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venerdì 14 ottobre 2011

... che sei il mio custode... - Abate Zaverio Peyron -

Il trovare un vero amico che ci aiuti e sia tutto dedicato a noi con amore, con costanza e con disinteresse è cosa ben difficile. Non è così dell’angelo custode, un vero amico sicuro, fedele, unico nel suo genere, che ci accompagna per comando divino, con amore e senza apparire.

Per comando divino – Se abbiamo un angelo al nostro fianco per assisterci non è per condiscendenza sua o nostra volontà, ma per decreto di Dio.
Nei Salmi è scritto: "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede" (Salmo 91, 11).
Quanto dobbiamo ringraziare il buon Dio di questo comando! Se l’assistenza angelica fosse solo effetto dell’amore degli angeli, saremmo certi di averli ancora con noi, dopo tanti rifiuti che abbiamo dato alle loro buone ispirazioni? Stanchi di noi forse ci avrebbero già abbandonati. Se fossimo noi che con le nostre suppliche li avessimo chiamati a custodirci, saremmo certi di essere esauditi?… di averli sempre?… almeno nei momenti più critici?… Ma, dato che ciò risponde ad una disposizione di Dio, noi siamo invece certi che tutti abbiamo un angelo custode indipendentemente dalla nostra santità, l’abbiamo sempre, dalla nascita alla morte. L’assistenza è perfetta perché l’angelo è creatura perfetta che ubbidisce a Dio senza debolezze, ritardi, infedeltà.

Con amore – Gli angeli custodi ci vogliono bene:
1) per rispetto a Dio perché, amando Dio, amano quelli che a Lui appartengono;
2) per rispetto a noi perché siamo i loro fratelli destinati a prendere il posto degli angeli ribelli e scacciati e quindi facciamo parte della loro famiglia celeste;
3) perché noi siamo infelici e sofferenti e quindi degni di aiuto: siamo quindi occasione a loro di esercitare lo spirito di carità a cui si informano tutti gli eletti.
La custodia degli angeli è tutta amorosa e fatta con gioia, con fervore, con soavità.

Senza apparire – Anche se molte volte nella Sacra Scrittura e nelle vite dei Santi leggiamo di apparizioni di angeli, ordinariamente però gli angeli operano invisibilmente: sia perché tale è la loro natura spirituale, sia perché la loro manifestazione non è necessaria, sia infine per dare a noi una grande lezione di umiltà e disinteresse operando di nascosto per amor di Dio.

(continua)
(Abate Zaverio Peyron)
1) http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/10/angelo-di-dio-abate-zaverio-peyron.html

  I tre Arcangeli con Tobia
  di Francesco Botticini (1446-1497)
  Galleria degli Uffizi, Firenze, Italy
 
Gabriele, il nome deriva dall'ebraico e significa: "La forza di Dio", "Dio è forte", o anche "l'eroe di Dio". È uno dei tre arcangeli menzionati nella Bibbia, rivela a Daniele i segreti del piano di Dio. A lui è affìdato l'incarico di annunciare la nascita del precursore, Giovanni Battista, figlio di Zaccaria e di Elisabetta e a Maria quella di Dio. San Gabriele, «colui che sta al cospetto di Dio» (si presenta così quando annuncia a Maria la sua scelta come madre del Redentore). È lui che spiega al profeta Daniele come avverrà la piena restaurazione, dal ritorno dall'esilio all'avvento del Messia..
Nella tradizione biblica è a volte rappresentato come l'angelo della morte, uno dei Messaggeri di Dio: anche come angelo del fuoco. Il Talmud lo descrive come l'unico angelo che può parlare siriaco e caldeo. Nell' Islam, Gabriele è uno dei capi Messaggeri di Dio.

Buona giornata a tutti. :-)



domenica 2 ottobre 2011

Angelo di Dio... – Abate Zaverio Peyron -


Dio non solo ha popolato tutto il mondo visibile che noi conosciamo di uomini, animali, piante, minerali, ecc., ma ancora di una moltitudine immensa di altre creature superiori a noi, spirituali e intelligenti che abbelliscono il Paradiso e adorano Dio attorno al suo trono e lo lodano continuamente. Una parte di questi spiriti angelici sono destinati alla custodia della Chiesa, delle famiglie e degli individui in particolare e perciò vengono detti angeli custodi. L’uomo con la sua mente limitata e ignorante delle cose celesti, non potrà mai comprendere adeguatamente la dignità, la bellezza, le qualità del suo angelo custode e quindi non potrà mai tributargli l’ossequio che si merita.
Gli angeli sono: nobilissimi, intelligentissimi, potentissimi.


