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lunedì 7 ottobre 2019

Festa della Madonna della Vittoria o del Santo Rosario, 7 ottobre

Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii, victores nos fecit 
(non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori)

Battaglia di Lepanto
Nel pomeriggio del 7 ottobre, Pontefice Pio V che aveva moltiplicato le preghiere a Colei che sempre aveva soccorso i cristiani nelle ore drammatiche della cristianità, stava esaminando i conti con alcuni prelati. 
D'improvviso fu visto levarsi, avvicinarsi alla finestra fissando lo sguardo come estatico e poi, ritornando verso i prelati esclamare: "Non occupiamoci più di affari, ma andiamo a ringraziare Iddio.
La flotta cristiana ha ottenuto vittoria".
Il Pontefice attribuì il trionfo di Lepanto all'intercessione della Vergine e volle che nelle Litanie lauretane si aggiungesse l'invocazione Auxilium christianorum.
Venezia, ormai era libera di continuare i suoi commerci sui mari senza dover pagare ingenti pedaggi all’impero ottomano e quindi, il Senato Veneziano che non era composto da donnicciole, ma da uomini fieri a sfidare i più gravi pericoli in mare e in terra, volle attribuire alla Santissima Vergine il merito principale della vittoria e sul quadro fatto dipingere nella sala delle sue adunanze fece scrivere queste parole: Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii, victores nos fecit (non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori).
Il nome di Lepanto era entrato nella storia nel 1571. 
Per la prima volta dopo un secolo il Mediterraneo tornò libero. 
A partire da questo giorno iniziò il declino dell'impero ottomano.

Domenica, 7 ottobre 1571 - Golfo di Corinto. Vittoria della Lega Santa.



I musulmani di allora tagliavano le teste così come le tagliano oggi quelli dell’Isis: essi non hanno mutato i loro sistemi, mentre i cristiani hanno declinato i loro doveri davanti a Dio e alle loro nazioni, asservendosi non più al Re del Cielo e della terra, ma al padrone degli Inferi.
Spiegava san Louis-Marie Grignon de Montfort: «Nel Cielo, Maria comanda agli angeli e ai beati. Come ricompensa della sua profonda umiltà, Dio le ha dato il potere e l’incarico di riempire di santi i troni lasciati vuoti dalla superbia degli angeli ribelli». 
Tutte le grazie passano per Maria, come ci insegnano i grande teologi mariani ed ecco perché san Pio V, Papa mariano e domenicano, affidò a Maria Santissima le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati dai musulmani.


- Cristina Saccardi -




O Maria, Regina del Santo Rosario,
che risplendi nella gloria di Dio come Madre di Cristo e Madre nostra,
estendi a noi, Tuoi figli, la Tua materna protezione.

Ti contempliamo nel silenzio della Tua vita nascosta,
in attento e docile ascolto alla chiamata del Messaggero divino.
Ci avvolge di sublime tenerezza il mistero della Tua carità interiore, 
che genera vita e dona gioia a coloro che in Tè confidano. 
Ci intenerisce il Tuo cuore di Madre, 
pronto a seguire ovunque il Figlio Gesù fin sul Calvario, 
dove, tra i dolori della passione, 
stai ai piedi della croce con eroica volontà di redenzione.

Nel trionfo della Risurrezione,
la Tua presenza infonde gioioso coraggio a tutti i credenti,
chiamati ad essere testimonianza di comunione, 
un cuor solo e un'anima sola.

Ora, nella beatitudine di Dio, quale sposa dello Spirito,
Madre e Regina della Chiesa, colmi di gioia il cuore dei santi e, 
attraverso i secoli, sei conforto e difesa nei pericoli.

O Maria, Regina del Santo Rosario,
guidaci nella contemplazione dei misteri del Tuo Figlio Gesù, 
perché anche noi, seguendo insieme con Tè il cammino di Cristo, 
diventiamo capaci di vivere con piena disponibilità 
gli eventi della nostra salvezza. 
Benedici le famiglie; 
dona ad esse la gioia di un amore indefettibile, 
aperto al dono della vita; proteggi i giovani.

