giovedì 4 maggio 2017

L'Eucarestia e la comunità (2) - Jean Vanier

Tuttavia, i vangeli e gli scritti dei santi attraverso i tempi, mostrano chiaramente che ci sono due poli nella Chiesa: il Corpo di Cristo e i poveri. Gesù si è fatto povero ed ha annunciato che i poveri erano Lui stesso. Il corpo spezzato di Cristo nell'Eucaristia è vissuto veramente soltanto se è visto in relazione con il corpo e il cuore spezzato dei poveri; e il corpo e il cuore spezzato del povero trovano il loro senso nel Corpo spezzato di Cristo. I due sono così intimamente legati, che san Giovanni, nel suo vangelo, non nomina l'Eucaristia in occasione dell'ultima Cena, ma soltanto la lavanda dei piedi. La lavanda dei piedi del povero è Eucaristia. 

Nel corso della vita della Chiesa, per certe ragioni storiche, il sacerdote, poichè presiede in nome di Gesù l'assemblea eucaristica, arrivò a presiedere anche tutte le attività della comunità cristiana. Divenne l'unica autorità, come se i laici non avessero ricevuto lo Spirito Santo e fossero incapaci di pensare e di assumere una responsabilità nella Chiesa. La Chiesa divenne terribilmente clericale; i preti avevano tutto il potere. Il mistero della Chiesa come comunità, come corpo nel quale ogni persona ha il suo posto, era dimenticato. 

Per il fatto che il sacerdote assumeva tutto il potere, in un certo modo, i poveri erano dimenticati. La Chiesa restava centrata sull'Eucaristia e l'adorazione, e perdeva di vista l'altro suo polo: il corpo spezzato dei poveri e la comunità dei credenti chiamati insieme ad accoglierli. Per questa ragione, la Chiesa è diventata ricca; ha perso una buona parte della sua credibilità; spesso non è più un segno visibile del Regno d'amore. 

Quando il corpo vulnerabile è messo al centro della comunità, Maria, la Madre di Gesù ha un posto privilegiato. È la prima ad aver accolto il corpo di Gesù, il Verbo fatto carne. Gli apostoli e i discepoli sono stati santificati dalla parola di Gesù; Maria è stata santificata dal suo corpo, dalla sua presenza reale. Era là, ai piedi della croce, vicina al suo corpo spezzato e morente, mentre gli altri erano fuggiti. Tutti i cristiani sono forse chiamati a fare il passaggio dalla luce e dalla bellezza della parola alla povertà e alla piccolezza del corpo. Prima che il Verbo diventasse carne in lei, Maria era piena di grazia, piena di luce. Amava le parole dei profeti che la univano alla luce del Dio invisibile. 
Quando il Verbo si è fatto carne in lei, quando Gesù è nato, il suo cuore è stato toccato da una presenza e una comunione più profonde, più nascoste, più mistiche. Dio si è reso visibile nella povertà del corpo di un bambino piccolo che aveva bisogno di essere portato, nutrito e amato; un bambino che cercava la comunione, nel momento stesso che la dava. 

Il giorno in cui Giuseppe e Maria hanno presentato il loro figlio Gesù al tempio, è una festa particolarmente cara alle comunità Fede e Luce. Simeone, il vecchio sacerdote, dice a Maria che una spada le trafiggerà il cuore. 
Molti genitori che hanno un bambino handicappato hanno avuto il cuore spezzato e trafitto dalla sofferenza. Tuttavia, in modo misterioso, il loro figlio o la loro figlia è chiamato a rinnovare la Chiesa e la Società. Ma a causa delle loro ferite e della loro debolezza non possono farlo se non nella misura in cui altri cristiani li ascoltano e vivono in comunione con loro.

- Jean Vanier -
Fonte: "La comunità luogo del perdono e della Festa", pagg. 224,225



Dire parrocchia per noi non significa dire le sue attività pastorali: sogniamo una comunità radicata su un territorio e significativa per esso, in dialogo con tutti e non chiusa sulle proprie iniziative, dove il parroco si sentirà il parroco di tutte le persone e le famiglie che abitano nel quartiere o nel paese. 
Una parrocchia che ha la sua più alta visibilità nella sua liturgia; che sa andare verso tutti nei luoghi di tutti; che ha nei suoi laici una delle sue risorse più preziose in ordine alla comunicazione del Vangelo negli ambienti e nei luoghi della vita: dove tutti i laici che frequentano l'Eucaristia della domenica si sentono responsabili di testimoniare e annunciare il Vangelo e di far vivere la loro parrocchia con lo stesso affetto con cui si impegnano per la loro famiglia.



La giustizia è la volontà e la capacità di dare agli altri, a iniziare dall'altro, ciò che loro spetta.
La giustizia è non pensare mai, non dire mai non fare mai: "Tutto mio!", ma: "Tutto nostro! ".
La giustizia è accogliere gli altri ed essere per gli altri non come una minaccia, ma come un dono.

- don Tonino Lasconi -


Buona giornata a tutti. :-)