martedì 31 gennaio 2012

Il credo dei sofferenti

Credo che il dolore purifichi e migliori
e possa condurre alla più alta perfezione.


Credo che il dolore, sopportato con amore e rassegnazione,
sia una grande riparazione dei peccati.

Credo che Dio cerchi coloro che soffrono per lui.

Credo che il dolore, sopportato con amore e rassegnazione,
sarà glorificato nell'eternità.

Credo che il dolore sia ciò che più ci unisce intimamente al Signore Gesù, facendoci somigliare a Lui.

Credo che il dolore racchiuda segreti e ineffabili consolazioni
per coloro che si sottomettono umilmente,
e che ispiri un amore sincero e più pieno verso Dio.

Credo che il dolore, sopportato con amore e rassegnazione,
abbia più merito di qualsiasi altra opera.

Credo che da tutta l'eternità,
Dio abbia contato il numero e misurato l'intensità dei dolori
e abbia preparato in proporzione la sua grazia e la sua ricompensa.

Credo che il dolore, sopportato con cristiana rassegnazione,
sia un segno dell'amore e della predestinazione.

Credo che il dolore, unito a quello di Gesù,
sia il mezzo più fecondo per convertire e salvare gli uomini.


Jack Nicholson in una scena del film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (One Flew Over the Cuckoo's Nest) 1975, regia Milos Forman
Drammatica denuncia del trattamento inumano cui sono sottoposti i pazienti negli ospedali psichiatrici.
È uno dei pochi film nella storia del cinema (insieme a  “Accade una notte” di Frank Capra e “Il silenzio degli innocenti” di Jonathan Demme) che ha vinto tutti i cinque Oscar principali (miglior film, miglior regista, miglior attore, miglior attrice, migliore sceneggiatura non originale)


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