Sulla riva del mare, un pettirosso
guardava il cielo e cinguettava forte. Finalmente la Luna gli rispose: «Lo sai
quanto tempo ti ho cercato?...», e nel parlare il suo manto argenteo increspò
appena il mare.
Il Pettirosso non rispose, la guardò, ed allungò le ali per
sfiorarle i riflessi che accarezzavano appena l'acqua scura.
La Luna continuò: «Da oriente ad
occidente, cercando te, ho vagato seguendo il corso come luci dei fiumi, ho
sfiorato le cime nude, ho illuminato i campi, fra il canto dei grilli ed i
fiori addormentati... Stanotte, sono scesa sul mare, sul filo dell'orizzonte e
finalmente ti ho trovato».
Il Pettirosso gonfiò il petto
vermiglio, dello stesso colore di quella luna bambina e cinguettò: «Io sono
sempre stato qui, non mi sono mai nascosto, eri tu a svanire nel cielo. Anch'io
ti ho chiamata tante volte, ma forse la mia voce non riusciva ad arrivare così
lontana; la luce del mio cuore è più fioca della tua e così i miei trilli.
Scusami!».
Il suo canto era sincero e la Luna
strinse quelle fragili morbide ali fra i suoi raggi ed il Pettirosso chiuse gli
occhi, felice. La Luna si era alzata in cielo ed aveva stinto il suo rossore in
un pallido sguardo di giada. Dopo che, per un istante, una piccola nube l'ebbe
attraversata coprendole il volto, la sua espressione incredula e felice tornò a
posarsi dolcemente sulle onde e sul capo del piccolo uccellino; gli offrì i
suoi raggi in segno del suo amore e il Pettirosso volò ad intrecciarli in
nido...
Lei era felice di stringere il suo
amico, ma già vorace l'attimo balzava su quello successivo: il tempo rubava un
pezzo di quell'astro... e poi un pezzo ancora...
Così, al Pettirosso un sospiro: «Vedi,
hai perso di nuovo un po' di te, scomparirai ancora! Ma questa volta canterò
così forte che quando tornerai non dovrai cercarmi, mi potrai udire
facilmente».
La Luna non disse nulla e si guardò sparire a poco a poco e
con l'ultimo suo raggio baciò la fronte del suo grande amico, finché di lei
rimase solo un sogno dentro al cuore. Il Pettirosso si chiuse nelle ali, dentro
al suo nido ancora tiepido, scaldato dai raggi dell'amica Luna e dai vividi
ricordi; guardò nel cielo e cominciò a cantare.
E la sua voce arrivò fino alle stelle
e forse oltre.
Per questo il Pettirosso è sempre lì, che grida intensamente,
nell'attesa che un raggio di Luna lo prenda ancora fra le braccia; sa che lei
tornerà ad illuminare il suo esistere, un po' alla volta: per questo canta
continuamente, tutto preso a rimirare il cielo.
- Don Ezio Del Favero -
Possa Dio darti…
per ogni
tempesta, un arcobaleno
per ogni lacrima, un
sorriso
per ogni affanno una
promessa
e una benedizione in
ogni prova
per ogni problema
della vita,
un amico fedele con cui condividerlo
per ogni sospiro, una
dolce canzone …
e una risposta per
ogni preghiera.
Buona giornata a tutti. :-)