Nessun genitore deve volere il meglio per suo figlio. E sai perché? Perché non
lo sa. Un genitore non sa cos’è il meglio per suo figlio. Non lo può sapere,
come potrebbe?
E' Dio? Legge nella sfera di cristallo? No, è solo un genitore. E allora dovrebbe starsene a guardare e basta, in silenzio e con grande calma. Un po’ come si sta davanti al mare a guardare il mare. Cosa si fa davanti al mare? Si guarda il mare. Basta. Si accompagnano le onde con lo sguardo. Questo. Una per una. Come faceva il mio amico Malmecca con le foglie: le accompagnava, le prendeva in braccio un attimo prima che cadessero. Le… accompagnava. Hai presente? Le onde che si frangono, le foglie che cadono, la canna da pesca che si piega quando il pesce abbocca… Così. Accompagnare. Anche i figli bisogna accompagnarli. Stare a guardarli, come le onde. […]
Un figlio che non continua il padre spezza una linea. La rompe. È un elemento di rottura, un figlio così, si può dire? L’ho pensato spesso. Ma adesso non lo penso più. […]
Dovreste essere curiosi, voi genitori. Molto curiosi dei figli. Dovreste morire dalla curiosità di vedere dove diavolo andrà a finire, quella linea spezzata che è partita da voi, e che si spezzerà ancora decine di volte nei secoli, con i figli dei vostri figli e i figli dei loro figli. Decine di volte! Invece, siete sempre così scontenti… Così incontentabili. Siete così privi di curiosità, voi genitori… Sembra che conosciate già tutto, che sappiate al millesimo che fine farà ogni cosa, ogni figlio… Non vi lasciate sorprendere. Non prevedete neanche la possibilità di una sorpresa. Peccato. Vi private di una grande felicità… “.
E' Dio? Legge nella sfera di cristallo? No, è solo un genitore. E allora dovrebbe starsene a guardare e basta, in silenzio e con grande calma. Un po’ come si sta davanti al mare a guardare il mare. Cosa si fa davanti al mare? Si guarda il mare. Basta. Si accompagnano le onde con lo sguardo. Questo. Una per una. Come faceva il mio amico Malmecca con le foglie: le accompagnava, le prendeva in braccio un attimo prima che cadessero. Le… accompagnava. Hai presente? Le onde che si frangono, le foglie che cadono, la canna da pesca che si piega quando il pesce abbocca… Così. Accompagnare. Anche i figli bisogna accompagnarli. Stare a guardarli, come le onde. […]
Un figlio che non continua il padre spezza una linea. La rompe. È un elemento di rottura, un figlio così, si può dire? L’ho pensato spesso. Ma adesso non lo penso più. […]
Dovreste essere curiosi, voi genitori. Molto curiosi dei figli. Dovreste morire dalla curiosità di vedere dove diavolo andrà a finire, quella linea spezzata che è partita da voi, e che si spezzerà ancora decine di volte nei secoli, con i figli dei vostri figli e i figli dei loro figli. Decine di volte! Invece, siete sempre così scontenti… Così incontentabili. Siete così privi di curiosità, voi genitori… Sembra che conosciate già tutto, che sappiate al millesimo che fine farà ogni cosa, ogni figlio… Non vi lasciate sorprendere. Non prevedete neanche la possibilità di una sorpresa. Peccato. Vi private di una grande felicità… “.
- Paola Mastrocola -
da: "Non so niente di te"
I nostri studenti che "vanno
male" (studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola. In
classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione,
rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati su un
substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso.
Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino.
La lezione può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la
cipolla. Difficile spiegarlo, ma spesso basta solo uno sguardo, una frase
benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per
dissolvere quei magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un presente
rigorosamente indicativo.
Naturalmente il beneficio sarà provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani bisognerà ricominciare daccapo. Ma insegnare è proprio questo: ricominciare fino a scomparire come professori.
Naturalmente il beneficio sarà provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani bisognerà ricominciare daccapo. Ma insegnare è proprio questo: ricominciare fino a scomparire come professori.
Se non riusciamo a collocare i nostri studenti nell'indicativo presente della
nostra lezione, se il nostro sapere e il piacere di servirsene non
attecchiscono su quei ragazzini e quelle ragazzine, nel senso botanico, la loro
esistenza vacillerà sopra vuoti infiniti.
Certo, non saremo gli unici a scavare
quei cunicoli a non riuscire a colmarli, ma quelle donne e quegli uomini
avranno comunque passato uno o più anni della loro giovinezza seduti di fronte
a noi.
E non è poco un anno di scuola andato in malora: è l'eternità in un
barattolo.
- Daniel Pennac -
scrittore
È più facile insegnare che educare, perché per insegnare
basta sapere, mentre per educare è necessario essere.
- Alberto Hurtado, gesuita -
Come sempre nel nostro Paese quando si deve tagliare, si
tagliano la cultura e la ricerca, ritenute evidentemente un inutile lusso.
- Margherita Hack, astrofisica -
Buona giornata a tutti. :-)
Nessun commento:
Posta un commento