Da' serena speranza a chi vive nella vecchiaia o soccombe nel dolore. 
Aiutaci ad aprirci alla luce divina e con Tè leggere i segni della sua presenza, per conformarci sempre più al Figlio Tuo, Gesù, 
e contemplare in eterno, ormai trasfigurati, 
il Suo volto nel Regno di pace infinita. Amen

† Alberto Maria Careggio, Vescovo

Buona giornata a tutti. :)





martedì 30 aprile 2019

Lotta contro l'eresia, contro l'Islam, san Pio V - dom Prosper Guéranger

Lotta contro l'eresia
Tutta la vita di Pio V è stata una lotta. 
Nei tempi agitati in cui ebbe a reggere la Chiesa, l'errore aveva invaso una grande porzione della cristianità e ne minacciava il resto. 
Astuto e accomodante nei luoghi ove non poteva sviluppare la sua audacia, esso agognava all'Italia; la sua ambizione sacrilega era di rovesciare la cattedra apostolica, e di trascinare senza scampo tutto il mondo cristiano nelle tenebre dell'eresia. 
Pio difese tutta la penisola minacciata con una dedizione inviolabile. Anche prima di essere innalzato agli onori del supremo Pontificato, espose spesso la sua vita per strappare le città alla seduzione. 
Imitatore fedele di Pietro Martire, non lo si vide mai indietreggiare di fronte al pericolo; e gli emissari dell'eresia ovunque fuggirono al suo avvicinarsi.
Elevato alla cattedra di san Pietro, seppe infondere nei novatori un terrore salutare, risollevò il coraggio dei sovrani dell'Italia e, con moderato rigore, riuscì a rigettare al di là delle Alpi il flagello che avrebbe trascinato l'Europa alla distruzione del cristianesimo, se gli Stati del Mezzogiorno non vi avessero opposto una barriera invincibile. 
L'eresia si arrestò. 
Da allora il protestantesimo, ridotto a logorar se stesso, dette spettacolo di quella anarchia di dottrine che avrebbe portato alla desolazione il mondo intero, senza la vigilanza del Pastore che, sostenendo con indomabile zelo i difensori della verità in tutti gli stati ove essa regnava ancora, si oppose, come una parete di bronzo, al dilagarsi dell'errore nelle contrade ove comandava da padrone.



... contro l'Islam
Un altro nemico, approfittando delle divisioni religiose dell'Occidente, minaccia l'Europa in quei medesimi giorni; e l'Italia era destinata ad essere la prima preda. Uscita dal Bosforo, la flotta ottomana, si dirige contro la cristianità; sarebbe la fine, se l'energico Pontefice non vegliasse sulla salvezza di tutti. 
Getta l'allarme, chiama alle armi i prìncipi cristiani. 
L'Impero e la Francia, lacerate dalle fazioni che l'eresia vi ha generato, odono l'appello, ma restano immobili; la Spagna sola, con Venezia e la piccola flotta papale, rispondono alle istanze del Pontefice, e, ben presto la Croce e la mezzaluna si trovano di fronte nel golfo di Lepanto. 
La preghiera di Pio decide la vittoria in favore dei cristiani, le cui forze sono di molto inferiori a quelle dei Turchi. 
Noi ritroviamo questa felice memoria in ottobre, per la festa della Madonna del Rosario. 
Ma oggi bisogna ricordare la rivelazione fatta dal Santo Pontefice, la sera della grande giornata del 7 ottobre 1571. 
Dalle sei del mattino, fino all'approssimarsi della notte, la battaglia si svolse tra la flotta cristiana e quella musulmana. 
Improvvisamente, il Pontefice, spinto da un divino impulso, guarda fisso il cielo, resta in silenzio qualche istante, poi, volgendosi verso le persone presenti, dice loro: "Ringraziamo Iddio: la vittoria è dei cristiani". 
Ben presto la notizia giunse a Roma, ed in tutta la cristianità non si tardò a conoscere che ancora una volta il Papa aveva salvato l'Europa. 
La disfatta di Lepanto portò alla potenza ottomana un terribile colpo, dal quale non si risollevò mai più: l'era della sua decadenza data da quel giorno famoso.