Nobilissimi – Gli angeli custodi sono nobilissimi per creazione perché destinati ad essere i principi della Corte celeste e gli ambasciatori della volontà di Dio che li arricchì di doni degni di una tale posizione. Sono nobilissimi per gloria, perché nella lotta con Lucifero e i suoi seguaci ne uscirono vittoriosi e quindi hanno una ricompensa che li fa rifulgere di onori speciali. Nobilissimi rispetto a noi: perché qualunque dignità di questo mondo non può stare a paragone di quella angelica.

Intelligentissimi – Gli angeli custodi, essendo esseri essenzialmente spirituali, sono perfettamente intelligenti: illuminati direttamente da Dio vedono di ogni cosa la sua natura ed essenza, senza bisogno di ragionamenti ed istruzioni altrui. Non avendo bisogno dei sensi esterni, come ha bisogno l’uomo, per apprendere, non sono soggetti a tutte quelle illusioni in cui cadono gli uomini. Essi conoscono quindi con chiarezza e senza pericoli di errore la volontà di Dio e il nostro bene, la malizia del demonio e tutti i suoi inganni, tutte le verità di Fede, ogni rimedio ai mali fisici e morali, ogni causa ed effetto di questa terra. Mentre la loro intelligenza è perfetta, la loro volontà è tutta santa ed indirizzata al conseguimento della nostra felicità eterna. Fortunato colui che, quale docile Tobia, si lascia dirigere dal suo angelo custode! Costui non avrà mai a rimpiangere di essersi ingannato, ma, come Tobia, finirà il suo pellegrinaggio qui sulla terra benedicendo Iddio e ringraziando "il suo Arcangelo Raffaele".


Potentissimi – I nostri angeli custodi, operando sempre in piena conformità agli ordini di Dio, sono forti della stessa forza di Dio a cui nulla può resistere.
Vuoi conoscere, dice S. Tommaso di Villanova (1488-1555), la potenza dell’angelo?
Un solo angelo che Dio aveva dato al popolo ebraico per condurlo alla terra promessa uccise tutti i primogeniti d’Egitto in una sola notte, asciugò il mare, sommerse i cocchi e l’esercito del Faraone.
Un angelo tanto può chiudere la bocca a leoni affamati per salvare Daniele, quanto impedire alla fornace ardente di Nabucodonosor di bruciare Sidrac, Misach e Abdenago.
Alla voce dell’angelo un giorno tutte le tombe si scoperchieranno e resusciteranno i morti.
Nulla può superare la forza dell’angelo perché Dio combatte con esso.
Ben diversa invece è la forza dei demoni perché sono angeli decaduti e quindi, se sono pieni di odio e di malizia, hanno però perduta la loro originaria intelligenza e forza: sono come cani arrabbiati con la museruola e attaccati alla catena, che non possono fare se non quello che Dio permette e non possono nuocere se non a chi è imprudente.
Un solo angelo è più forte di qualunque legione di demoni. Lo sperimentò molte volte S. Francesca Romana, assediata sovente da orribili demoni che le comparivano urlanti, di statura gigantesca e con continue minacce di ucciderla: bastava che il suo angelo custode, che sovente le compariva sotto forma di piccolo fanciullo dai capelli dorati, muovesse un solo capello, perché tutti quegli orribili demoni fuggissero spaventati.

(continua)
(Abate Zaverio Peyron)
Tratto da un opuscolo dell'Abate Zaverio Peyron di Torino (1862-1944), nella vita ebbe fama di santo e si dice che per tutta la sua vita fu in contatto con il suo angelo custode.  Sono pagine che, benché pubblicate nel 1923, sono sempre attuali e scritte in modo semplice e chiaro; l’opuscolo è stato pubblicato con l’Imprimatur della Curia di Torino.


L'Annunciazione

Beato Angelico, 1432-1434

Museo del Prado, Madrid (Spagna)


Leggiamo le parole di Gesù (Matteo XVIII. 10):“Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli (i bambini) per­ché vi dico che gli Angeli loro, nei cieli, vedono continuamente la faccia del Padre mio che è nei cie­li".
Malgrado ciò, la figura del Custode divise a lungo i dottori della Chiesa nel tenta­tivo di chiarirne con precisione la concettualità, collocazione iconologica, compiti, attributi e funzioni. Furono per primi i Be­nedettini a farne oggetto di de­vozione e da essi si estese e venne rapidamente accettata da tutti.
Da sempre c’è un interesse tra i credenti e non per questo etereo messaggero divino, mezzo di congiunzione spirituale tra l'uo­mo e il suo Dio, che dà il senso della sua costante presenza, vicino a noi e in noi.

Buona giornata a tutti. :-)