A noi occidentali, la ragione sembra
molto superiore all’intuizione.
Noi preferiamo di gran lunga l’intelligenza al
sentimento.
La scienza risplende, mentre la religione si spegne.
Noi seguiamo Descartes, mettendo da
parte Pascal.
Così, noi cerchiamo la bellezza prima di
sviluppare in noi l’intelligenza. Quanto alle attività non intellettuali dello
spirito, come il senso morale, il senso del bello e, soprattutto, il senso del
sacro, esse sono quasi del tutto
neglette.
L’atrofia di queste attività fondamentali fa dell’uomo moderno
un essere spiritualmente cieco. Una tale infermità non gli permette di essere
un buon membro costitutivo della società.
Lo sfasciarsi della nostra civiltà
bisogna imputarlo alle cattive qualità dell’individuo. Infatti, l’elemento
spirituale si mostra così indispensabile alla riuscita della vita come quello
intellettuale e materiale. Urge, quindi, risvegliare in noi le attività mentali
che, assai più dell’intelligenza, danno alla personalità la sua forza. Tra
queste, la più ignorata è il senso del sacro o senso religioso.
Il senso del sacro si esprime
soprattutto attraverso la preghiera. La preghiera è, non c’è dubbio, come il
senso del sacro, un fenomeno spirituale. Ora, il mondo spirituale si trova
fuori dalla portata dei nostri tecnici. Come avere, allora, una conoscenza
positiva della preghiera?
Il dominio della scienza comprende, per buona sorte,
tutto ciò che può essere osservato. E, prendendo a intermediaria la fisiologia,
può estendersi fino alle manifestazioni dello spirituale. Pertanto, attraverso
l’osservazione sistematica dell’uomo che prega, noi verremo a conoscere in che
cosa consista il fenomeno della preghiera.
La sua tecnica e i suoi effetti
La preghiera, pare che sia,
essenzialmente, una tensione dello spirito verso il substrato immateriale
del mondo.
In generale, essa consiste in un lamento, in un grido d’angoscia, in
una domanda di soccorso. Talvolta, essa diviene una contemplazione serena del
principio immanente e trascendente di tutte le cose. La si può definire,
ugualmente, come una elevazione dell’anima a Dio.
Come un atto di amore e
di adorazione verso Colui, dal quale viene quella cosa meravigliosa che è la
vita. Infatti, la preghiera rappresenta lo sforzo dell’uomo per comunicare con
un Essere invisibile, Creatore di tutto ciò che esiste, suprema saggezza, forza
e bellezza, padre e salvatore di ciascuno di noi. Lungi dal consistere in una
semplice pronuncia di formule, la vera preghiera rappresenta uno stato mistico,
durante il quale la coscienza si assorbe in Dio. Questo stato non è di natura
esclusivamente intellettuale. Esso resta, perciò, tanto inaccessibile quanto
incomprensibile ai filosofi e ai sapienti.
Allo stesso modo che il senso del
bello e l’amore, esso non domanda una cultura libresca.
I semplici sentono Dio naturalmente, come il calore del sole o il profumo di un fiore. Ma questo Dio, così vicino a colui che sa amare, si cela a colui che sa soltanto comprendere.
Il pensiero e la parola falliscono quando si tratta di descriverlo.
Questo perché la preghiera trova la sua più alta espressione in un volo d’amore attraverso l’oscura notte dell’intelligenza.
I semplici sentono Dio naturalmente, come il calore del sole o il profumo di un fiore. Ma questo Dio, così vicino a colui che sa amare, si cela a colui che sa soltanto comprendere.
Il pensiero e la parola falliscono quando si tratta di descriverlo.
Questo perché la preghiera trova la sua più alta espressione in un volo d’amore attraverso l’oscura notte dell’intelligenza.
Come bisogna pregare?
Noi abbiamo appreso la tecnica della
preghiera dai mistici cristiani da San Paolo a San Benedetto, e dalla folla
degli apostoli senza nome che, nel corso di venti secoli, hanno iniziato i popoli
dell’Occidente alla vita religiosa.
Il Dio di Platone era inaccessibile nella sua grandezza. Quello di Epitteto si confondeva con l’anima delle cose. Jahvè ispirava terrore, non amore.
Il Dio di Platone era inaccessibile nella sua grandezza. Quello di Epitteto si confondeva con l’anima delle cose. Jahvè ispirava terrore, non amore.
Il cristianesimo, al contrario, ha
avvicinato Dio all’uomo. Gli ha dato un volto, ne ha fatto nostro padre,
nostro fratello, nostro Salvatore. Per giungere a Dio, non c’è più bisogno
di un cerimoniale complesso, di sacrifici sanguinosi. La preghiera è divenuta
facile, e la sua tecnica semplice.
Per pregare, occorre solo fare lo sforzo di tendere verso Dio. Questo sforzo deve essere del cuore, non solo dell’intelletto. Una meditazione sulla grandezza di Dio, per esempio, non è una preghiera, se non è nello stesso tempo un’espressione di amore e di fede. E’ in questo modo che l’orazione, secondo il metodo di La Salle, parte da una considerazione d’ordine intellettuale per divenire immediatamente affettiva.
