Da anni la sua vita scorreva monotona, tanto che a volte si
chiedeva cosa ci facesse su quella strada assolata e a chi potesse mai servire
il suo stare lì, immobile e muta spettatrice di uno spettacolo sempre uguale.
Quanto aveva sognato qualcosa di eccitante e di insolito!
Qualcuno che posasse gli occhi proprio su di lei e la trovasse unica,
particolare. Che pensieri assurdi per una pietra...
Ma la vita riserva sempre delle sorprese e un giorno la
nostra annoiata amica fu scossa da uno schiamazzo inconsueto, soprattutto per
quell'ora particolarmente calda in cui tutti cercavano di ripararsi nell'ombra
delle case.
«Cosa mai sta succedendo?» si chiese piena di
eccitazione. Potendo guardare solo di sotto in su, in un primo momento non vide
altro che una selva di gambe. Le sembrarono però particolarmente risolute ed
era sicura che non promettessero nulla di buono.
Le vesti svolazzavano e i sandali non si peritavano di
sollevare un gran polverone che, in verità, le dava davvero fastidio
ricoprendola di sabbia calda.
Trasportati da quelle gambe, arrivarono anche uomini e
donne vocianti, tutti intenti a schernire e insultare qualcuno che la piccola
pietra non riusciva ancora a vedere.
Giunte di fronte a un basso muro che cingeva un orto
assetato, le gambe si fermarono, ma non le voci, che sempre più reclamavano qualcosa
che aveva a che
fare con la punizione per una colpa. Dopo i lunghi anni
passati a contatto con l'essere umano, la pietra aveva imparato a decifrarne il
linguaggio. Anzi, la sua occupazione preferita era proprio stata quella di
mettere insieme tutti quei suoni che le giungevano dall'altro, attraverso i
discorsi dei passanti.
A un tratto essa vide, malamente spinta contro il muro,
una giovane donna. Di lei poté scorgere anche il viso perché, tutta impaurita
com'era, il suo corpo si era fatto piccolo ed era scivolato giù sino a terra,
quasi trasformato anch'esso in pietra dall'odio della gente.
"Certamente non avrà ucciso, o percosso, o offeso
qualcuno" pensò la pietra. "Il suo sguardo è chiaro e limpido,
offuscato sì dalla paura, ma non dall'odio. Cosa può aver mai fatto una
creatura così giovane e delicata?".
Tese l'orecchio, voleva assolutamente capire.
Poté distinguere solo alcune parole: colpevole, adultera,
e poi amante, amore, offesa. "Ma che assurdo connubio!" pensò la
pietra. Per quel che ne sapeva lei, amore e colpa non avevano nulla a che
spartire, ma... si sa... l'uomo aveva le sue strane leggi, ben diverse da
quelle semplici delle pietre.
Proprio in quel momento una voce si alzò sulle altre e
cominciò a gridare: «Lapidiamola, lapidiamola!».
Fu come se un filo avesse tirato contemporaneamente dei
burattini: il grido di uno divenne il grido di tutti.
La pietra inorridì e cercò di farsi ancora più grigia e
piccola. Mai e poi mai avrebbe colpito quella creatura, mai e poi mai avrebbe
ferito la vita. Ma come fare, così com'era alla mercè degli altri?
Già qualcuno si era abbassato per raccogliere alcune sue
sorelle che la guardavano atterrite, sperando in qualcosa che né lei né loro
certamente avrebbero potuto fare, legate com'erano alla loro natura di pietre.
Nella profondità del suo essere le parve di percepire un
cuore che batteva all'impazzata; mai avrebbe pensato di assistere a qualcosa di
così terribile.
In tutta quella gran confusione la nostra gentile amica
non notò neppure l'avvicinarsi di un uomo.
Egli era arrivato con il passo calmo di chi sa che non
occorre affrettarsi per mutare ciò che già è scritto.
La prima cosa che vide di lui furono i sandali assai
consumati e, essendo grande esperta di calzature umane, pensò subito si
trattasse di un pellegrino.
Riflettendo si disse che un uomo pio non si sarebbe mai
accomunato allo schiamazzo degli altri; ma cosa avrebbe potuto fare, lui, da
solo?
