Il tema è quello della vigilanza: il
discepolo che attende il ritorno del Signore non si addormenta, non si lascia
intorpidire dall'abitudine, si guarda continuamente intorno, con capacità di
discernimento e di penetrazione.
La vigilanza e una delle virtù tipiche
del discepolo del Nuovo Testamento ed è interessante, a questo proposito, la
nota della Bibbia di Gerusalemme: "Vegliate: propriamente è l'astenersi
dal sonno. Qui è l'atteggiamento che Gesù raccomanda a coloro che aspettano la
sua venuta... La vigilanza, in questo stato di allarme, suppone una solida
speranza ed esige una costante presenza di spirito che prende il nome di
sobrietà.”
Possiamo allora riflettere
sull'importanza dell'atteggiamento dello spirito che non si addormenta e che
non si lascia inebriare od ottenebrare dalla realtà in cui vive e sul suo
rapporto con la sobrietà come capacità di dominio di sé, di disciplina degli
occhi, della mente, del corpo e della fantasia.
La sobrietà è certamente garanzia della
capacità di preghiera, di lectio divina, di gusto dello Spirito Santo. Non a
casco il Nuovo Testamento usa la parola sobrietà: propriamente vuol dire
“astenersi dall' ubriachezza"e noi possiamo tradurla in “ubriacatura di
immagini" che ci viene, ad esempio, dall'uso indiscriminato della
televisione.
Io credo però che lo Spirito Santo, una volta che ci saremo
svegliati dall'ubriacatura televisiva, porterà molti, anche ragazzi e giovani,
a prendere delle decisioni drastiche rispetto ad una realtà che attira in modo
quasi magico creando un rapporto di dipendenza pericoloso.
Non si tratta, è vero, di grandi
decisioni che toccano, di per sè, la fede o l'essenza della Chiesa, si tratta
però di vita quotidiana che si ripercuote sulla capacità e prontezza ad accogliere
la consolazione dello Spirito.
- Card. Carlo Maria Martini -
L’ uomo
«nuovo» — cui la fede ha dato un occhio penetrante che vede oltre la scena e la
carità un cuore capace di amare l’Invisibile — sa che il vuoto non c’è e il
niente è eternamente vinto dalla divina Infinità; sa che l’universo è popolato
di creature gioiose; sa di essere spettatore e già in qualche modo partecipe
dell’esultanza cosmica, riverberata dal mistero di luce, di amore, di felicità
che sostanzia la vita inesauribile del Dio Trino.
"Affidarsi allo Spirito
significa riconoscere
che in
tutti i settori arriva prima di noi,
lavora
più di noi e meglio di noi;
a noi
non tocca né seminarlo, né svegliarlo,
ma
anzitutto riconoscerlo,
accoglierlo,
assecondarlo, seguirlo.
Anche
nel buio del nostro tempo,
lo
Spirito c'è e non si è mai perso d'animo:
al
contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge,
arriva
là dove mai avremmo immaginato".
- card.
Carlo M. Martini -
Buona giornata a tutti. :-)