Sia corta o lunga, sia vocale o solamente mentale, la preghiera deve essere simile ad una conversazione del figlio col padre.
“Ci si presenta come si è”, diceva un giorno una piccola Suora della Carità, che da trent’anni consumava la sua vita al servizio dei poveri.
Per pregare, occorre solo fare lo sforzo di tendere verso Dio. Questo sforzo deve essere del cuore, non solo dell’intelletto. Una meditazione sulla grandezza di Dio, per esempio, non è una preghiera, se non è nello stesso tempo un’espressione di amore e di fede. E’ in questo modo che l’orazione, secondo il metodo di La Salle, parte da una considerazione d’ordine intellettuale per divenire immediatamente affettiva.
Sia corta o lunga, sia vocale o solamente mentale, la preghiera deve essere simile ad una conversazione del figlio col padre.
“Ci si presenta come si è”, diceva un giorno una piccola Suora della Carità, che da trent’anni consumava la sua vita al servizio dei poveri.
Insomma, si prega come si ama, con
tutto il nostro essere.
Quanto alla forma della preghiera, essa varia dalla
breve aspirazione verso Dio sino alla contemplazione, dalle semplici parole
pronunziate dai contadini presso un Calvario, all’incrocio delle strade, sino
alla magnificenza del canto gregoriano, sotto le volte della cattedrale.
La
solennità, la grandezza e la bellezza non sono necessarie all’efficacia della
preghiera. Ben pochi uomini hanno saputo pregare come San Giovanni della Croce
o San Benedetto di Chiaravalle.
Ma non c’è bisogno d’essere eloquenti per
essere esauditi. Quando si giudica del valore dell’orazione dai suoi risultati,
le nostre più umili parole di supplica e di lode sembrano altrettanto accette
al Signore di tutti gli esseri, che le più belle invocazioni.
Alcune
formule recitate macchinalmente sono in certo modo una preghiera. Così la
fiamma di un cero.
Basta, però, che queste formule inerti e questa fiamma materiale significhino lo slancio d’un essere umano verso Dio.
Basta, però, che queste formule inerti e questa fiamma materiale significhino lo slancio d’un essere umano verso Dio.
Si prega ugualmente col lavoro.
San Luigi Gonzaga diceva che il compimento di un dovere equivale ad una preghiera. La miglior maniera di comunicare con Dio è, senza dubbio, quella di compiere integralmente la sua volontà. “Padre Nostro, venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà, sulla terra come in cielo…”. E fare la volontà di Dio consiste, è chiaro, nell’obbedire alle leggi della vita quali sono scritte nei nostri tessuti, nel nostro sangue, nell’anima nostra.
San Luigi Gonzaga diceva che il compimento di un dovere equivale ad una preghiera. La miglior maniera di comunicare con Dio è, senza dubbio, quella di compiere integralmente la sua volontà. “Padre Nostro, venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà, sulla terra come in cielo…”. E fare la volontà di Dio consiste, è chiaro, nell’obbedire alle leggi della vita quali sono scritte nei nostri tessuti, nel nostro sangue, nell’anima nostra.
Le preghiere, che salgono come una
grande nube dalla superficie della terra, differiscono le une dalle altre
quanto è diversa la personalità degli oranti. Ma esse consistono in variazioni
sui medesimi temi: il bisogno e l’amore.
È ben legittimo implorare il soccorso
di Dio per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno. Tuttavia, sarebbe assurdo
domandare l’esaudimento di un capriccio o di quello che ci dobbiamo procurare
con la nostra fatica. La domanda importuna, ostinata, aggressiva ottiene.
Un cieco, seduto ai lati della strada, supplicava, urlando via via più forte, benché la gente lo volesse far tacere. “La tua fede ti ha guarito”, disse Gesù, che passava.
Un cieco, seduto ai lati della strada, supplicava, urlando via via più forte, benché la gente lo volesse far tacere. “La tua fede ti ha guarito”, disse Gesù, che passava.
Nella sua forma più elevata, la
preghiera cessa di essere una petizione. L’uomo dice al Signore di tutte le cose
ch’egli lo ama, che Lo ringrazia dei suoi doni, che è pronto a fare la Sua
volontà, qualunque essa sia.
La preghiera diventa contemplazione.
Un vecchio contadino era seduto sull’ultimo banco di una chiesa deserta. “Che aspetti?”, gli si chiese. “Io Lo guardo – rispose – ed Egli mi guarda”. Il valore di una tecnica lo si misura dai suoi risultati. Ogni modo di pregare e buono, quando mette l’uomo in contatto con Dio.[…]
di Alexis Carrel -
La preghiera diventa contemplazione.
Un vecchio contadino era seduto sull’ultimo banco di una chiesa deserta. “Che aspetti?”, gli si chiese. “Io Lo guardo – rispose – ed Egli mi guarda”. Il valore di una tecnica lo si misura dai suoi risultati. Ogni modo di pregare e buono, quando mette l’uomo in contatto con Dio.[…]
di Alexis Carrel -
da: F. Agnoli, La forza
della preghiera nelle parole degli scienziati, Fede & Cultura,
Verona, 2015