Il riformatore
L'opera di san Pio V per la rigenerazione del costume cristiano, per fissare la disciplina del concilio di Trento, per la pubblicazione del Breviario e del Messale sottoposti a riforma, ha fatto del suo pontificato, durato sei anni, una delle epoche maggiormente feconde della storia della Chiesa. 
Più d'una volta i protestanti si sono inchinati con ammirazione di fronte a questo avversario della loro pretesa riforma. "Mi meraviglio, diceva Bacone, che la Chiesa Romana non abbia ancora canonizzato quest'uomo illustre". 
Ed effettivamente Pio V non fu annoverato nel numero dei Santi che circa centotrent'anni dopo la sua morte, ciò che dimostra quanto sia grande l'imparzialità della Chiesa Romana nel rendere gli onori dell'apoteosi anche quando si tratta dei suoi capi maggiormente venerati.



I miracoli
La gloria dei miracoli incoronò fin da questo mondo il santo Pontefice; ricorderemo qui due dei suoi prodigi più popolari. Un giorno, traversando insieme all'ambasciatore di Polonia la piazza del Vaticano, che si estende su quell'area dove una volta fu il circo di Nerone, si sente preso di entusiasmo per la gloria ed il coraggio dei martiri che ebbero a soffrire in quello stesso luogo, durante la prima persecuzione. 
Egli allora si china e raccoglie un pugno di polvere da quel campo di tormenti, calpestato da tante generazioni di fedeli, dopo la pace di Costantino. 
Versa quella polvere in una bianca tela che gli presenta l'ambasciatore; ma quando questo, rientrato a casa sua, fa per aprirlo, lo trova impregnato di un sangue vermiglio, che si sarebbe detto essere stato versato in quello stesso istante: la polvere era sparita. 
La fede del Pontefice aveva evocato il sangue dei martiri, e questo riappariva al suo richiamo per attestare, di fronte all'eresia, che la Chiesa Romana, nel XVI secolo, era sempre la stessa, per la quale quegli eroi, al tempo di Nerone, avevano dato la loro vita.
La perfidia degli eretici tentò più di una volta di metter fine ad una vita che lasciava senza speranza di successo i loro progetti per la conquista dell'Italia. Con uno stratagemma, tanto vile quanto sacrilego, assecondati da un odioso tradimento, essi impregnarono di un sottile veleno i piedi del Crocifisso che il santo Pontefice aveva nel suo oratorio, e sul quale spesso poggiava le sue labbra. 
Pio V, nel fervore della preghiera, si apprestava a dare questo segno di amore, per mezzo della sua sacra immagine, al Salvatore degli uomini; ma d'un tratto, o prodigio! i piedi del Crocifisso si staccarono dalla croce e sembravano sfuggire ai rispettosi baci del vegliardo. 
Pio V comprese, allora, che la malvagità dei nemici aveva voluto trasformare per lui in strumento di morte anche quel legno che ci aveva reso la vita.
Un ultimo avvenimento incoraggiò i fedeli, secondo l'esempio del grande Pontefice, a coltivare la santa Liturgia durante il tempo dell'anno in cui siamo. 
Sul letto di morte, gettando un estremo sguardo verso la Chiesa della terra, che abbandonava per quella del cielo, e volendo implorare ancora, per l'ultima volta, la bontà divina in favore di quel gregge che lasciava esposto a tanti pericoli, recitò con voce quasi spenta, questa strofa degli inni del tempo pasquale: "Creatore degli uomini, degnatevi in questi giorni colmi delle gioie della Pasqua, preservare il vostro popolo dagli assalti della morte". Terminate queste parole, si addormentò placidamente.



