Dicono che il crocifisso deve essere tolto
dalle aule di scuola.
Il nostro è uno Stato laico e non ha il diritto d’imporre
che nelle aule ci sia il crocifisso...
A me dispiace che il crocefisso scompaia
per sempre da tutte le classi.
Mi sembra una perdita.
Se fossi un insegnante,
vorrei che nella mia classe non venisse toccato... il crocifisso non genera
nessuna discriminazione.
Tace.
È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha
sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini, fino allora
assente.
La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo.
Vogliamo forse negare
che ha cambiato il mondo?
Sono quasi duemila anni che diciamo: “prima di
Cristo” e: “dopo di Cristo”.
O vogliamo forse ora smettere di dire così?
Il
crocifisso non genera nessuna discriminazione. È là muto e silenzioso. C’è
stato sempre.
Per i cattolici è un simbolo religioso. Per gli altri, può essere
niente, una parte del muro. E infine per qualcuno, per una minoranza minima, o
magari per un solo bambino, può essere qualcosa di particolare, che suscita
pareri contrastanti.
I diritti delle minoranze vanno rispettati.
Dicono che da
un crocifisso appeso al muro, in classe, possono sentirsi offesi gli scolari
ebrei. Perché mai dovrebbero sentirsi offesi gli Ebrei? Cristo non era forse un
Ebreo e un perseguitato, e non è forse morto nel martirio, come è accaduto a
milioni di Ebrei nei lager? Il crocifisso è il segno del dolore umano. La
corona di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. La croce, che pensiamo
alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco
altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino.
Il
crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il
figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno
che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di
Dio e del prossimo.
Chi è ateo, cancella l’idea di Dio, ma conserva l’idea del
prossimo. Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per una
loro fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle
scuole non c’è l’immagine.
È vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti. Come
mai li rappresenta tutti? Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che
gli uomini sono tutti uguali e fratelli, tutti, ricchi e poveri, credenti e non
credenti, Ebrei e non ebrei e neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva mai
detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà fra
gli uomini [...].
Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto o
accade di portare sulle spalle il peso di una grande sventura [...], versando
sangue e lacrime, cercando di non crollare.
Questo dice il crocifisso. Lo dice
a tutti, non solo ai cattolici. Alcune parole di Cristo le pensiamo sempre, e
possiamo essere atei, laici, quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel
nostro pensiero ugualmente.
Ha detto: “Ama il prossimo come te stesso”. Erano
parole scritte già nell’Antico Testamento, ma sono divenute il fondamento della
rivoluzione cristiana. Sono la chiave di tutto. Sono il contrario di tutte le
guerre.
Il contrario degli aerei che gettano bombe sulla gente indifesa.
Il
contrario degli stupri e dell’indifferenza che tanto spesso circonda le donne
violentate nelle strade.
Si parla tanto di pace, ma che cosa dire, a proposito
della pace, oltre a queste semplici parole? Sono l’esatto contrario del modo
come oggi siamo e viviamo. Ci pensiamo sempre, trovando estremamente difficile
amare noi stessi e amare il prossimo più difficile ancora, o anzi forse
completamente impossibile, e tuttavia sentendo che là è la chiave di tutto.
Il
crocifisso queste parole non le evoca, perché siamo così abituati a vedere quel
piccolo legno appeso, e tante volte ci sembra non altro che una parte del muro.
Ma se ci avviene di pensare che a dirle è stato Cristo, ci dispiace troppo che
debba sparire dal muro quel piccolo segno. Cristo ha detto anche: “Beati coloro
che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati”.
Quando e dove
saranno saziati? In cielo, dicono i credenti. Gli altri invece non sanno né
quando né dove, ma queste parole, chissà perché, fanno sentire la fame e la sete
di giustizia più severe, più ardenti e più forti [...].
- Natalia Ginzburg -
da "l'Unità" del 22 marzo 1988
Gesù risorge
anche oggi
Credevo che avessero
ucciso Gesù,
e oggi l'ho visto dare un bacio a un lebbroso.
Credevo che avessero cancellato il suo nome,
e oggi l'ho sentito sulle labbra di un bambino.
Credevo che avessero crocefisso le sue mani pietose,
e oggi l'ho visto medicare una ferita.
Credevo che avessero trafitto i suoi piedi,
e oggi l'ho visto camminare nelle strade dei poveri.
Credevo che l'avessero ammazzato una seconda volta con le bombe,
e oggi l'ho sentito parlare di pace.
Credevo che avessero soffocato la sua voce fraterna,
e oggi l'ho sentito dire:
"Perché, fratello?" a uno che picchiava.
Credevo che Gesù fosse morto nel cuore degli uomini
e seppellito nella dimenticanza,
ma ho capito che Gesù risorge anche oggi
ogni volta che ogni uomo ha pietà di un altro uomo.
e oggi l'ho visto dare un bacio a un lebbroso.
Credevo che avessero cancellato il suo nome,
e oggi l'ho sentito sulle labbra di un bambino.
Credevo che avessero crocefisso le sue mani pietose,
e oggi l'ho visto medicare una ferita.
Credevo che avessero trafitto i suoi piedi,
e oggi l'ho visto camminare nelle strade dei poveri.
Credevo che l'avessero ammazzato una seconda volta con le bombe,
e oggi l'ho sentito parlare di pace.
Credevo che avessero soffocato la sua voce fraterna,
e oggi l'ho sentito dire:
"Perché, fratello?" a uno che picchiava.
Credevo che Gesù fosse morto nel cuore degli uomini
e seppellito nella dimenticanza,
ma ho capito che Gesù risorge anche oggi
ogni volta che ogni uomo ha pietà di un altro uomo.
- Luciano Cammaroto -
Buona giornata a tutti. :-)
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