venerdì 1 luglio 2022

Sebastopoli del mese di Dicembre (2) - Lev Nicolaevic Tolstoj

Lungo la riva si muovono rumorosamente schiere di soldati grigi, di marinai neri e di donne variopinte. Alcune vecchie vendono panini, contadini russi muniti di samovar gridano «Sbiten' bollente!», e qui, sui primi gradini, sono accatastate palle arrugginite, bombe, mitraglie e cannoni in ghisa, di calibro diverso. Un po' più in là si trova la grande piazza, sulla quale giacciono in disordine alcune travi di grosse dimensioni, supporti di cannoni, soldati immersi nel sonno; vi si trovano cavalli, carri, pezzi d'artiglieria verdi e casse di munizioni, cavalletti di fanteria; si muovono soldati, marinai, ufficiali, donne, bambini, mercanti; passano carri che trasportano fieno, sacchi e botti; qua e là passeranno un cosacco e un ufficiale a cavallo, un generale su una piccola carrozza. 

A destra la strada è cinta da una barricata, sulla quale, nelle feritoie, stanno ritti alcuni piccoli cannoni, e vicino ad essi siede un marinaio che fuma la pipa. A sinistra una bella casa con cifre romane sul frontone, sotto il quale vi sono dei soldati e delle barelle insanguinati - dovunque vedete i segni spiacevoli di un accampamento. La vostra prima impressione sarà certamente molto sgradevole: l'insolita commistione di vita da campo e vita cittadina, di una bella città e di sporco bivacco non solo non è una cosa piacevole, ma somiglia ad un disordine ripugnante; vi sembrerà inoltre che tutti siano impauriti, si affaccendino, non sappiano che cosa fare. Ma osservate più da vicino i volti di queste persone che vi si muovono intorno, e capirete una cosa del tutto differente. 

Guardate almeno questo piccolo soldato del carriaggio, che conduce ad abbeverarsi tre cavalli bai e che con tale tranquillità canticchia qualcosa tra sé e sé, e che, certamente, non si confonderà mai in questa massa, che per lui addirittura non esiste, ma adempirà al proprio dovere - abbeverare i cavalli o trasportare armi - con tale serenità e coraggio, e indifferenza, come se tutto ciò avvenisse da qualche parte a Tula o a Saransk. La medesima espressione leggerete anche nel volto di questo ufficiale, che vi passa accanto con guanti irreprensibilmente bianchi, e nel volto del marinaio che sta fumando seduto sulla barricata, e nel volto dei portantini, che attendono con le barelle all'entrata di servizio di quella che un tempo era l'Assemblea, e nel volto di questa fanciulla che, temendo di bagnarsi il vestito rosa, attraversa la strada saltellando da una pietruzza all'altra. 

Sì! Indubbiamente proverete una delusione, facendo per la prima volta ingresso a Sebastopoli. Invano cercherete, almeno in un volto, tracce di irrequietezza, di smarrimento o addirittura di entusiasmo, di preparazione ad affrontare la morte, di risolutezza; non v'è nulla di tutto ciò: vedrete persone di tutti i giorni, dedite tranquillamente alle loro attività quotidiane, così che, forse, vi rimprovererete l'eccessiva tensione, comincerete a dubitare che l'idea di «eroismo» dei difensori di Sebastopoli sia legittima, idea che vi siete fatta in base ai racconti e alle descrizioni sull'aspetto e i rumori provenienti dalla Severnaja. 

Sebastopoli, 25 aprile 1855
da: I racconti di Sebastopoli - Lev Nicolaevic Tolstoj 


L'assemblea si raccoglie oggi a dibattere l'entità e le forme degli armamenti da assegnarci in dotazione, per la nostra campagna laggiù in Sicilia. 

Ebbene a mio parere è indispensabile riepilogare i termini della questione e riesaminarne il nocciolo: impegnare la nostra flotta in quei mari è in realtà la scelta più proficua? O non ci conviene piuttosto respingere gli appelli di stati lontani per stirpe da noi, ed esimerci dal suscitare così alla leggera, con un decreto troppo precipitoso rispetto all'immensità dell'impresa, una guerra tanto remota dai nostri interessi?

- Tucidide* -

da:"La guerra del Peloponneso, Discorso di Nicia", traduzione di Luigi Annibaletto, Mondadori, 1952 (VI, 9)

(*) (460 - 402 a.C) è stato uno storico e militare ateniese, uno dei principali esponenti della letteratura greca.


Buona giornata a tutti :-)


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