Michele Ghislieri nacque nel 1504, nella diocesi di Tortona. Entrato a 14 anni nell'Ordine dei Predicatori, fu mandato all'Università di Bologna per studiarvi la Teologia, che dopo insegnò per sedici anni. Poi fu nominato Inquisitore e Commissario generale del Santo Uffizio, nel 1551: mansione che gli valse molte persecuzioni, ma gli permise anche di ricondurre numerosi eretici alla verità cattolica. Le sue virtù lo designarono pure presso Paolo IV, che lo scelse per la sede episcopale di Nepi e di Sutri, poi per il Cardinalato. Tali onori non modificarono in nulla l'austerità della sua vita, ed il 7 gennaio 1566 divenne Papa, prendendo il nome di Pio V. 
Egli doveva illustrare la cattedra di san Pietro per il suo zelo nella propagazione della fede, il ristabilimento della disciplina ecclesiastica e la bellezza del culto divino, come per la sua devozione alla Madonna e la carità verso i poveri. Contro i Turchi allestì la flotta, che riportò la vittoria di Lepanto; stava preparando una nuova spedizione, quando morì nel 1572. Il suo corpo fu sepolto a S. Maria Maggiore.




Lode
Pontefice del Dio vivo, tu sei stato sulla terra "il muro di bronzo, la colonna di ferro" (Ger 1,18) di cui parla il Profeta; e la tua indomabile costanza ha preservato dalla violenza e dalle insidie dei suoi numerosi nemici il gregge che ti era stato affidato. 
Ben lungi dal disperare, alla vista dei pericoli il tuo coraggio s'innalzava come una diga che si costruisce sempre più alta a misura che le acque dell'inondazione arrivano più minacciose. 
Per mezzo tuo gl'invadenti flutti dell'eresia si sono arrestati, l'invasione musulmana è stata respinta, e abbassato l'orgoglio della Mezzaluna. 
Il Signore ti fece l'onore di sceglierti per rivendicare la sua gloria ed essere il liberatore del popolo cristiano; ricevi, insieme al nostro atto di riconoscenza, l'omaggio delle nostre umili felicitazioni. 
Pure per tuo mezzo la Chiesa, che usciva da una terribile crisi, ritrovò la sua bellezza. 
La vera riforma, quella che si compie attraverso l'autorità, fu applicata senza debolezze dalle tue mani, altrettanto ferme che pure. 
Il culto divino, rinnovato dalla pubblicazione di libri Liturgici, ti deve il suo progresso, e la sua restaurazione; e nei sei anni del tuo breve ma laborioso pontificato, molte opere assai feconde furono compiute.



Preghiera
Adesso, Pontefice santo, ascolta i voti della Chiesa militante, i cui destini furono, per qualche tempo, affidati alle tue mani. 
Anche morendo, implorasti per lei, in nome del Salvatore risuscitato, la protezione contro i pericoli, ai quali era ancora esposta. 
Vedi come ai nostri giorni in quale stato ha ridotto quasi l'intera cristianità il dilagare dell'errore. 
Per far fronte a tutti i nemici che l'assediano, la Chiesa non ha più che le promesse del suo divin fondatore; gli appoggi visibili le mancano tutti assieme; non le restano più che i meriti della sofferenza e le risorse della preghiera. 
Unisci le tue suppliche alle sue, dimostrandoci, così, che sèguiti sempre ad amare il gregge del Maestro. 
Proteggi a Roma la cattedra del tuo successore, esposta agli attacchi più violenti ed astuti. 
Prìncipi e popoli cospirano contro il Signore e contro il suo Cristo. 
Allontana i flagelli che minacciano l'Europa, così ingrata verso la Madre sua, così indifferente agli attentati commessi contro colei a cui tutto deve. Illumina i ciechi, confondi i perversi; ottieni che la fede illumini finalmente tante intelligenze smarrite, che scambiano l'errore per la verità, le tenebre per la luce.
In mezzo a questa notte così buia e così minacciosa, i nostri sguardi, o santo Pontefice, discernono le pecorelle fedeli: benedicile, sostienile e ne accresci il loro numero. 
Uniscile al tronco dell'albero che non può perire, affinché esse non siano disperse dalla tempesta. 
Rendile sempre più fedeli verso la fede e le tradizioni della santa Chiesa che è la loro unica forza, in mezzo a questo dilagare dell'errore che minaccia di tutto asportare. 
Conserva alla Chiesa il sacro Ordine nel quale tu fosti elevato a così alti destini; moltiplica nel suo seno quelle generazioni di uomini potenti in opere e parole, pieni di zelo per la fede e per la santificazione delle anime, quali noi ammiriamo nei suoi Annali, quali noi veneriamo sugli altari. 
Finalmente ricordati, o Pio, che sei stato il Padre del popolo cristiano, e seguita ad esercitare ancora questa prerogativa sulla terra, per mezzo della tua potente intercessione, fino a che sia completo il numero degli eletti.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 612-616


