satis et curiosa, rimatur atque pertrectat,
et mariti sui miratur arma,
depromit unam de pharetra sagittam,
et, puncto pollicis extremam aciem periclitabunda,
trementis etiam nunc articoli nisu fortiore pupugit altius,
 ut per summam cutem roraverint parvulae sanguinis rosei guttae.
Sic ignara Psyche sponte in Amoris incidit amorem.
Tunc magis magisque cupidine flagrans Cupidinis,
 prona in eum efflictim inhians,
patulis ac petulantibus saviis festinanter ingestis de somni censura metuebat.


Psiche con curiosità insaziabile
si sofferma a guardarle e le tocca e ammira le armi del suo sposo,
poi estrae una freccia dalla faretra e toccando il pollice la punta acuta,
facendo un movimento un po’ troppo brusco con la mano
ancora tremante si punge piuttosto profondamente il dito,
cosicché a fior di pelle escono alcune goccioline di roseo sangue,
come rugiada.
Così l’ignara Psiche per colpa sua fu presa dall’amore di Amore.
Allora,
sentendo crescere irresistibilmente dentro di sé la voluttà per il dio della voluttà,
china su di lui con le labbra dischiuse prese a baciarlo e ribaciarlo con baci appassionati,  senza freno, temendo solo che si svegliasse.
Lucio Apuleio, “La favola di Amore e Psiche”
nella traduzione di Gabriella D’Anna




Buona giornata a tutti,:)

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