Capita
all'uomo che d'autunno spoglia
la vite, sulla scala che ne fruscia
vecchio è l'uomo ed autunno gli colora
l'anima dentro di malinconia ;
ché con l'anno gli pare la sua vita
anche finisca ;
il poco che da essa ebbe gli mette
in strozza come una secchezza e inghiotte
tra i pampini arrossati di scoprire
un superstite grappolo.
Ne colma
la mano, preso d'infantile gioia ;
soppesa quasi non credesse agli occhi.
Alla sua sete riserbò l'annata
quel frutto ; glielo maturò l'estate,
glielo dorò il sole dell'autunno,
la pianta vi spremé l'ultimo succo.
Cola zucchero l'acino che sguscia
in bocca per non perdere una goccia ;
ogni acino lo riga di delizia
silenziosa...
Guardan gli occhi felici e rassegnati
col grappolo scemare
la sua prima, fors'ultima, dolcezza.
- Camillo Sbarbaro -
il suo immobile ardore un po' fiaccato,
la languida estiva sbavatura. Eccomi.
Ai minuti, al facile perdono,
ai mercati scintillanti di materia,
all'invito innocente del mattino,
alla corsa, al gentile riposo.
Nell'aria imbambolata
facce bellissime passano per strada,
perduti amici miei li riconosco.
Il tempo senza tempo di settembre
si ripete, estate e infanzia
sono ancora insieme.
- Patrizia Cavalli -
Joaquín
Sorolla y Bastida (Valencia 1863-Cercedilla 1923)
L'estate se ne andò senza rumore.
Nubi leggere ad una ad una il cuore
gremirono di segni senza nome.
La luna trascorreva ansiosa e onesta.
- Sandro Penna -
- Justin T. Worrell -
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