Buona giornata a tutti. :-)





domenica 7 ottobre 2018

7 Ottobre 2018 - 447° Anniversario della Battaglia di Lepanto


Non ci si poteva esimere dal ricordare ancora questa data, solitamente taciuta dai media, ma anche dalla Chiesa recente, tutta presa a scusarsi anche di essersi difesa: ha mutato la vita nel nostro Continente a quel tempo, e per i secoli a venire; e, insieme, ci lascia misurare con inquietudine quanto la situazione nelle nostre terre sia mutata oggi, e di segno opposto.

7 ottobre 1571: San Pio V, il Papa di Lepanto



Per dieci anni, così si espresse Pio V col cardinale Santori, deve farsi guerra ai Turchi per mare e per terra. La bolla del giubileo, in data 12 marzo 1572, concedeva a tutti coloro, che prendevano essi stessi le armi o volevano equipaggiare un altro o contribuire con denaro, le stesse indulgenze che per il passato avevano acquistate i crociati; i beni di quelli, che partivano per la guerra, dovevano essere sotto la protezione della Chiesa nè potevano venire pregiudicati da chicchessia; tutte le loro liti dovevano sospendersi fino al loro ritorno o a che ne fosse accertata la morte ed essi dovevano restare esenti da ogni tributo.
Da una notizia del 15 marzo 1572 appare quanto la faccenda tenesse occupato il papa: in questa settimana si sono tenute in Vaticano niente meno che tre consulte in proposito. Per infervorare Don Juan, alla fine di marzo del 1572 gli vennero mandati come speciale distinzione lo stocco e il berretto benedetti a Natale. Con nuove speranze Pio V guardava al futuro: buona ventura gli risparmiò di vedere che la gloriosa vittoria di Lepanto rimanesse senza immediate conseguenze strategiche e politiche a causa della gelosia e dell’egoismo degli spagnuoli e veneziani, che dal febbraio 1572 disputarono sulle spese della spedizione dell’anno passato. Tanto più grandi furono però gli effetti mediati.
Quanto profondamente venisse scosso l’impero del sultano, risulta dal movimento che prese i suoi sudditi cristiani. Non era affatto ingiustificata la speranza d’una insurrezione di cui sarebbe stata la base la popolazione cristiana di Costantinopoli e Pera, che contava 40,000 uomini. Aggiungevasi la sensibile perdita della grande flotta, che d’un colpo era stata annientata con tutta l’artiglieria e l’equipaggio difficile a surrogarsi.
Se anche, in seguito della grandiosa organizzazione dell’impero e della straordinaria attività di Occhiali, si riuscì a creare un nuovo equivalente, l’avvenire doveva tuttavia insegnare che dalla battaglia di Lepanto data la lenta decadenza di tutta la forza navale di Turchia: era stato messo un termine al suo avanzare e l’incubo della sua invincibilità era stato per la prima volta distrutto. Ciò sentì istintivamente il mondo cristiano ora respirante più agevolmente. Di qui la letizia interminabile, che passò rumorosa per tutti i paesi. «Fu per noi tutti come un sogno», scrisse l’11 novembre 1571 a Don Juan da Madrid Luis de Alzamara; “credemmo di riconoscere l’immediato intervento di Dio”.
Le chiese de’ paesi cattolici risuonarono dell’inno di ringraziamento, il Te Deum. Primo fra tutti Pio V richiamò il pensiero al cielo: nelle medaglie commemorative, che fece coniare, egli pose le parole del salmista: “la destra del Signore ha fatto cose grandi; da Dio questo proviene”. Poiché la battaglia era stata guadagnata la prima domenica d’ottobre, in cui a Roma le confraternite del rosario facevano le loro processioni, Pio V considerò autrice della vittoria la potente interceditrice, la misericordiosa madre della cristianità e quindi ordinò che ogni anno nel giorno della battaglia si celebrasse una festa di ringraziamento come “commemorazione della nostra Donna della vittoria”.
Addì 1° aprile 1573 il suo successore Gregorio XIII stabilì che la festa venisse in seguito celebrata come festa del Rosario la prima domenica d’ottobre. In Ispagna e Italia, i paesi più minacciati dai Turchi, sorsero ben presto chiese e cappelle dedicate a Maria della Vittoria. Il senato veneto pose sotto la rappresentazione della battaglia nel palazzo dei dogi le parole: “né potenza e armi né duci, ma la Madonna del Rosario ci ha aiutato a vincere”. Molte città, come ad es. Genova, fecero dipingere la Madonna del Rosario sulle loro porte ed altre introdussero nelle loro armi l’immagine di Maria che sta sulla mezza luna.

