martedì 15 novembre 2011

... governa me che ti fui affidato dalla Pietà Celeste.- Abate Zaverio Peyron

In noi abbiamo un cuore che facilmente si affeziona e desidera quello che non è bene.
Abbiamo cinque sensi che, se non governati e mortificati, facilmente rovinano quella grazia di Dio che Gesù Cristo ci acquistò con tanta fatica e dolori.
Che cosa fa l’angelo custode?
Egli è destinato a governare questo nostro cuore, perché ami solo quello che è veramente amabile, governa i nostri sensi perché non abbiano a ricevere danni da tanti scandali che sono nel mondo.
Può accadere che le sue buone ispirazioni non siano ascoltate e allora ci governa con la correzione, come capitò a S. Francesca Romana che ricevette uno schiaffo dal suo angelo per non essersi mortificata, a tempo debito, su certi pensieri e discorsi.
Certi contrattempi, per noi anche gravi, non sono che causati dall’angelo custode per non lasciarci inoltrare su una via che sarebbe stata nociva per noi.
(fine)
(Abate Zaverio Peyron)
1) http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/10/angelo-di-dio-abate-zaverio-peyron.html
2)http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/10/che-sei-il-mio-custode-abate-zaverio.html
3) http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/10/illumina-abate-zaverio-peyron.html
4) http://leggoerifletto.blogspot.com/2011/11/custodisci-reggi-abate-zaverio-peyron.html


Prima domenica di ottobre, la Chiesa celebra gli angeli custodi e il Papa ai fedeli radunati in piazza San Pietro spiega che esistono gli angeli, e che un angelo custode accompagna ogni uomo dalla nascita alla morte, perché Dio ama ogni persona nella sua unicità e la protegge incessantemente. "Cari amici - dice - il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell'umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali "Custodi", cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall'inizio fino all'ora della morte - aggiunge - la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona alla Madonna, alleata dell'umanità nella lotta affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio".
La Bibbia ne parla poco ma Gesù li cita spesso, e gli angeli sono invocati dai cristiani già dai primi tempi del cristianesimo. Il concetto di angelo custode è sorto nel cristianesimo attorno al V secolo, ma l'idea di uno spirito inviato dalla divinità a sorvegliare su ogni singolo essere umano era presente già nella filosofia greca.
Giovanni Paolo II, che nel suo libro «Alzatevi, andiamo» raccontava come fin da bambino si sia affidato all'angelo custode, recitando la preghiera tradizionale con fiducia e certo della protezione del suo angelo custode, nel 1986 dedicò alcune udienze generali a spiegare ai fedeli chi siano gli angeli.
Benedetto XVI, quando durante le vacanze in Val d'Aosta del 2009 cadde fratturandosi un polso, commentò: "Purtroppo il mio angelo custode non ha impedito il mio infortunio, certamente per ordine superiore; forse il Signore voleva insegnarmi più pazienza e più umiltà per darmi più tempo per la preghiera e la meditazione".
Padre Alessio un giorno si avvicinò a Padre Pio con delle lettere in mano per chiedergli delle cose e il Padre gli disse brusco: "Uagliò, non vedi che ho da fare? Lasciami in pace". Rimase male. Si ritirò in disparte mortificato. Padre Pio se ne accorse e dopo un pò lo chiamo e gli disse: "Non hai visto tutti quegli Angeli che erano qui intorno? Erano Angeli Custodi dei miei figli spirituali che venivano a portarmi i loro messaggi. Dovevo dare loro le risposte da riferire".

"Gli angeli sono, per così dire, i pensieri di Dio rivolti a noi, che, in quanto pensieri divini, non sono solo idee, ma realtà, persone. L'angelo incarna e concretizza la sollecitudine di Dio per ogni uomo. Il mio angelo custode non è nient'altro che espressione del fatto ch'io sono conosciuto, amato e seguito in maniera del tutto personale da Dio, è il pensiero d'amore che Dio nutre per me, che mi circonda e mi guida in ogni istante." (da Famiglia Cristiana, anni 1970; citato in Renata Maderna, Quando Ratzinger scriveva per il nostro giornale, Famiglia Cristiana, n. 18, 1° maggio 2005).

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