1)
Dare al bambino fin da piccolo tutto ciò che desidera. Così crescerà convinto
che il mondo gli sia debitore di ciò che gli serve per soddisfare i suoi
capricci.
2) Sorridere divertiti quando ripete le “parolacce” imparate. Così si
convincerà di essere molto spiritoso e aumenterà la dose.
3) Non dargli alcuna educazione spirituale e religiosa, almeno finché non sia
grande e possa quindi decidere da sé. Con la stessa logica, non si dovrebbe
insegnargli l’italiano: da grande preferirà parlare bantù.
4) Lodarlo in presenza di amici e conoscenti, così si convincerà di essere il
più intelligente dei suoi coetanei.
5) Evitare l’uso del termine “male”: potrebbe sviluppare nel bambino un senso
di colpa. Così, da grande, quando sarà giustamente punito per le sue colpe,
crederà che la società è contro di lui e che lo perseguita.
6) Raccogliere ciò che lascia in disordine: scarpe, libri, vestiti. Fare per
lui ogni cosa, in modo da abituarlo a scaricare sugli altri tutti i propri
pesi.
7) Lasciargli leggere, vedere, pensare tutto ciò che desidera. Dargli tazze
dorate, senza preoccuparsi di che cosa ci sia dentro da bere.
8) Litigare spesso in sua presenza. Così farà anch’egli nella sua futura
famiglia.
9)
Dargli tutto il denaro che desidera. Non lasciate che se lo guadagni. Che
sia felice intanto che è giovane.
10) Difenderlo sempre, di fronte a maestri, vicini, poliziotti… dicendo che
tutti hanno pregiudizi contro di lui.Quando poi da grande il bambino si comporterà male veramente, vi difenderete dicendo: "Con lui non siamo mai riusciti ad ottenere nulla."
Da: Don Mazzi "Come rovinare un figlio in 10 mosse" (San Paolo ed.)
Dammi un figlio, Signore,
che sia abbastanza forte
da riconoscere la sua debolezza
e abbastanza coraggioso
da affrontare se stesso davanti alla paura.
Dagli la forza di restare in piedi,
dopo una sconfitta onorevole,
così come la forza di restare umile
e semplice dopo la vittoria.
Dammi un figlio, Signore,
in cui i desideri non rimpiazzino le azioni,
un figlio che conosca Te e sappia
conoscere se stesso.
Fa che percorra, Te ne prego,
non il sentiero dell’agiatezza
e della comodità,
ma quello dello sforzo e della sfida
nella lotta contro le difficoltà.
Insegnagli a tenersi dritto nella tempesta,
ma ad avere comprensione per coloro
che sono deboli.
Dammi un figlio che abbia un cuore puro
e un ideale elevato,
un figlio che sappia dominarsi prima
di voler dominare gli altri,
un figlio che sappia ridere
senza dimenticare come si fa a piangere,
che avanzi verso il futuro senza dimenticarsi il passato.
E dopo tutto questo Signore,
dagli, Te ne prego, il senso dell’umorismo,
così che viva con serietà, ma sappia
guardare se stesso senza mai prendersi
troppo sul serio.
Dagli l’umiltà che gli ricordi sempre
la semplicità della vera grandezza,
l’apertura di spirito della vera sapienza,
e la dolcezza della vera forza.
E allora io, sua madre, potrò mormorare.
“Non ho vissuto invano”.
da riconoscere la sua debolezza
e abbastanza coraggioso
da affrontare se stesso davanti alla paura.
Dagli la forza di restare in piedi,
dopo una sconfitta onorevole,
così come la forza di restare umile
e semplice dopo la vittoria.
Dammi un figlio, Signore,
in cui i desideri non rimpiazzino le azioni,
un figlio che conosca Te e sappia
conoscere se stesso.
Fa che percorra, Te ne prego,
non il sentiero dell’agiatezza
e della comodità,
ma quello dello sforzo e della sfida
nella lotta contro le difficoltà.
Insegnagli a tenersi dritto nella tempesta,
ma ad avere comprensione per coloro
che sono deboli.
Dammi un figlio che abbia un cuore puro
e un ideale elevato,
un figlio che sappia dominarsi prima
di voler dominare gli altri,
un figlio che sappia ridere
senza dimenticare come si fa a piangere,
che avanzi verso il futuro senza dimenticarsi il passato.
E dopo tutto questo Signore,
dagli, Te ne prego, il senso dell’umorismo,
così che viva con serietà, ma sappia
guardare se stesso senza mai prendersi
troppo sul serio.
Dagli l’umiltà che gli ricordi sempre
la semplicità della vera grandezza,
l’apertura di spirito della vera sapienza,
e la dolcezza della vera forza.
E allora io, sua madre, potrò mormorare.
“Non ho vissuto invano”.
Buona giornata a tutti. :-)