Fonte: Chiesa e postconcilio, 7.10.2015





Lepanto fu sicuramente il più affollato scontro militare del secolo e vide 230 navi turche contrapposte a 208 navi cristiane. Sulle navi si trovavano almeno 160000 fra soldati, marinai e rematori.
Secondo la tradizione marittima mediterranea, le navi presenti a Lepanto erano perlopiù galere, mosse dalla forza dei remi. Lo svolgimento della battaglia dipese dalla rapidità delle manovre di cui le galere erano capaci e, rispetto alle battaglie navali del Mediterraneo antico, si differenziò essenzialmente per la presenza dei cannoni a bordo delle navi.


Intorno allo stendardo benedetto da Papa San Pio V si strinsero le galeazze veneziane e le galee dell'Impero spagnolo; le navi dello Stato Pontificio e i legni da guerra genovesi e sabaudi. Persino le litigiose repubbliche italiane si schierarono fianco a fianco: per difendere un sistema economico e commerciale, certo (i turchi minacciavano il possedimento veneziano di Cipro); ma i Cristiani erano anche animati dallo spirito di Crociata contro il comune nemico "infedele".
Era - inutile negarlo - uno scontro di civiltà, cui contribuì anche il martirio di Marcantonio Bragadin, governatore veneziano di Cipro catturato dai mori e da essi orribilmente torturato per non essersi convertito all'islam. La vittoria fu celebrata in Occidente come il trionfo del Dio cristiano sul pericolo mai sopito d'una invasione islamica e qualcuno volle vedervi anche il possibile inizio di una nuova Crociata."

San Pio V (Antonio Ghislieri) Papa - 30 aprile


Buona giornata a tutti. :-)


sabato 6 ottobre 2018

In onore del Santo Rosario

"L’efficacia e la potenza del Rosario furono poi mirabilmente sperimentate anche nel secolo XVI, allorché le imponenti forze dei Turchi minacciavano di imporre a quasi tutta l’Europa il giogo della superstizione e della barbarie. 
In quella circostanza il Pontefice San Pio V, dopo aver esortato i Principi cristiani alla difesa di una causa che era la causa di tutti, rivolse innanzi tutto ogni suo zelo ad ottenere che la potentissima Madre di Dio, invocata con le preghiere del Rosario, venisse in aiuto del popolo cristiano. 
E la risposta fu il meraviglioso spettacolo, allora offerto al cielo e alla terra, spettacolo che incatenò le menti e i cuori di tutti. 
Da una parte, infatti, i fedeli pronti a dare la vita e a versare il sangue per la salvezza della religione e della patria, aspettavano intrepidi il nemico non lontano dal golfo di Corinto; dall’altra, uomini inermi in pia e supplichevole schiera invocavano Maria, e con la formula del Rosario ripetutamente salutavano Maria, affinché assistesse i combattenti fino alla vittoria. 
E la Madonna, mossa da quelle preghiere, li assistette. 
Infatti,avendo la flotta dei cristiani attaccato battaglia presso le isole Curzolari, senza gravi perdite sbaragliò ed uccise i nemici [a Lepanto] e riportò una splendida vittoria. 
Per questo motivo il santissimo Pontefice, ad eternare il ricordo della grazia ottenuta, decretò che il giorno anniversario di quella grande battaglia fosse considerato festivo in onore di Maria Vincitrice, e tale festa Gregorio XIII consacrò poi col titolo del Rosario. 
Parimenti sono note le vittorie riportate sulle forze dei Turchi, durante il secolo scorso, una volta presso Timisoara in Romania, e l’altra presso l’isola di Corfù, in due giorni dedicati alla grande Vergine e dopo molte preghiere a Lei offerte secondo il pio rito del Rosario. 
Questa fu la ragione che mosse il Nostro Predecessore Clemente XI a stabilire che, in attestato di riconoscenza, tutta la Chiesa celebrasse ogni anno la solennità del Rosario". 

