Prima di uscire e tornare alle nostre occupazioni,
vorrei lasciarvi le dieci "A" da ricordare nella vita, perché è
adesso che veramente cominciano gli esercizi: dopo i giorni di pace vissuti
insieme, seguono tempi duri, pieni di impegni ed attività.
Molte volte pensiamo di dover agire e lavorare, ed è
vero. Non è meno vero che dobbiamo prima pregare ed ascoltare.
Per questa ragione, le dieci "A" da ricordare
nella vita sono divise in due parti: le prime cinque riguardano il fuoco
interiore; le altre cinque l'impegno esteriore.
Cominciamo con il fuoco interiore, perché è la causa
del fuoco esteriore:
Il fuoco interiore
1. Adorare: dopo questi esercizi, tutti noi
possiamo dire: "Ho incontrato Gesù!" Abbiamo contemplato il volto di
Cristo, che è Amore. L'abbiamo visto nei suoi quattordici difetti. Sappiamo che
la gente cerca il volto di Dio. Siamo noi a farglielo vedere.
2. Amare: la seconda "A" da ricordare, è
quella di "Amare": dopo che abbiamo incontrato Gesù, diciamo pieni di
gioia: "Vidimus Iesum!". L'amore di Cristo ci scuote, così come è
stato per san Paolo: "Caritas Christi urget nos!". È il fuoco
dell'amore di Cristo che brucia i cuori degli apostoli. Lasciamoci bruciare! È
fuoco d'amore!
3. Ascoltare: noi, sacerdoti, dobbiamo prima di
tutto ascoltare Dio. Non possiamo parlarne se prima non lo ascoltiamo
attentamente, come fece Maria a Betania. Gli uomini vogliono vedere Gesù
tramite noi. In secondo luogo, ricordiamoci di poter ascoltare Dio nella nostra
coscienza. Noi formatori di coscienze, quanto bisogno abbiamo di essere fedeli
alla nostra propria coscienza. Finalmente, questa "A" vuole
ricordarci il bisogno di ascoltare gli altri, come fa un padre con suo figlio,
come fa un dottore con un ammalato, come faceva Cristo con tutti.
4. Abbandonarsi: parlando ancora del fuoco
interiore, è importante "abbandonarsi", cioè, lasciarci amare da Dio.
Egli ci ama non per i nostri meriti, né per le nostre azioni o qualità. Ci ama
perché ci ha voluto adottare come figli suoi. Lasciamoci dunque amare da Dio!
5. Accettare: quest'ultima "A" del fuoco
interiore ci insegna ad accettare sempre il momento presente, cioè, il pane
quotidiano che Dio nella sua provvidenza ci dà ogni giorno: le nostre
occupazioni, le nostre difficoltà, i nostri successi e fallimenti, noi stessi
con la nostra propria croce. Accettiamola con amore e gioia. Viene da Dio.
L'impegno esteriore
L'uomo dal cuore ricolmo di Dio è l'apostolo che mostra
a tutti il volto del Padre. Queste cinque "A" si riferiscono
all'impegno esteriore e non possono esistere se non c'è prima il fuoco
interiore.
6. Agire: questa sesta "A" ci ricorda
che Gesù, non soltanto chiamò i suoi perché fossero con lui, ma pure perché
andassero a predicare il suo vangelo: ite, baptizate, docete, sanate. È lui che
ci invia. Come san Paolo, sopportiamo tutto a causa del Vangelo: omnia propter
Evangelium.
7. Animare: mossi dallo Spirito Santo, portiamo
Gesù a tutti gli uomini. Ogni nostro atto, dal più piccolo al più importante, è
un'opportunità di portare Gesù. Nelle processioni del Corpus Christi, gli
ostensori hanno dentro l'ostia, che è Gesù. Anche noi siamo un ostensorio. C'è
o non c'è dentro di noi l'ostia? A cosa servirebbe una processione il cui
ostensorio non abbia dentro Gesù?
8. Appassionarsi: l'ottava "A" ci
ricorda che noi sacerdoti non siamo gente vuota, ma veramente appassionata. La
nostra passione è contenuta nel Padre nostro, la gloria di Dio e la salvezza
delle anime: Dio e gli uomini. Ecco la nostra passione. Innanzitutto Dio, e per
questo preghiamo ogni giorno: sia santificato il tuo nome! Venga il tuo Regno!
Sia fatta la tua volontà!
E poi, gli uomini, nostri fratelli: dacci oggi il
nostro pane quotidiano! Rimetti i nostri debiti! non ci indurre in
tentazione!...
9. Avventurarsi: il messaggio del vangelo esige
radicalità. Cristo è un avventuriero e noi, suoi seguaci, dobbiamo pure
avventurarci assolutamente, subito, senza condizioni. Toto corde, tota anima,
usque ad effusionem sanguinis! Un chiaro esempio ne è Padre Kolbe, avventuriero
di Cristo.
