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domenica 19 aprile 2015

da: "La solitudine dei numeri primi" - Paolo Giordano

“I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. 
Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo più in là rispetto agli altri. 
Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci. […] 
In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. 
I matematici li chiamano numeri gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. 
Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. 
Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento che le coppie incontrate fin lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati e stretti uno all’altro.
Due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.”Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finchè non li si scopre.
Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. A lei non l’aveva mai detto.”

- Paolo Giordano -
da: "La solitudine dei numeri primi", 2008, Ed. Mondadori



Non hai nemmeno più l’età per romperti il cuore in così tanti pezzi, perché sei diventata più fragile, mentre correvi di qua e di là a caccia d’amore.
Sei diventata più fragile e nemmeno te ne sei accorta.
Così fragile da pensare che è meglio una vita così
piuttosto che il solito volo in mezzo alle emozioni che ti lascia stremata e bisognosa di cure, senza nessuno che te le dia, le cure di cui hai bisogno.

La solitudine sono i mille compromessi a cui cedi tra te e te quando giustifichi le mancanze altrui, e ti trovi a battere i piedi come una bambina perché vuoi amore, cazzo, amore e attenzioni e nessuno che capisca quanto, porca puttana quanto, e già mentre fai capricci ti sgridi per niente bonariamente in nome della donna che vuoi essere e non sei.

- Paolo Giordano - 
da: "La solitudine dei numeri primi", 2008, Ed. Mondadori



Anche adesso, come allora, nessuno sapeva dove lei si trovasse. Anche questa volta non sarebbe arrivato nessuno. Ma lei non stava più aspettando. Sorrise verso il cielo terso. Con un po’ di fatica, sapeva alzarsi da sola.

- Paolo Giordano -
da: "La solitudine dei numeri primi", 2008, Ed. Mondadori




La vita va affilata giusta se vuoi che funzioni, se vuoi che tagli le difficoltà non deve essere né troppo stesa né troppo conica, se no non vai avanti. 
La mola che affila le nostre vite è l'educazione, i valori dati da una buona educazione sono importanti, ma più importante è l'inclinazione. Chi ci dà l'educazione deve premere la vita sulla mola con l'inclinazione giusta, altrimenti sbaglia filo e con il filo sbagliato i giovani non tagliano le difficoltà, ma si rompono.

-  Mauro Corona -




Buona giornata a tutti :-)