lunedì 9 aprile 2018

Beati i miti - cardinale Carlo Maria Martini

<< Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.>> (Matteo 5, 3-12)



Mi piace riportare l'opinione di un illustre esegeta, il padre Jac­ques Dupont, di cui condivido la conclusione:


"La mitezza di cui parla la beatitudine non è altro che quell' aspetto dell' umiltà che si manifesta nell'affabilità messa in atto nei rapporti con il prossimo. Tale mitezza trova la sua illustrazione e il suo perfet­to modello nella persona di Gesù, mite e umile di cuore. In fondo, tale mitezza ci appare come una forma della carità, pa­ziente e delicatamente attenta nei riguardi altrui".

Comprendiamo allora perché Gesù promette ai miti il pos­sesso della terra. 
La rinuncia alla vendetta, infatti, la rinuncia al­la sopraffazione, alla prepotenza, fa trovare al cristiano, in ogni occasione, la via per aprire spazi alla misericordia della verità, alla costruzione di un nuovo volto della società.
Naturalmente, la mentalità evangelica della mitezza matura soltanto lentamen­te nel singolo cristiano e ancora più lentamente nell'esperienza dei popoli. 
Bisogna essere passati per molte prove, delusioni, amarezze, sconfitte, per capire che la violenza di ogni tipo, compresa quella morale e ideologica, è alla fine perdente.

Vi offro tre spunti di riflessione che vi permetteranno di co­gliere il messaggio permanente della parola di Gesù.

1.      Con la beatitudine dei miti Gesù condanna chiaramente ogni forma di prepotenza. La prepotenza non paga. Quindi i prepotenti, che si ritengono felici in questo mondo, sono in realtà degli sventurati, perché il loro potere è logorato alla radi­ce ed essi cadranno come un vaso di argilla che viene frantu­mato.

2.      Il messaggio di Gesù promuove il coraggio della non vio­lenza. I Padri della Chiesa, che hanno commentato a lungo il brano evangelico delle beatitudini, vedono la mitezza proprio come la rinuncia alla violenza, alla vendetta, allo spirito vendi­cativo.

3.      È importante coltivare lo spirito di dolcezza, di mitezza, di ac­coglienza, di capacità di amicizia e di relazioni autentiche e vere.


- Card. Carlo Maria Martini -


Il più grave sbaglio che possiamo fare è prendere decisioni in un "momento nero" [...] 
Perché - dice sant'Ignazio - mentre nella consolazione ci conduce e ci guida lo spirito buono, nella desolazione è lo spirito cattivo che si agita in noi e, con i suoi consigli, non troveremo mai la via per stabilire il bene.


- Cardinale Carlo Maria Martini - 



Spesso il linguaggio usato per parlare di Dio è stentato e fiacco, a volte imbarazzato, a volte generico; ci si divide facilmente in verticalisti e orizzontalisti, tradizionalisti e progressisti, si formulano giudizi che, alla luce del Vangelo, risultano perlomeno inadeguati.


- Card. Carlo Maria Martini - 



Buona giornata a tutti. :-)