Alcuni non vedono quale nutrimento potrebbero dare; non
si rendono conto che loro stessi possono diventare pane per gli altri.
Non credono che la loro parola, il loro sorriso, il loro
essere, la loro preghiera possono nutrire gli altri e dare loro fiducia.
Gesù ci chiama a dare la nostra vita per quelli che
amiamo.
È mangiando il pane cambiato nel Suo Corpo che diventiamo pane per gli
altri. Altri invece, scoprono che il loro nutrimento è dare a partire da un
paniere vuoto!
È il miracolo della moltiplicazione dei pani. “Signore,
fa che non cerchi tanto di essere consolato quanto di consolare.”
Sono sempre
stupito di scoprire che quando mi sento molto vuoto all'interno di me, sono
capace di dare una parola nutriente, o che essendo angosciato posso trasmettere
la pace.
Solo Dio può fare miracoli simili.
- Jean Vanier -
Fonte: "La comunità luogo del perdono e della Festa", pag. 220
A volte incontro persone aggressive nei confronti della
loro comunità.
La biasimano per la sua mediocrità. «La comunità non è
sufficientemente nutriente: non mi dà ciò di cui ho bisogno.»
Sono come bambini che biasimano i loro genitori per
tutto. Mancano di maturità, di libertà interiore e soprattutto di fiducia in
loro stessi, in Gesù e nei loro fratelli e sorelle.
Vorrebbero un banchetto con un menù preciso e rifiutano
le briciole date ad ogni istante.
Il loro ideale, le loro idee riguardo al nutrimento
spirituale di cui dicono di aver bisogno, impediscono loro di vedere e di
mangiare il nutrimento che Dio dà loro attraverso il quotidiano.
Non riescono ad accettare il pane che il povero, il loro
fratello o la loro sorella, offre loro, attraverso il suo sguardo, la sua
amicizia, la sua parola.
All'inizio la «comunità» può essere una madre che nutre.
Ma col tempo, ognuno deve scoprire il suo proprio nutrimento attraverso le mille
attività della comunità.
Può essere una forza data da Dio, che viene in aiuto alla
sua debolezza e alla sua insicurezza per aiutarlo ad accettare la ferita della
sua solitudine, del suo grido di sconforto.
La comunità non può mai colmare
questo sconforto che è inerente alla condizione umana. Ma può aiutarci ad
accettarlo, può ricordarci che Dio risponde al nostro grido e che non siamo
soli.
“Il Verbo si è fatto carne ed ha abitato in mezzo a noi» (Gv
1,4).
“Non temere, io sono con te» (Is 43,5).
Vivere in comunità è anche imparare a camminare da soli
nel deserto, nella notte e nel pianto, mettendo la nostra fiducia in Dio nostro
Padre.
- Jean Vanier -
Fonte: "La comunità luogo del perdono e della Festa", pagg. 220,221
Quando si è perduta la visione iniziale della comunità, quando ci si è allontanati dal punto di fedeltà, si può mangiare, mangiare cose spirituali, avere una spaventosa fame di spiritualità, senza essere nutriti.
Quando si è perduta la visione iniziale della comunità, quando ci si è allontanati dal punto di fedeltà, si può mangiare, mangiare cose spirituali, avere una spaventosa fame di spiritualità, senza essere nutriti.
Bisogna convertirsi, ridiventare come
bambini, ritrovare la nostra chiamata iniziale e quella della comunità. Quando
si comincia a dubitare di questa chiamata, questo dubbio si diffonde come un
cancro capace di corrodere l'intero corpo. Occorre saper nutrire la nostra
fiducia in questa chiamata.
- Jean Vanier -
Fonte: "La comunità luogo del perdono e della Festa", pagg. 220,221
Buona giornata a tutti. :-)