- papa Leone XIII - 
Supremi Apostolatus, 1 settembre 1883
1571 - 7 ottobre - 2018



"Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii, victores nos fecit"

Il rosario è il dramma della Redenzione visto dalle pupille di Maria, la vergine e la Madre: le gioie di Nazareth, le luci di Betlemme, le vicende di Giuseppe, e poi la tragedia della croce e infine le glorie celesti son fatte patrimonio di famiglia, cose nostre. La nostra storia, la vita nostra.

- Igino Giordani -

da: Una stella accesa nella notte, Città nuova, 2004, pag. 81


Alla sera quando andate a dormire prendete la corona e addormentatevi recitandola. Farete come quei bambini che si addormentano chiamando: mamma! Mamma!

- Santa Bernadette - 





Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 30 aprile 2018

San Pio V, dell'Ordine dei Predicatori, Papa e Confessore († 1.5.1572)

Pontefice del Dio vivo, tu sei stato sulla terra "il muro di bronzo, la colonna di ferro" (Ger 1,18) di cui parla il Profeta; e la tua indomabile costanza ha preservato dalla violenza e dalle insidie dei suoi numerosi nemici il gregge che ti era stato affidato. 
Ben lungi dal disperare, alla vista dei pericoli il tuo coraggio s'innalzava come una diga che si costruisce sempre più alta a misura che le acque dell'inondazione arrivano più minacciose. 
Per mezzo tuo gl'invadenti flutti dell'eresia si sono arrestati, l'invasione musulmana è stata respinta, e abbassato l'orgoglio della Mezzaluna. 
Il Signore ti fece l'onore di sceglierti per rivendicare la sua gloria ed essere il liberatore del popolo cristiano; ricevi, insieme al nostro atto di riconoscenza, l'omaggio delle nostre umili felicitazioni. 
Pure per tuo mezzo la Chiesa, che usciva da una terribile crisi, ritrovò la sua bellezza. 
La vera riforma, quella che si compie attraverso l'autorità, fu applicata senza debolezze dalle tue mani, altrettanto ferme che pure. 
Il culto divino, rinnovato dalla pubblicazione di libri Liturgici, ti deve il suo progresso, e la sua restaurazione; e nei sei anni del tuo breve ma laborioso pontificato, molte opere assai feconde furono compiute. 
Adesso, Pontefice santo, ascolta i voti della Chiesa militante, i cui destini furono, per qualche tempo, affidati alle tue mani. 
Anche morendo, implorasti per lei, in nome del Salvatore risuscitato, la protezione contro i pericoli, ai quali era ancora esposta. 
Vedi come ai nostri giorni in quale stato ha ridotto quasi l'intera cristianità il dilagare dell'errore. 
Per far fronte a tutti i nemici che l'assediano, la Chiesa non ha più che le promesse del suo divin fondatore; gli appoggi visibili le mancano tutti assieme; non le restano più che i meriti della sofferenza e le risorse della preghiera. 
Unisci le tue suppliche alle sue, dimostrandoci, così, che sèguiti sempre ad amare il gregge del Maestro. Proteggi a Roma la cattedra del tuo successore, esposta agli attacchi più violenti ed astuti. Prìncipi e popoli cospirano contro il Signore e contro il suo Cristo. 
Allontana i flagelli che minacciano l'Europa, così ingrata verso la Madre sua, così indifferente agli attentati commessi contro colei a cui tutto deve. 
Illumina i ciechi, confondi i perversi; ottieni che la fede illumini finalmente tante intelligenze smarrite, che scambiano l'errore per la verità, le tenebre per la luce. 
In mezzo a questa notte così buia e così minacciosa, i nostri sguardi, o santo Pontefice, discernono le pecorelle fedeli: benedicile, sostienile e ne accresci il loro numero. 
Uniscile al tronco dell'albero che non può perire, affinché esse non siano disperse dalla tempesta. 
Rendile sempre più fedeli verso la fede e le tradizioni della santa Chiesa che è la loro unica forza, in mezzo a questo dilagare dell'errore che minaccia di tutto asportare. 
Conserva alla Chiesa il sacro Ordine nel quale tu fosti elevato a così alti destini; moltiplica nel suo seno quelle generazioni di uomini potenti in opere e parole, pieni di zelo per la fede e per la santificazione delle anime, quali noi ammiriamo nei suoi Annali, quali noi veneriamo sugli altari. 
Finalmente ricordati, o Pio, che sei stato il Padre del popolo cristiano, e seguita ad esercitare ancora questa prerogativa sulla terra, per mezzo della tua potente intercessione, fino a che sia completo il numero degli eletti.

