Dedicato a sei cardinali francesi
1
I cattolici si sono tanto abituati alla loro religione, da non aver più bisogno di sapere se è vera o falsa, se ci credono o no; e una siffatta fede, puramente meccanica, li accompagna fino alla morte.
2
Non si crede senza combatterci, ma essi contro se stessi non lottano; accettano il cattolicesimo come cosa semplice e naturale; e finirebbero, se fosse possibile, per l'ucciderlo.
Tuttavia, avendo ricevuto l'impronta della Chiesa, essi sono cattolici, e lo sono per sempre; la Chiesa, infatti, non fa nulla che non sia eterno; ma questi suoi figli, pur sottomessi, hanno in sé il germe d'una potente corruzione. Non
cercate altrove i veri nemici della Chiesa cristiana, sebbene essi credano d'esserne i difensori.
4
Sono stati allevati nel cattolicesimo, ci vivono, ci muoiono, ma non capiscono né ciò che rappresentano, né ciò che avviene intorno a loro, e nulla avvertono del mistero che li avvolge e li divide dal mondo.
5
Essi vivono nel mondo come se fossero del mondo; eppure ne sono stati separati per mezzo di segni e parole particolari; e se capiscono d'essere contrassegnati e nondimeno si ribellano, essi non sono, per ciò, meno cattolici; e se si avviliscono, restano ancora cattolici, nella loro caduta e nella loro dannazione.
6
Usano essi stessi d'un segno il cui significato è terribile e per il quale possono riconoscersi; ma, per l'abitudine che ne hanno, non capiscono più ciò che vuol dire. Perciò sono come i componenti di una congiura, i quali, pur facendo un segnale stabilito, non sapessero poi a che cosa quel segno li obbligasse.
7
Leggono delle preghiere di cui ogni parola ha una grande importanza, e tuttavia le leggono come se in esse non si trattasse di loro, ma di altri, della vita di altri, della salvezza di altri; si direbbe che ignorino che vi si parla unicamente della loro condanna a morte e della loro grazia; si direbbe che credano che il cattolicesimo fu fondato per gli altri e che se loro ne fanno parte, ciò avviene per pura combinazione o per giuoco.
8
Pregano senza riflettere che le loro preghiere saranno infallibilmente esaudite nel tempo e nel modo che piacerà a una sapienza superiore alla loro; ma quel tempo e quel modo piaceranno a loro?
9
Bisogna che quelle preghiere siano esaudite; le Scritture hanno infatti detto: Qualunque cosa chiederete nel nome mio... Oppure le Scritture si sono ingannate e, se s'ingannano, non c'è cattolicesimo.
10
I cattolici fanno un contratto, che non può disdirsi, con una "parte" temibile; i termini, poi, del contratto sono oscuri, forse minacciosi. Chi prega ripete: Venga il tuo regno, e non conosce né la forza di Colui al quale si rivolge, né la sua vera natura, né le sue intenzioni. Chi prega non sa in qual modo si stabilirà "il regno" né se è una cosa che deve augurarsi e invocare, come fa, senza rifletterci. Un giorno, forse, quelle meccaniche ma potenti ripetizioni potrebbero alla fine attirare quel regno misterioso.
11
Chiedono e credono di pregare, ma il chiedere non è che una metà della preghiera: l'altra metà è la lode e il saluto e quest'altra metà oltrepassa la prima, nelle due orazioni principali della Chiesa cristiana: Sia santificato il tuo nome, Ti saluto, o Maria.
12
E' certo che otterranno ciò che chiedono, ma, ottenutolo, lo riconosceranno? Farebbero meglio dunque, per quanto è possibile, a limitarsi alla lode e al saluto. Essi invocano la salute, ottengono la malattia; ma è la stessa cosa: infatti chiedono un bene, ricevono un bene.
13
Chiedono cose terrestri e vien loro donato il corrispettivo in cose celesti. Dovrebbero chiedere vagamente, prudentemente, soprannaturalmente.
14
Vagamente, per dedurne una interpretazione misericordiosa; prudentemente, perché le loro parole hanno un potere inimmaginabile; soprannaturalmente, perché quelle preghiere non saranno suscettibili di trasformazione (come la malattia per la salute). Le preghiere della Messa hanno questo triplice carattere.
