In un centro di raccolta per barboni, un alcolizzato di nome Giovanni,
considerato un ubriacone irrecuperabile, fu colpito dalla generosità dei
volontari del centro e cambiò completamente. Divenne la persona più servizievole che i collaboratori e i frequentatori del centro avessero mai
conosciuto. Giorno e notte, Giovanni si dava da fare instancabile.
Nessun
lavoro era troppo umile per lui. Sia che si trattasse di ripulire una stanza in
cui qualche alcolizzato si era sentito male, o di strofinare i gabinetti
insudiciati, Giovanni faceva quanto gli veniva chiesto col sorriso sulle labbra
e con apparente gratitudine, perché aveva la possibilità di essere d'aiuto. Si
poteva contare su di lui quando c'era da dare da mangiare a uomini sfiniti
dalla debolezza, o quando bisognava spogliare e mettere a letto persone
incapaci di farcela da sole.
Una sera, il cappellano del centro parlava alla
solita folla seduta in silenzio nella sala e sottolineava la necessità di
chiedere a Dio di cambiare. Improvvisamente un uomo si alzò, percorse il corridoio
fino all'altare, si buttò in ginocchio e cominciò a gridare: "Oh Dio!
Fammi diventare come Giovanni! Fammi diventare come Giovanni!". Il
cappellano si chinò verso di lui e gli disse: "Figliolo, credo che sarebbe
meglio chiedere: Fammi diventare come Gesù!". L'uomo guardò il cappellano
con aria interrogativa e gli chiese: "Perché, Gesù è come Giovanni?".
Se qualcuno ti chiede: "Com'è un cristiano?"
"Guardami" è
l'unica risposta accettabile
I bevitori o Le quattro età dell’uomo Autore: Vincent Van Gogh (da Honore’ Daumier) Anno: 1890
Ubicazione: Art Institute of Chicago
Mi
rifiuto di sottomettermi alla paura
che
mi toglie la gioia della libertà,
che
non mi lascia rischiare niente,
che
mi fa diventare piccolo e meschino,
che
non mi lascia essere diretto e franco,
che
mi perseguita e occupa negativamente la mia immaginazione.
Non
voglio alzare barriere per paura della paura. Io voglio vivere e non voglio
rinchiudermi.
Non
voglio essere amichevole per paura di essere sincero.
Voglio
che i miei passi siano fermi perché sono sicuro e non per coprire la paura.
E
quando sto zitto, voglio farlo per amore
e
non per timore delle conseguenze delle mie parole.
Non
voglio credere a qualcosa
solo
per paura di non credere.
Non
voglio piegarmi
solo
per paura di non essere amabile,
non
voglio imporre qualcosa agli altri
per
paura che gli altri possano imporre qualcosa a me.
Non
voglio fuggire indietro verso il “vecchio” per paura di non sentirmi sicuro nel
“nuovo”.
Non
voglio farmi importante
perché
ho paura di essere altrimenti ignorato.
Dalla paura voglio strappare
il
dominio e darlo all'amore.
- Rudolf
Steiner -
da: Forgiando l ’armatura
Buona giornata a tutti :-)