Visualizzazione post con etichetta Eugenio Borgna. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Eugenio Borgna. Mostra tutti i post

mercoledì 30 gennaio 2019

Puoi sempre scegliere .... - Danilo Rubello Balbinot

Puoi sempre scegliere se cavalcare l’onda
o lasciarti travolgere…
puoi sempre scegliere se reagire negativamente
o trasmettere energia positiva;
puoi sempre scegliere se criticare
o essere d’esempio;
puoi sempre scegliere se lamentarti
o impegnarti;
puoi sempre scegliere se ascoltare col cuore
o farti condizionare dalla mente;
puoi sempre scegliere se sorridere
o giudicare,
puoi sempre scegliere, se essere gentile
o avere ragione.
Puoi sempre scegliere
che profumo lasciare dietro di te.

- Danilo Rubello Balbinot -

  
«Amate la vostra solitudine, sopportatene la pena:
e che il lamento che ne scaturisce sia bello»

- Rainer Maria Rilke -



Conviene distinguere la solitudine come isolamento, dalla solitudine come ricerca interiore. 
La solitudine del disperato dalla solitudine del contemplativo. 
La «grande solitudine interiore», che Rilke evoca nei suoi scritti, è una solitudine benefica, perché è la solitudine dell'approfondimento di sé, nel senso che permette di divenire ciò che si è. 
La ricerca della propria verità passa sempre dagli effetti congiunti della solitudine e del silenzio. 
Il ritiro lontano dal mondo e dal rumore, le «ricariche» che vogliamo vivere come rotture dalla quotidianità, non hanno altro senso. 
Ci sono cose che niente e nessuno può darci che appartengono alla nostra intimità più profonda. E se i rapporti umani, che ci offrono questa immensa ricchezza di sentirci in relazione, possono in seguito aprirci ad altri orizzonti, è prima di tutto in una solitudine frequentata che possiamo sperare di trovare la chiave che apre le nostre porte chiuse.
E' nel profondo di questi deserti interiori che tutto si svela all'improvviso. Il vuoto che scaviamo in noi è destinato a essere riempito da questa pienezza alla quale aspiriamo ardentemente.



Buona giornata a tutti. .-)



sabato 10 novembre 2018

Come salvare la solitudine in noi. Da: "Le parole che ci salvano" - Eugenio Borgna


Come salvare la solitudine in noi

In un mondo collegato costantemente con tutto e con tutti, in un mondo in cui tutto si crea e nulla si distrugge, come è possibile recuperare la solitudine che è premessa a ogni riflessione critica e a ogni esperienza creatrice? 
La solitudine è una esperienza interiore che non si chiude in se stessa, nelle barriere del proprio io, e che è aperta alla vita esteriore, alle sollecitazioni e alle influenze, che sgorgano dal mondo-ambiente con le loro luci e le loro ombre. Ma la solitudine è oggi sempre più difficile da salvare, e da vivere, perché siamo ogni giorno trascinati in un vortice di sensazioni che non ci dànno il tempo di pensare a noi stessi, di scendere lungo il cammino che porta verso l’interno, e di ascoltare le ragioni del cuore e le ragioni della immaginazione.
Cose, queste, possibili solo quando la solitudine rinasca in noi, e ci consenta di ritrovare le sorgenti dei pensieri e delle emozioni che rendono una vita degna di essere vissuta, e aperta alla comunicazione verbale e non-verbale con gli altri.


Si ha timore della solitudine.

Non è facile salvare la solitudine in noi, perché essa ci confronta con il segreto della nostra coscienza, con il manzoniano guazzabuglio delle passioni che sono in noi, con le cose che non vorremmo ricordare e che la memoria trattiene, con gli orizzonti di senso della nostra vita, con l’autenticità, o la inautenticità, delle relazioni che abbiamo con gli altri, con il mistero del vivere e del morire, e in fondo con il mistero della morte.
Questi sono alcuni dei motivi che fanno nascere l’angoscia dinanzi alla solitudine; e allora si desidera fuggire anche dalla solitudine creatrice, e trovare rifugio in esperienze rassicuranti che ci distraggano dal pensare e dall’immaginare, dal riflettere e dal curarsi degli altri. 
Sì: ci curiamo degli altri, riusciamo a essere in comunicazione con gli altri, diveniamo capaci di solidarietà, solo se abbiamo il coraggio di vivere in una solitudine che ci apra alle ragioni di una vita orientata a relazioni significative. 
Vivere fino in fondo l’esperienza della solitudine significa insomma recuperare i valori della riflessione e della solidarietà, dell’impegno etico in politica e del rispetto delle persone, e delle loro differenze, del rinnovamento culturale e della leopardiana passione della speranza.



La grande solitudine interiore

La solitudine, cosí, non è solo esperienza interiore, ma diviene matrice di cambiamento relazionale e culturale, politico e sociale, come ci dice Rainer Maria Rilke in una delle bellissime Lettere a un giovane poeta

«Voi non dovete rimanere senza un mio saluto mentre viene il Natale e voi, in mezzo alla festa, portate la vostra solitudine con maggior fatica che mai. 
Ma se poi v’accorgete che è grande, rallegratevene; che sarebbe infatti (domandatevi) una solitudine senza grandezza; c’è solo una solitudine, e quella è grande e non è facile a portare e a quasi tutti giungono le ore in cui la permuterebbero volentieri con qualche comunione per quanto triviale e a buon mercato, con l’apparenza di un minimo accordo col primo capitato, col piú indegno… 
Ma sono forse quelle le ore in cui la solitudine cresce; ché la sua crescita è dolorosa come la crescita dei fanciulli e triste come l’inizio delle primavere. Ma questo non vi deve sviare. 
Questo solo è che abbisogna: solitudine, grande intima solitudine. 
Penetrare in se stessi e per ore non incontrare nessuno – questo si deve poter raggiungere. 
Essere soli come s’era soli da bambini, quando gli adulti andavano attorno impigliati in cose che sembravano importanti e grandi, perché i grandi apparivano cosí affaccendati e nulla si comprendeva del loro agire». 

La psichiatria, quando si confronta con le grandi emozioni della vita, ha bisogno della poesia (lo vorrei ancora ripetere) se vuole cogliere la palpitante dimensione umana delle esperienze con cui senza fine si confronta.

- Eugenio Borgna -
da: "Le parole che ci salvano - La fragilità che è in noi. Parlarsi. Responsabilità e speranza", © 2017 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino



Buona giornata a tutti. :-)