La prima sarà non aver vissuto secondo
le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la
maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di
farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta
di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato
troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla
rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella
nostra testa, trascurando legami e relazioni.
Per terzo rimpiangeremo di non aver
trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto
abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa”
quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla
verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso
tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio
perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in
vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a
sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e
dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere
come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere
stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e
attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia,
dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli
scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe
della sua infanzia: tesori.”
- Alessandro D'Avenia -
da: “Ciò che inferno
non è”
Etica e morale
E un giorno ti accorgerai che non esiste
più quel trambusto infantile che logora tanto; e quel caos armonico è silenzio
rumoroso perché le foglie del calendario non perdonano.
Ed è all'improvviso... all'improvviso la
vasca non è più un baule pieno di giocattoli, e che non ti hanno lasciato nel
lavandino quella palla di gommapiuma, non ci sono bambole sul divano, né
playmobils sparsi per casa...
E un giorno ti accorgerai che non ci
sono corse interminabili per i corridoi, niente risate a frullate nel letto per
sfidare il sonno; niente racconti da leggere, niente lenzuola da scoprire a
mezzanotte, niente anime respirando sogni...
E un giorno capirai che la dispensa è
piena di ricordi e che avanzano piatti a tavola; e che tutto è in ordine...
senza zaini sul pavimento dell'ingresso, senza matite disordinate. Neanche quei
vestiti che non entrano nel cesto e che i letti non si disfano...
E un giorno... sarai orfano dei tuoi
figli cresciuti con il permesso della vita. E ti siederai sulla poltrona, con
un libro che sente la mancanza di una voce innocente che lo interrompe. E ogni
pagina che passi, leggila con attenzione perché quella... non torna più. È la
vita.
- Emilio Leiva -