sabato 11 gennaio 2020

Era in mezzo alla strada, vacillante – Padre Michel Quoist

Era in mezzo alla strada, vacillante. 
Cantava a squarciagola con la sua voce rauca
da ubriacone inveterato.
La gente si voltava, si fermava, si divertiva.
È arrivato un vigile, silenzioso, alle spalle.
Lo ha preso brutalmente per la spalla e portato dentro.
Cantava ancora.
La gente rideva.
Non ho riso.
Ho pensato, o Signore, alla donna che questa sera
attenderebbe invano.
Ho pensato a tutti gli altri ubriaconi della città,
quelli dei bar e dei caffè,
quelli dei ritrovi e dei night-club.
Ho pensato al loro ritorno, alla sera, in casa,
ai bimbi spaventati,
al portafoglio vuoto,
ai colpi,
alle grida,
alle lacrime,
ai bambini che nascerebbero dalle strette puzzolenti.
Ora hai steso la tua notte sulla città, o Signore.
E mentre s'intrecciano e snodano drammi
gli uomini che hanno difeso l'alcool,
fabbricato l'alcool,
venduto l'alcool,
nella stessa notte s'addormentano in pace.
Penso a tutti questi, mi fanno pietà;
hanno fabbricato e venduto miseria,
hanno fabbricato e venduto peccato.
Penso a tutti gli altri, la folla degli altri che lavorano
per distruggere e non per costruire,
per insozzare e non per nobilitare,
per istupidire e non per rasserenare,
per avvilire e non per accrescere.
Penso particolarmente, o Signore, a quella moltitudine
che lavora per la guerra,
che per nutrire la famiglia deve lavorare e distruggerne altre,
che per vivere deve preparare la morte.
Non ti chiedo di strapparli tutti al loro lavoro: non è possibile.
Ma fa', o Signore, che si pongano dei problemi,
che non dormano tranquilli,
che lottino in questo mondo in disordine,
che siano fermento,
che siano redentori.
Per tutti i feriti nell'anima e nel corpo, vittime del lavoro
dei loro fratelli.
Per tutti i morti, di cui migliaia di uomini hanno
coscienziosamente preparato la morte.
Per quell'ubriacone, grottesco clown in mezzo alla strada.
Per l'umiliazione e le lacrime della moglie.
Per la paura e le grida dei bambini.
Signore, abbi pietà di me troppo spesso sonnolento.
Abbi pietà degli infelici completamente addormentati e complici
di un mondo in cui fratelli si uccidono tra loro
per guadagnare il pane.

- Padre Michel Quoist -


Io non amo la gente perfetta, 
quelli che non sono mai caduti, 
non hanno inciampato.
A loro non si è svelata la bellezza della vita


- Boris Pasternak -



La pace del tuo cuore rende bella la vita di coloro che ti circondano.
Inabissarsi nell’ inquietudine non è mai stata una via evangelica. Costruire la propria fede sul tormento sarebbe come costruire la propria casa sulla sabbia. 
Ascolti in ogni momento questa parola di Gesù: «Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace. Non tremi e non tema il vostro cuore»? La pace delle profondità ti rende più leggero per ri­prendere il cammino quando il fallimento o gli sco­raggiamenti pesano sulle tue spalle. E nascono lo stupore, un soffio poetico, una sem­plicità di vita e, per chi può capirlo, una visione mi­stica dell’essere umano. 
Per te questa preghiera del Vangelo: «Benedici noi, o Cristo, noi e coloro che ci hai affi­dati. Mantienici, nello spirito delle beatitudini, la gioia, la semplicità, la misericordia».


- Roger Schutz –



La civiltà non è né il numero né la forza, né il denaro. 
La civiltà è il desiderio paziente, appassionato, ostinato, 
che vi siano sulla terra meno ingiustizie, meno dolori, meno sventure. 
La civiltà è amarsi.


- Raoul Follereau -



Buona giornata a tutti. :-)

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