15
Le domande dell'orazione domenicale sono d'una ambiguità esemplare; sembrano precise, son vaghe. Dacci il nostro pane. Quale pane? Il pane dei fornai? quello spirituale? Tu chiedi il nutrimento, e non sai se si tratta di cibo nel senso letterale o simbolico o dell'uno e l'altro insieme, ma chiedi il nutrimento, che è la vita, e la vita non ti può essere negata (Io sono la vita. Ogni cosa che chiederai nel nome mio...). Non ci inganniamo che chiedendo la morte. La tua preghiera è dunque prudente. Ed è anche vaga e soprannaturale.
16
Perdona come noi perdoniamo. Pensaci due volte. Tu chiedi e, al tempo stesso, ti leghi. Parli in modo soprannaturale e con apparente contraddizione, perché ti obietteranno che l'uomo non perdona. (Queste parole sono una pietra sulla via dei ciechi; bisogna che vi urtino).
17
Un uomo è in pericolo quando prega; lo è anche se prega distrattamente; perché vi sono delle parole che non si possono pronunciare invano. Egli prega come se pregasse invano, ma nulla è vano, se non l'idea che ci si fa del cielo. Ciò che l'uomo dice pregando è magico.
18
La potenza d'una religione consiste nella sua magia. Le altre religioni hanno tenuta segreta la loro magia, non l'hanno confidato che ai loro iniziati; la religione cristiana ha rivelato a tutti quella cosa di cui le religioni pagane avrebbero fatto un mistero. Essa ha iniziato tutti ed iniziando tutti ha tenuto più segreta la propria dottrina che se l'avesse consegnata a libri indecifrabili, nascosti sotto una pietra, in fondo a un tempio inaccessibile. Un segreto non è mai tanto bene custodito, come quando si trova esposto sotto gli occhi di tutti; allora perde le sue qualità, e il mondo che è attirato da ciò che è misterioso, abbandona la cosa resa pubblica, non si dà pensiero d'approfondirla e dimentica ciò che ne sa.
19
I cattolici vivono in mezzo al segreto e non ne sanno nulla. Essi sono assorbiti dal mondo, ciò che li occupa è il mondo. I loro sforzi tendono a conoscere il mondo e a conformarsi al mondo cosi strettamente, tanto da credersi che ne facciano parte; ma il più ignorante di loro possiede una scienza più profonda, più pura e più essenziale di tutta la scienza profana e delle sue ricerche e delle sue bizzarrie. Ciò bisognerebbe che lo sapesse; invece non ne sa nulla: qui la sua vera ignoranza.
20
Il massimo dell'abilità consiste nell'ingannare gli stessi iniziati, nel far creder loro che non sono iniziati o che sono iniziati a cose di poco conto. Il massimo dell'abilità è di dare al mistero un'apparenza comune, di far si che il mondo sbadigli dalla noia nel sentirsi annunziare una cosa che lo riguarda a tal punto, che un tempo, al tempo delle profezie, sarebbe morto per il dolore di non conoscerla.
21
Se la verità cattolica avesse un aspetto strano, non mancherebbe di zelatori che per lei si farebbero tagliare a pezzi, ma ci siamo talmente abituati alla sua fisionomia, che non c'interessa più; perciò corriamo incontro a cose che ci sembrano più nuove e più curiose. Eppure essa è molto più meravigliosa di tutti gli errori di cui si rimpinzano i filosofi.
22
L'abitudine ha ragione d'ogni cosa. Se la testa della Gorgogna fosse appesa nel centro di Parigi, i francesi finirebbero per abituarsi a vederla. Essa ne pietrificherebbe qualcuno, ma i più si abituerebbero a guardare quell'orribile faccia senza sentirne spavento né provare alcuna specie di malessere.
23
Se il cattolicesimo non ti commuove, se non ti spaventi per ciò che dice e per l'autorità che gli è data per dirlo, ringraziane il cielo, o incolpane la tua immaginazione debole, il tuo cuore inaccessibile.
(Julien Green)
Fonte: "Svegliarsi all'amore" di Julien Green, Edizioni Logos, dalla pag 27 alla pagina 34
Il buon ladrone, particolare della Crocifissione (1475) Antonello da Messina Museo des Beaux Arts, Aversa |
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