Nella bella Verona, dove noi collochiam la
nostra scena, due famiglie di pari nobiltà; ferocemente l’una all’altra oppone
da vecchia ruggine nuova contesa, onde sangue civile va macchiando mani civili.
Scena V - Verona, la casa dei Capuleti
dialogo fra Giulietta e Romeo nella scena in cui si incontrano per la prima volta:
Dai fatali lombi di questi due nemici ha preso vita una coppia di amanti da
maligna fortuna contrastati la cui sorte pietosa e turbinosa porrà, con la
lor morte, una pietra sull’odio dei parenti.
Del loro amore la pietosa storia,
al cui terribil corso porrà fine la loro morte, e dei lor genitori l’ostinata
rabbiosa inimicizia cui porrà fine la morte dei figli: questo è quanto su
questo palcoscenico vi rappresenteremo per due ore.
E se ad esso prestar
vorrete orecchio pazientemente, noi faremo in modo, con le risorse del nostro mestiere,
di sopperire alle manchevolezze dell’angustia di questa nostra scena.
Scena V - Verona, la casa dei Capuleti
Romeo - Oh, ch'ella insegna perfino alle torce come splendere di più viva luce!
Par che sul buio volto della notte ella brilli come una gemma rara pendente dall'orecchio d'una Etiope.
Bellezza troppo ricca per usarne, troppo cara e preziosa per la terra!
Ella spicca fra queste sue compagne come spicca una nivea colomba in mezzo ad uno stormo di cornacchie.
Finito questo ballo, osserverò dove s'andrà a posare e, toccando la sua, farò beata questa mia rozza mano...
Ha mai amato il mio cuore finora?...
Se dice sì, occhi miei, sbugiardatelo, perch' io non ho mai visto vera beltà prima di questa notte.
dialogo fra Giulietta e Romeo nella scena in cui si incontrano per la prima volta:
« Romeo – Se con indegna mano profano questa tua santa reliquia (è il peccato di tutti i cuori pii), queste mie labbra, piene di rossore, al pari di contriti pellegrini, son pronte a render morbido quel tocco con un tenero bacio.
Giulietta – Pellegrino, alla tua mano tu fai troppo torto, ché nel gesto gentile essa ha mostrato la buona devozione che si deve. Anche i santi hanno mani, e i pellegrini le possono toccare, e palma a palma è il modo di baciar dei pii palmieri.
- Santi e palmieri non han dunque labbra?
- Sì, pellegrino, ma quelle son labbra ch'essi debbono usar per la preghiera.
– E allora, cara santa, che le labbra facciano anch'esse quel che fan le mani: esse sono in preghiera innanzi a te, ascoltale, se non vuoi che la fede volga in disperazione.
– I santi, pur se accolgono i voti di chi prega, non si muovono.
– E allora non ti muovere fin ch'io raccolga dalle labbra tue l'accoglimento della mia preghiera. (la bacia) Ecco, dalle tue labbra ora le mie purgate son così del lor peccato.
– Ma allora sulle mie resta il peccato di cui si son purgate quelle tue!
– O colpa dolcemente rinfacciata! Il mio peccato succhiato da te! E rendimelo, allora, il mio peccato. (la bacia ancora)
– Sai baciare nel più perfetto stile.