venerdì 24 gennaio 2025

Etty Hillesum e i temi del «Cantico delle creature» Acqua e Vento

VENTO

A volte vorrei essere nella cella di un convento, con la saggezza di secoli sublimata sugli scaffali lungo i muri, e con la vista che spazia su campi di grano - devono proprio essere campi di grano, e devono anche ondeggiare al vento. Lì vorrei sprofondarmi nei secoli, e in me stessa. E alla lunga troverei pace e chiarezza. Ma questo non è poi tanto difficile. È qui, ora, in questo luogo e in questo mondo, che devo trovare chiarezza e pace e equilibrio. Devo buttarmi e ributtarmi nella realtà, devo confrontarmi con tutto ciò che incontro sul mio cammino, devo accogliere e nutrire il mondo esterno col mio mondo interno e viceversa, ma è tutto terribilmente difficile e proprio per questo mi sento così oppressa.

Mi sento d'un tratto colma di uno straordinario entusiasmo, forse anche perché il vento talvolta mi soffia proprio dritto in viso e io mi reggo forte alla mia bicicletta, che sento sotto di me come un cavallo da domare.

Ieri pomeriggio mi sono di nuovo inginocchiata sulla stuoia color oro (che è una copertura simile a un campo di grano), con la testa nascosta nel blu luminoso del plaid sul divano, e ho cercato di rinchiudere nuovamente i miei pensieri e sentimenti, che si agitavano davanti e attorno a me come orde/greggi selvagge, nella gabbia della mia interiorità. A volte le porte si spalancano per il vento - e lei procede ricolma di poesia nella sua meditazione mattutina - e ogni cosa infuria all'esterno, e di volta in volta ci si deve raccogliere di nuovo attorno al proprio centro. Pascolare, come un buon pastore, il gregge indisciplinato dei pensieri, delle sensazioni, delle emozioni, delle impressioni, delle esperienze, delle reazioni: datemi una sola parola che esprima tutto questo. Mi sento proprio come un buon pastore. Sto diventando sempre più tranquilla, e mi ritrovo seduta, sì ancora seduta accanto a questa fidata lampada, sentendomi indicibilmente pacificata e serena. Percorrerò il sentiero di questa giornata con calma, prendendomi una piccola vacanza: gli occhi e la testa sono leggermente tesi e affaticati. Devi anche avere la pazienza di agire un po' di meno. Ferma e costante.

Con la supervisione di Liesl ne farò fare un vestito, aperto da tutti i lati per prendere il sole, il vento e le sue carezze. E poi d'estate, una brughiera e io, in quel vestito zingaresco, con le gambe nude abbronzate e i capelli da zingara al vento, e poi una piccola fattoria con una veranda dal soffitto basso, e il profumo delle mele e una veduta notturna di quella brughiera. Tutto questo verrà.

Non so ancora come farò a dominare tutta questa materia. So soltanto che dovrò fare tutto da sola, e che ho abbastanza forza e pazienza per riuscirci. Devo anche essere fedele, non posso più disperdermi come sabbia al vento. Io mi divido tra gli affetti, le impressioni, le persone e le emozioni che mi toccano: devo rimaner fedele a tutti ma devo anche essere fedele al mio talento. «Vivere” tutto quanto non è più sufficiente, ci vuole qualcosa in più.

Etty Hillesum e i temi del «Cantico delle creature»


ACQUA

Signore, dammi meno pensieri e più acqua fredda e ginnastica alla mattina presto.
E d'altra parte, ciò si connette anche, è naturale, con il mio forte desiderio di ascesi, di una vita da clausura con pane nero, acqua pura e frutta.
Una persona può avere fame di vita. Ma con l'ingordigia di vita si perde di vista il proprio vero obiettivo. Bene, qualche profonda verità puoi ancora dirla!
Ora invece mi sono eroicamente buttata sotto un getto d'acqua gelata, cercando di capire: che cosa c'è che non va? Da che dipende? E all'improvviso, mentre mi lavavo, mi ha colta un'immagine, o comunque la si voglia chiamare, e mi sono detta: bene, sei di nuovo “nata dentro” al giorno. Questa volta è stato senza dubbio un parto difficile, passare dal buio grembo sicuro della notte al grigio giorno ostile. Prima l'ho chiamato “il caldo ventre della notte”, ma quest'espressione mi irritava per la troppa fisicità. E ciò mi ha d'un tratto liberata dal mio vago malessere, come alcuni giorni fa l'immagine della domenica che attraversava come una nave il mio anno mi aveva liberata dalla sensazione di essere fatta a pezzi e gettata ai quattro venti.
Alcune cose terra terra. M'accorgo che alzarmi presto mi fa un gran bene. E trovo sempre che l'acqua fredda è una cosa quasi eroica. Sono fondamentalmente una persona molto sana, la cosa principale è l'equilibrio spirituale, il resto funziona allora da sé.
Dobbiamo essere come un fiume e non dividerci in canali per portare acqua ai pascoli.
Ero ferma sul piccolo ponte e ho guardato oltre il canale: mi sono sciolta nel paesaggio e ho offerto tutta la mia tenerezza a quella notte, al cielo con le sue stelle e all'acqua e al ponticello. È stato il momento migliore della mia giornata. Sentivo che quella era l'unica maniera per dare voce e corpo alle tante sensazioni di tenerezza che, nel profondo, si provano per un altro: affidarle alla natura, lasciarle scorrere sotto un cielo, notturno e libero, di primavera e sapere che non c'è altra via d'uscita.
Lui osserva, per dire così, la sua intera vita come da un'alta torre, e quella vita mi viene incontro in semplici parole, come un corso d'acqua.
Si dovrebbe parlare delle questioni più gravi e importanti di questa vita solo quando le parole ci vengono semplici e naturali come l'acqua che sgorga da una sorgente.
E se Dio non mi aiuterà più, allora sarò io ad aiutare Dio.
Dobbiamo di nuovo dimenticare tutte le nostre grandi parole, cominciando con Dio e finendo con Morte, e dobbiamo tornare a essere tanto semplici quanto pura acqua di sorgente. Soprattutto, un po' meno eloquenti.
A volte l'acqua è così limpida che si distingue ogni cosa sul fondo. Potresti dirlo in modo ancor più stomachevole, se la domanda è lecita? Volevo dir questo: era proprio come se la vita mi apparisse altrettanto chiara e trasparente nei suoi mille dettagli, nelle sue svolte e nei suoi movimenti. Come se avessi davanti un oceano e ne potessi distinguere il fondo, guardando attraverso l'acqua trasparente come cristallo. Chissà se riuscirò a scrivere per davvero, una volta o l'altra?
Mi laverò dalla testa ai piedi con acqua fredda e poi me ne starò coricata nel mio letto, starò immobile e non scriverò niente in questo quaderno, cercherò di stare semplicemente distesa e di essere tutta una preghiera. Già altre volte sono stata così male da credere che ci avrei messo delle settimane per venirne fuori - e invece, dopo pochi giorni, era tutto passato.
E ora eccomi coricata in un angolino con febbre e capogiro, e non posso far nulla. Poco fa mi sono svegliata con la gola secca, ho afferrato il mio bicchiere ed ero così riconoscente per quel sorso d'acqua fresca, ho pensato: se solo potessi andare in giro fra quelle migliaia di uomini ammassati laggiù e potessi offrire un sorso d'acqua ad alcuni di loro.

Etty Hillesum e i temi del «Cantico delle creature»


Buona giornata a tutti :-)





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