Mi colpisce sempre, Signore, la storia di Zaccaria
uomo “irreprensibile e fedele a tutte le tue prescrizioni”.
Vita lunga ed esemplare.
Eppure sterile e priva di fecondità .
Come “una vergogna in mezzo al popolo”.
Quasi una dolorosa contraddizione .
Servire te, Dio, con tanto impegno,
eppure non ricevere segno certo della Tua benedizione.
E non c’è speranza se uno è vecchio
e l’altra “è avanti negli anni”.
Vita lunga ed esemplare.
Eppure sterile e priva di fecondità .
Come “una vergogna in mezzo al popolo”.
Quasi una dolorosa contraddizione .
Servire te, Dio, con tanto impegno,
eppure non ricevere segno certo della Tua benedizione.
E non c’è speranza se uno è vecchio
e l’altra “è avanti negli anni”.
Ma Tu non sei lontano
dalle nostre routine senza speranza
e continui a “visitarci con la Tua salvezza”.
Perchè vuoi donare “gioia ed esultanza”.
E illuminarci “come un sole che sorge”.
E donare colori nuovi ad una vita in bianco e nero.
Ma io dubito. Sono incredulo. Non è possibile.
Passerai oltre, deluso dalla mia incredulità?
O condannerai anche me al silenzio?
La realtà è che sono già muto.
Senza parole davanti all’incomprensibile della mia vita.
Ma Tu sei Parola! E mi lasci in un mutismo diverso.
Quello di chi si ferma in silenzio
a guardar in modo nuovo i fatti della sua vita.
E, muto di parola, può così riempirli di Parola.
Per scoprire che Tu sei all’opera nella sue vicende.
Per nove mesi.
Tempo necessario perchè nasca qualcosa di nuovo.
Anche nel mio cuore:
la certezza che Tu mi vuoi felice.
E che riempi i miei silenzi.
Con la Tua fedeltà, che “ è grande fino alle nubi.”
Ed allora potrò , nella vita quotidiana,
rispondere senza paura alla tua chiamata.
«Quando io ero in prima liceo, c’è stato un momento di “romanticismo panico”, in cui piangevo sempre, perché mi ero accorto che non sarei mai stato come Raffaello, come Michelangelo, come Beethoven; piangevo, andavo a letto la sera e piangevo, e questo per parecchi giorni. Poi, quello che mi ha “risolto” è stato scoprire che, se facevo bene l’ora di studio e osservavo la regola come espressione di me stesso, se facevo bene la cosa che avevo davanti, fare bene una piccola cosa era un’opera più grande che neanche le sinfonie di Beethoven, perché era un ordine, era una perfezione, era una musica, una poesia. Allora mi sono calmato e non ho pianto più.».
L' inizio, prima che nel seme, è nella terra,
quando tutto è determinato dall'attesa
e l'uomo non ha in mano niente,
neanche il seme da buttare dentro l'orto,
e perciò è alla mercé dell'onnipotenza del Mistero
che fa tutte le cose.
L'attesa è il luogo di chi ha fame e sete,
e stende la mano: attende,
tende a ciò che lo fa vivere, a ciò per cui potrà vivere.
Don Luigi Giussani, da L'attesa, Tracce 1996
Mary Cassatt (1844-1926)
La nonna Cassatt mentre legge per i suoi nipoti.
"E ogni istante delle nostre
giornate, ogni parola detta, ogni gesto compiuto sono un’offerta al Signore per
il compiersi della Sua volontà."
- Don Luigi Giussani -
Buona giornata a tutti. :-)