(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 612-616)




O Dio, che hai scelto il Papa san Pio V
per la difesa della fede ed

il rinnovamento della preghiera liturgica,
concedi anche a noi di
partecipare con vera fede e carità
operosa ai tuoi santi misteri.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

(dalla liturgia)




Adesso, Pontefice santo, ascolta i voti della Chiesa militante, i cui destini furono, per qualche tempo, affidati alle tue mani. 
Anche morendo, implorasti per lei, in nome del Salvatore risuscitato, la protezione contro i pericoli, ai quali era ancora esposta. 
Vedi come ai nostri giorni in quale stato ha ridotto quasi l'intera cristianità il dilagare dell'errore. Per far fronte a tutti i nemici che l'assediano, la Chiesa non ha più che le promesse del suo divin fondatore; gli appoggi visibili le mancano tutti assieme; non le restano più che i meriti della sofferenza e le risorse della preghiera. 
Unisci le tue suppliche alle sue, dimostrandoci, così, che sèguiti sempre ad amare il gregge del Maestro. 
Proteggi a Roma la cattedra del tuo successore, esposta agli attacchi più violenti ed astuti. 
Prìncipi e popoli cospirano contro il Signore e contro il suo Cristo. 
Allontana i flagelli che minacciano l'Europa, così ingrata verso la Madre sua, così indifferente agli attentati commessi contro colei a cui tutto deve. 
Illumina i ciechi, confondi i perversi; ottieni che la fede illumini finalmente tante intelligenze smarrite, che scambiano l'errore per la verità, le tenebre per la luce.
In mezzo a questa notte così buia e così minacciosa, i nostri sguardi, o santo Pontefice, discernono le pecorelle fedeli: benedicile, sostienile e ne accresci il loro numero. 
Uniscile al tronco dell'albero che non può perire, affinché esse non siano disperse dalla tempesta. 
Rendile sempre più fedeli verso la fede e le tradizioni della santa Chiesa che è la loro unica forza, in mezzo a questo dilagare dell'errore che minaccia di tutto asportare. 
Conserva alla Chiesa il sacro Ordine nel quale tu fosti elevato a così alti destini; moltiplica nel suo seno quelle generazioni di uomini potenti in opere e parole, pieni di zelo per la fede e per la santificazione delle anime, quali noi ammiriamo nei suoi Annali, quali noi veneriamo sugli altari. 
Finalmente ricordati, o Pio, che sei stato il Padre del popolo cristiano, e seguita ad esercitare ancora questa prerogativa sulla terra, per mezzo della tua potente intercessione, fino a che sia completo il numero degli eletti. Amen.



 Buona giornata a tutti. :-)