mercoledì 11 luglio 2012

Le Beatitudini di Maria – San Bonaventura da Bagnoregio

Il pensiero di Maria non parta dalla tua mente.
Il nome di Maria non abbandoni il tuo labbro.

L'Amore di Maria non si spenga nel tuo cuore.
Seguendo Maria non ti perderai.

Appoggiandoti a Maria non cadrai.
Sperando in Maria non temerai.

Ascoltando Maria non sbaglierai.
Vivendo con Maria ti salverai.

Ecco la nona beatitudine:
Beati quelli che si sono consacrati a Maria:
i loro nomi sono scritti nel libro della vita.


(San Bonaventura da Bagnoregio)

Giovanni Fidanza nacque a Bagnoregio (Viterbo) nel 1218. Bambino fu guarito da san Francesco, che avrebbe esclamato: « Oh bona ventura ». Gli rimase per nome ed egli fu davvero una «buona ventura» per la Chiesa. Studiò a Parigi e durante il suo soggiorno in Francia, entrò nell'Ordine dei Frati Minori. Insegnò teologia all'università di Parigi e formò intorno a sé una reputatissima scuola. Nel 1257 venne eletto generale dell'Ordine francescano, carica che mantenne per diciassette anni con impegno al punto da essere definito secondo fondatore dell'Ordine. Scrisse numerose opere di carattere teologico e mistico ed importante fu la «Legenda maior», biografia ufficiale di San Francesco, a cui si ispirò Giotto per il ciclo delle Storie di San Francesco. Fu nominato vescovo di Albano e cardinale. Partecipò al II Concilio di Lione che, grazie anche al suo contributo, segnò un riavvicinamento fra Chiesa latina e Chiesa greca. Proprio durante il Concilio, morì a Lione, il 15 luglio 1274. (Avvenire)

È insito nell'anima l'odio della falsità; ma ogni odio nasce dall'amore, perciò è molto più radicato nell'anima l'amore della verità e specialmente di quella verità per la quale l'anima è stata fatta. (dal De Mysterio Trinitatis, q.1, a.1, in Itinerario della mente in Dio. Riconduzione delle arti alla teologia, tradotto daS. Martignoni, O. Todisco, L. Mauro, Città Nuova, 2000)

Maria è modello per noi della difficile arte della "custodia del cuore". In un'epoca dominata dal chiasso, dal frastuono, dalle mille sollecitazioni che ci tirano e ci di-vertono (nel senso letterale di dirigere la vita verso mete sempre diverse, ma infine insoddisfacenti), è difficile ancorare la vita a un centro solido e stabile. La posta in gioco è grande: la vita senza un centro rischia di dissiparsi e impazzire. Maria è con-centrata in Dio, nella sua volontà, di fronte alla quale non si smarrisce, ma si affida. La custodia del cuore vuol dire allora non perdere di vista il centro, attorno al quale tutto trova il giusto senso. Facciamo tacere i rumori, cerchiamo il silenzio, per ascoltare il cuore e apprendere il ritmo della vita." (Don Sandro Salvucci)