Visualizzazione post con etichetta poesie. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta poesie. Mostra tutti i post

venerdì 17 marzo 2023

Itinerari e Oltre l'evidenza - Padre David Maria Turoldo

 Liberata l'anima ritorna
agli angoli delle strade
oggi percorse, a ritrovare i brani.
Lì un gomitolo d'uomo
posato sulle grucce,
e là una donna offriva al suo nato
il petto senza latte.
Nella soffitta d'albergo
una creatura indecifrabile:
dal buio occhi uguali
al cerchio fosforescente d'una sveglia
a segnare ore immobili.
E io a domandare alle pietre, agli astri,
al silenzio: chi ha veduto Cristo?

- Padre David Maria Turoldo - 
Fonte:  "Gli occhi miei lo vedranno", Ed. Mondadori 1955

 Fotografia by Aldo Caruso - 2011

 Oltre l'evidenza

Padre,
non sappiamo più ascoltare;
Padre,
nessuno più ascolta nessuno:
nessuno sa fare più silenzio!
Abbiamo perso
il senso della contemplazione,
perciò siamo così soli e vuoti,
così rumorosi e insensati;
e inevitabilmente idolatri!
Anche quando l'angoscia ci assale
donaci, o Padre, di non dubitare;
o anche di dubitare,
ma insieme di sempre più credere:
di credere alla tua fedeltà,
al tuo amore
al di là di tutte le apparenze;
e con il tuo Spirito
sempre presente
nella nostra storia.

- David Maria Turoldo - 


Buona giornata a tutti :-)


seguimi sulle mie pagine YouTube









domenica 2 ottobre 2022

Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia e altre poesie autunnali - Ada Negri

Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia
che s’imbeve di te sin nelle fibre
che l’uniscono al ramo, e il ramo al tronco,
e il tronco al suolo; e tu dentro le vene
passi, e ti spandi, e si gran sete plachi.
So che annunci l’inverno: che fra breve
quella foglia cadrà, fatta colore
della ruggine, e al fango andrà commista,
ma le radici nutrirà del tronco
per rispuntar dai rami a primavera.
- Ada Negri - 
Alberi di betulla in autunno - Gustav Klimt


Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

- Gabriele D’Annunzio - 
 La pioggia nel pineto (Alcyone, 1902-03)

Autunno di Giuseppe Arcimboldo - 1572
 
Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle,
come tante farfalle
spensierate?
Venite da lontano
o da vicino?
Da un bosco
o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso
che vi porta via?

 - Trilussa -
Monet - Autunno ad Argenteuil - (1840-1926)

Buona giornata a tutti :-)





sabato 24 settembre 2022

L'ultimo grappolo di Camillo Sbarbaro e altre poesie settembrine -

Capita all'uomo che d'autunno spoglia
la vite, sulla scala che ne fruscia

vecchio è l'uomo ed autunno gli colora
l'anima dentro di malinconia ;
ché con l'anno gli pare la sua vita
anche finisca ;
il poco che da essa ebbe gli mette
in strozza come una secchezza e inghiotte

tra i pampini arrossati di scoprire
un superstite grappolo.
Ne colma
la mano, preso d'infantile gioia ;
soppesa quasi non credesse agli occhi.

Alla sua sete riserbò l'annata
quel frutto ; glielo maturò l'estate,
glielo dorò il sole dell'autunno,
la pianta vi spremé l'ultimo succo.

Cola zucchero l'acino che sguscia
in bocca per non perdere una goccia ;
ogni acino lo riga di delizia
silenziosa...

Guardan gli occhi felici e rassegnati
col grappolo scemare
la sua prima, fors'ultima, dolcezza.

- Camillo Sbarbaro  -


                                          Fernando Saenz Pedrosa, 1947  

Ecco il giorno e l'aspetta settembre,
il suo immobile ardore un po' fiaccato,
la languida estiva sbavatura. Eccomi.

Ai minuti, al facile perdono,
ai mercati scintillanti di materia,
all'invito innocente del mattino,
alla corsa, al gentile riposo.

Nell'aria imbambolata
facce bellissime passano per strada,
perduti amici miei li riconosco.

Il tempo senza tempo di settembre
si ripete, estate e infanzia 
sono ancora insieme.

- Patrizia Cavalli -
Da Vita meravigliosa

Joaquín Sorolla y Bastida (Valencia 1863-Cercedilla 1923)


L'estate se ne andò senza rumore.

Nubi leggere ad una ad una il cuore

gremirono di segni senza nome.

La luna trascorreva ansiosa e onesta.

- Sandro Penna - 

- Justin T. Worrell - 


Buona giornata a tutti :-)

iscriviti al mio canale YouTube: https://www.youtube.com/c/leggoerifletto