Tra la folla si fece silenzio, mentre egli sedette
tranquillamente nella polvere, proprio vicino alla giovane donna.
«Maestro» chiese uno tra i tanti, «questa donna è
un'adultera e la legge prescrive che sia lapidata».
"Lo chiamano Maestro" pensò la pietra, "ma
chi sarà, da dove verrà? Pare tanto giovane!".
Ognuno nella piccola assemblea voleva intanto dire la
sua: chi si appellava alla legge, chi chiedeva un duro esempio, chi pensava
addirittura di conoscere il volere divino.
La pietra non riusciva più a star dietro a tutto quel
vociare né riusciva a comprendere come mai quegli uomini avessero in sé tanta
sicurezza da poter emettere un giudizio inappellabile.
Chi conosceva il fine di ogni cosa o l'insondabile
mistero celato dietro l'effimera apparenza di una forma?
La pietra si sentiva profondamente indispettita. Aveva
accettato per lunghi anni la sua condizione, cercando di assecondare ciò che la
natura le chiedeva. Come mai la mente umana creava solo inutili problemi?
Il caldo si era fatto opprimente e lei avrebbe voluto che
tutto finisse al più presto. Come avrebbe potuto il pellegrino risolvere un pasticcio
così complicato! Gli conveniva piuttosto riprendere la sua strada e lasciare
agli abitanti del villaggio la responsabilità dei loro gesti.
L'aria era immobile, quell'attimo pareva eterno: quando
era iniziato e quando sarebbe finito?
Ogni sentimento sembrava sul punto di esplodere, ma una
strana magia lo aveva fissato lì, nell'animo di ognuno. Paura, collera, odio,
ipocrisia, superbia, compassione, dubbio parevano attendere un misterioso
comando. Fu solo allora che la voce del pellegrino ruppe quell'incantesimo.
«Bene» disse, «se è questo che volete, sia. Chi di voi è
senza peccato, scagli per primo la sua pietra».
Nessuno si mosse. Si stavano interrogando, presi alla
sprovvista da quelle parole? Avevano realmente compreso o si era solo dissolta
la forza della loro sicurezza?
Fatto sta che si guardarono l'un l'altro; poi, uno alla
volta, in silenzio lasciarono la piazza.
Il giovane pellegrino si appoggiò al muretto con un
sospiro e, allungando una mano nella polvere, raccolse proprio la nostra
piccola amica, facendola scherzosamente rotolare fra le dita. Incredibile! Il
suo sogno si era avverato. Qualcuno si era accorto di lei, l'aveva raccolta e
ne aveva fatto una pietra davvero speciale!
- Racconto popolare francese -
da: "Leggende Cristiane. Storie
straordinarie di santi, martiri, eremiti e pellegrini", a cura
di Roberta Bellinzaghi, © 2004 - Edizioni Piemme S.p.A.
Prima o poi nella
vita potrebbe capitarvi di essere vittime di un' ingiustizia: accuse prive di
fondamento, giudizi errati da parte di persone che vogliono nuocervi e
distruggervi.
Sappiatelo e
preparatevi ad affrontare queste situazioni per evitare, quando vi capiteranno,
che in voi abbiano il sopravvento il turbamento, il dolore o il desiderio di
vendicarvi. L' unico buon atteggiamento da tenere in questi casi è quello di
continuare a lavorare su voi stessi.
Ditevi che tutto ciò
che è ispirato dal mondo divino resterà e brillerà un giorno in tutto il suo
splendore, mentre i colpi bassi, gli intrighi e i complotti anche se hanno
successo per un po', sono condannati prima o poi alla sconfitta.
Lasciate perciò che
le persone ingiuste e cattive affondino, se vogliono, nella propria palude: non
faranno altro che indebolirsi e impoverirsi, perché non sanno quanto siano
terribili le leggi nei confronti di chi è servo della gelosia, della menzogna e
dell'odio.
La potenza del cielo
è infinita: lavora impercettibilmente, ma inesorabilmente, e tutto finisce per
volgersi a favore di coloro che hanno messo al centro della loro vita un ideale
sublime di bellezza e di amore, per l' avvento del Regno di Dio e la fratellanza
nel mondo.
- Omraam Mikhaël Aïvanhov -