venerdì 22 novembre 2013

Atto di confidenza in Dio - Beato Claudio de la Colombiére S. J. -

Mio Signore e Dio,
io sono così convinto che Tu hai cura di tutti quelli che sperano in Te
e che niente può mancare a coloro che aspettano tutto da Te,
che ho deciso, per l'avvenire, di vivere senza alcuna preoccupazione
e di riversare su di Te ogni mia inquietudine.
Gli uomini possono spogliarmi di tutti i beni e del mio stesso onore;
le malattie possono privarmi delle forze e dei mezzi per servirti;
col peccato posso perdere perfino la tua grazia,
ma non perderò mai e poi mai la mia fiducia in Te.
La conserverò fino all'estremo della mia vita
e il demonio, con tutti i suoi sforzi, non riuscirà mai a strapparmela.
Gli altri aspettino pure la loro felicità dalle ricchezze e dal loro ingegno;
facciano anche affidamento sulla innocenza della loro vita,
sui rigori delle loro penitenze,
sulla quantità delle loro opere buone o sul fervore delle loro preghiere;
per me tutta la mia confidenza è la mia stessa confidenza;
confidenza che non ha mai ingannato nessuno.
Ecco perché ho l'assoluta certezza di essere eternamente felice,
perché ho l'incrollabile fiducia di esserlo e perché lo spero unicamente da Te.
Per mia triste esperienza
devo purtroppo riconoscere di essere debole e incostante;
so quanto le tentazioni possono contro le virtù più affermate;
eppure nulla, finché conserverò questa ferma fiducia in Te, potrà spaventarmi;
starò al riparo da ogni disgrazia e sarò certo di continuare a sperare,
perché spero questa stessa immutabile speranza.
Infine, mio Dio,
sono intimamente persuaso
che non sarà mai troppa la fiducia che ho in te
e che ciò che otterrò da Te,
sarà sempre al di sopra di ciò che avrò sperato.
Spero anche, Signore,
che tu mi sorreggerai nelle facili debolezze;
mi sosterrai negli assalti più violenti;
che farai trionfare la mia fiacchezza
sopra i miei più temuti nemici.
Ho tanta fiducia che Tu mi amerai sempre
e che anch'io, a mia volta, ti amerò per sempre.
E per portare al più alto grado questa mia fiducia,
o mio Creatore,
io spero Te e da Te stesso,
per il tempo e per l'eternità.  Amen.


(Beato Claudio de la Colombiére S. J.)


Nella foto: Claude la Colombière, conosciuto anche come Claudius de la Columbière (1641-1682) gesuita e scrittore francese,  propagatore della devozione al Sacro Cuore di Gesù. Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato santo nel 1992.



Santa Maria, Madre di Dio,
conservami un cuore di fanciullo,
puro e limpido come sorgente.

Ottienimi un cuore semplice,
che non si ripieghi sulle proprie tristezze;
un cuore generoso nel donarsi,
pieno di tenera compassione;
un cuore fedele e aperto,
che non dimentichi alcun bene,
e non serbi rancore di alcun male.

Creami un cuore dolce e umile,
che ami senza esigere d'essere riamato,
felice di sparire in altri cuori
sacrificandosi davanti al tuo Figlio divino.

Un cuore grande e indomabile,
che nessuna ingratitudine possa chiuderlo
e nessuna indifferenza stancare.

Un cuore tormentato
dalla gloria di Gesù Cristo,
con piaga che non rimargini se non in cielo.

Padre de Grandmaison



L’amore cristiano è quanto mai esigente poiché sgorga dall’amore totale di Cristo per noi: quell’amore che ci reclama, ci accoglie, ci abbraccia, ci sostiene, sino a tormentarci, poiché costringe ciascuno a non vivere più per se stesso, chiuso nel proprio egoismo, ma per “Colui che è morto e risorto per noi” (cfr 2Cor 5,15). 
L’amore di Cristo ci fa essere in Lui quella creatura nuova (cfr 2Cor 5,17) che entra a far parte del suo Corpo mistico che è la Chiesa. 



Papa Benedetto XVI


"Una sera, anzi una notte, mentre ero in attesa del sonno che tardava ad arrivare, mi sono seduto in un campo, ascoltando la conversazione tranquilla di alcuni agricoltori vicini.
Parlavano di cose molto semplici, anche se nessuna di esse era grossolana o frivola come accade in altre classi sociali. I nostri contadini parlano raramente e quando lo fanno è per dire qualche cosa di necessario, sensibile, e, a volte, di saggio.
Alla fine essi tacquero, come se la maestà serena e solenne della notte, senza luna ma brulicante di stelle, aveva fatto scendere un misterioso incantesimo su quelle anime semplici .
Rompendo il silenzio, ma non l'incantesimo, la voce rustica di un corpulento, tarchiato contadino, che giaceva disteso sul prato, con gli occhi fissi alle stelle, esclamò, quasi come se stesse obbedendo ad una profonda ispirazione: "Come sono belle! Eppure alcuni dicono che Dio non esiste."

L'ho ripetuta a me stesso molte volte da allora, la frase di quel vecchio contadino del luogo. Dopo mesi di arido studio, quella frase toccò la mia mente e il mio cuore in modo così vivido che ancora adesso mi ricordo di quella semplice scena come se fosse ieri.

Quel contadino umbro non sapeva nemmeno leggere, ma nel suo cuore, tutelato da una vita onesta e laboriosa, c'era un piccolo angolo in cui la luce di Dio scese con potenza non molto inferiore a quella dei profeti e forse superiore a quella dei filosofi".


-  Enrico Fermi - 



Buona giornata a tutti :-)