giovedì 28 agosto 2025

Un giovane e un anziano

Un giorno, un giovane volle consultare un anziano su un problema che gli stava a cuore…

“Mio signore,” gli disse, “voglio confessarti una cosa:non riesco ad avere un amico. Mi sapresti dare un consiglio?”
L’anziano sorrise e rispose: “Posso solo dirti di me.
Quand’ero ragazzo fra cento ragazzi, ne ebbi uno, di amico.
Fu una cosa bellissima che diede i suoi frutti e poi terminò.
Quando divenni adulto fra mille adulti, ne ebbi un altro, di amico.
Fu una cosa bellissima, ma l’amico morì ed anch’io mi sentii morire.
Ora che sono diventato anziano fra diecimila anziani, adulti e giovani, ho rinunciato ad avere un amico e ho preferito esserlo io, un amico, ogni giorno e ogni ora, di qualcuno che non so chi sia e non so dove sia.”
“Non dev’essere facile…” mormorò il giovane.
“Forse non lo è, perché cercare di essere amico significa, prima di tutto, rinunciare ad averne uno.
Ma forse lo è, perché proprio rinunciando ad averne uno se ne possono avere tanti!” spiego il maestro.
“Non si saprà mai chi saranno?” domandò il giovane.
“Mai. Tenere il cuore spalancato perché tutti vi possano entrare, dare sempre fiducia perché tutti ne possano attingere, rispettare ognuno perché ognuno si senta se stesso ti rende, insieme, amato ed odiato, incomprensibile ed imprendibile.
Chi cerca di essere amico, è un po’ come il mare, fatto di tenera acqua, ma acqua salata.
Chi ha come amico il mare, me lo sai dire?” domandò il maestro.
“Il cielo!” rispose il giovane.
“Infatti. Chi cerca di essere amico può solo sperare che il cielo gli sorrida; e che i gabbiani non smettano di posarglisi sopra!” concluse il maestro.
A questo punto il giovane tacque a lungo, avvolto in profondi pensieri.
Poi guardò l’anziano con uno strano sorriso e gli chiese:
“Mi permetti di essere un tuo gabbiano?”
L’anziano gli rispose:“Benvenuto!”


"Un uomo impazzisce e viene messo in un manicomio. Un amico va a trovarlo.

L’amico è un professore, un professore di filosofia, ha scritto molti libri, è uno studioso molto famoso, ed è anche uno psicologo.

Il pazzo è seduto su una panchina, sotto un albero, in un giardino, circondato da alte mura. Il professore gli si avvicina, si siede di fianco a lui e gli chiede: “Come ti senti, qui?”.

Il pazzo ride. Dice: “Mi sento benissimo, come non mi sono mai sentito prima”. Il professore è perplesso. Dice: “Perché? Perché ti senti così felice in un manicomio?”.

E il pazzo: “Manicomio? Chiami questo un manicomio? Ho lasciato il manicomio là fuori... questo è il posto più sano che ci sia al mondo! Il manicomio è là fuori; queste mura ci proteggono dai pazzi. Se mai ti stancherai dei pazzi che ci sono là fuori, qui sarai sempre il benvenuto. Vieni qui! Qui è tutto molto tranquillo... nessuno interferisce nel lavoro altrui, tutto è molto silenzioso. Ci vivono pochissime persone, e non ho mai incontrato persone altrettanto sane... sono tutte come me!”.

- Kahlil Gibran - 


Buona giornata a tutti :-)





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