10. Allietarsi: l'ultima delle "A" non è
meno importante delle altre. Dopo questi esercizi siamo tutti lieti e contenti.
Allietiamoci nella grande gioia della speranza! Noi, che viviamo pienamente
donati alle anime, ricordiamo la promessa di Cristo: "Chi darà un
bicchiere d'acqua ad uno di questi, non rimarrà senza ricompensa".
Così, io posso ridere ogni giorno, malgrado le croci e
le difficoltà. E se il tuo cuore ha ancora dei dubbi, non ti preoccupare!
L'amore di Dio, è ancora più grande del tuo cuore.
Maria, stella dell'evangelizzazione.
(card. François
Xavier Nguyen van Thuan)
Fonte: "Scoprite la gioia della speranza" card.
François Xavier Nguyen van Thuan
Il card. Van Thuan
dopo tredici oscuri e terribili anni trascorsi prigioniero dei comunisti in
Vietnam fu invitato da Papa Giovanni Paolo II a predicare gli esercizi
spirituali al Santo Padre e alla Curia Romana, nell'anno del Grande Giubileo
del 2000
Proprio per far
vedere al mondo che Dio l'aveva scelto soltanto per sé, gli ultimi anni del suo
servizio alla Chiesa furono pieni di sofferenza, continua ma silenziosa,
provocata da un tumore che lo condusse alla pace del Signore, il 16 settembre 2002.
Nel febbraio 2005, Papa
Francesco, allora cardinale, scelse di celebrare la Messa per Giovedi Santo in
un ospedale di maternità a Buenos Aires, dove lavò i piedi di 12 donne incinte.
Prima di lavare loro i piedi, disse loro:
"Alcune di voi portano i propri bambini in braccio. Altre di voi li stanno portando nel grembo.
Tutte voi siete donne che hanno scelto la vita.
Io, come sacerdote, ho intenzione di ripetere l'atto di Gesù, e di compiere un atto concreto di servizio per le donne che hanno detto sì alla vita.
Nel lavare i piedi, sto lavando quelli di tutte le madri, e di mia madre, che mi ha sentito nel suo grembo."
"Alcune di voi portano i propri bambini in braccio. Altre di voi li stanno portando nel grembo.
Tutte voi siete donne che hanno scelto la vita.
Io, come sacerdote, ho intenzione di ripetere l'atto di Gesù, e di compiere un atto concreto di servizio per le donne che hanno detto sì alla vita.
Nel lavare i piedi, sto lavando quelli di tutte le madri, e di mia madre, che mi ha sentito nel suo grembo."
- Papa Francesco -
Sì, cari fratelli e sorelle in Cristo, sentiamoci tutti
intimamente uniti alla preghiera del nostro Salvatore nell’Ultima Cena, alla
sua invocazione: ut unum sint.
Chiediamo al Padre misericordioso di vivere in
pienezza quella fede che abbiamo ricevuto in dono nel giorno del nostro
Battesimo, e di poterne dare testimonianza libera, gioiosa e coraggiosa.
Sarà questo il nostro migliore servizio alla causa dell’unità tra i cristiani, un servizio di speranza per un mondo ancora segnato da divisioni, da contrasti e da rivalità.
Più saremo fedeli alla sua volontà, nei pensieri, nelle parole e nelle opere, e più cammineremo realmente e sostanzialmente verso l’unità.
Sarà questo il nostro migliore servizio alla causa dell’unità tra i cristiani, un servizio di speranza per un mondo ancora segnato da divisioni, da contrasti e da rivalità.
Più saremo fedeli alla sua volontà, nei pensieri, nelle parole e nelle opere, e più cammineremo realmente e sostanzialmente verso l’unità.
Papa Francesco 20 Marzo 2013
- papa Francesco -
"Invece di essere solo una Chiesa che accoglie e che
riceve, cerchiamo di essere una Chiesa che esce da se stessa e va verso gli
uomini e le donne che non la frequentano, che non la conoscono, che se ne sono
andati, che sono indifferenti.
- papa Francesco -
“E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato,
come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato San Francesco
d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui
viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con
amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e
che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.
Papa Francesco
“La felicità che
cercate,
la felicità che avete diritto di gustare
ha un nome,
un Volto:
quello di
Gesù di Nazareth,
nascosto nell’Eucaristia”!»
Papa Benedetto XVI
Giornata Mondiale della Gioventù, Colonia
la felicità che avete diritto di gustare
ha un nome,
un Volto:
quello di
Gesù di Nazareth,
nascosto nell’Eucaristia”!»
Papa Benedetto XVI
Giornata Mondiale della Gioventù, Colonia
Buona giornata a tutti :-)