domenica 11 marzo 2012

Preghiera di un sacerdote pentito

Signore, sono un tuo povero ed indegno sacerdote.

Perdonami per ogni volta che inconsciamente ho pensato di essere migliore degli altri.
Mi sento spesso come gli ipocriti che tu biasimavi o coloro che amavano i primi posti nelle sinagoghe o nelle assemblee.

Perdonami se ho detto molte cose che io non metto in pratica. Dovrei predicare più con i fatti che con le parole.
Il mio cuore dovrebbe condividere tutto con gli altri, invece non ne sono capace.

Con quale tracotanza ho predicato virtù che io ho osservato troppo poco!
Le liturgie che ho presieduto come erano irriverenti, false, tiepide e come le vivevo da esaltato...

Guarda quante volte, Signore, ti ho condannato con la mia ipocrisia!

Spesso ho parlato dell’amore di Dio-Padre per ogni sua creatura nelle mie omelie, dall’alto del pulpito, mentre io non sento quasi nulla per nessuno, nemmeno per me stesso.

Perdonami davvero...

Signore, con quanta aridità vivo i rapporti umani e quante volte mi sono sentito superiore agli ignoranti, per quel po’ di filosofia o teologia che ho leggiucchiato, pur covando molti dubbi...

Io non amo seriamente e non amo nessuno. Tu, Signore, lo sai bene.

Ho taciuto molte palesi ingiustizie personali e sociali per convenienza.
Ho obbedito ai superiori solo per non avere fastidi, disagi o trasferimenti in parrocchie più povere e problematiche.

Perdonami se non ho realmente preso sul serio le mie omelie.

Io non sono andato a cercare le pecorelle smarrite, perché non mi hanno mai interessato.

Se uno è anticlericale lo evito, e basta. Non lo affronto perché so che in molte cose ha ragione.

Perdonami se molta gente non viene in chiesa a lodarti: in qualche modo ho contribuito anch’io ad allontanarla con la mia indifferenza o con il mio modo di fare eccessivamente interessato.

Gesù, ti ho tradito, perché non vivo come vivi Tu, non affronto la crocefissione come l’hai affrontata Tu.

Sono più preoccupato per le offerte dei fedeli, per le messe pagate che per la mia testimonianza cristiana.

Plasma il mio cuore indurito dalle troppe attività.

Perdona davvero se mi sono soffermato troppo poco ad adorarti, se mi sono tuffato nell'attivismo più sfrenato senza ricercare l'essenziale.

Perdonami se non ho sufficientemente dedicato il mio tempo ai poveri, ai peccatori, se sono stato poco disponibile alla salvezza delle anime, ai colloqui personali, alle sante confessioni.

Insegnami a capire, Signore, quale grande responsabilità mi sono sobbarcato nelle mie promesse sacerdotali e negli incarichi che mi sono stati dati. Che io non trascuri nessuna anima che mi hai affidato.

Fa' che non tralasci alcun momento di preghiera, riflessione, meditazione e adorazione che tu mi concedi nelle varie occasioni.

Insegnami che a Te, mio Signore, non devo dare solo alcuni ritagli della mia vita, ma la mia intera esistenza nella gioia, ma ho bisogno del tuo aiuto, perché senza di Te non posso fare nulla.


«La tentazione di rimuovere Dio, di mettere ordine da soli in se stessi e nel mondo contando solo sulle proprie capacità, è sempre presente nella storia dell’uomo. l’uomo non è mai del tutto esente dalla tentazione finchè vive, ma è con la pazienza e con la vera umiltà che diventeremo più forti di ogni nemico: la pazienza e l’umiltà di seguire ogni giorno il Signore, imparando a costruire la nostra vita non al di fuori di Lui o come se non esistesse, ma in Lui e con Lui, perchè è la fonte della vera vita». (Benedetto XVI)