martedì 7 dicembre 2021

Dissétati prima all'Antico Testamento.... - Sant'Ambrogio

Dissétati prima all'Antico Testamento, per poter bere quindi dal Nuovo.

Se non berrai al primo, non potrai bere al secondo.
Bevi al primo per alleviare la tua sete, bevi al secondo per dissetarti appieno. [...]
Bevi l'uno e l'altro calice, quello dell'Antico e quello del Nuovo Testamento, perché in ambedue bevi Cristo.
Bevi Cristo che è la vite (Gv 15,1), bevi Cristo che è la pietra da cui scaturì l'acqua (1 Cor 10,3).
Bevi Cristo che è la fonte della vita (Sal 36,10); bevi Cristo perché egli è "il fiume che allieta la città di Dio (Sal 45,5); bevi Cristo che è la pace (Ef 2,14); bevi Cristo perché "fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Gv 7,38).
Bevi Cristo per dissetarti col sangue da cui sei stato redento; bevi Cristo, bevi la sua parola: sua parola è l'Antico e il Nuovo Testamento.
Si beve la sacra Scrittura, anzi la si devora, quando fluisce nell'anima e le dà vigore la linfa del Verbo eterno.
Infine, "non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Dt 8,3; Mt 4,4).
Bevi questa parola, ma bevila nell'ordine in cui essa procede: prima nell'Antico Testamento, poi nel Nuovo.
Egli dice infatti quasi con premura : "Popolo che cammini nelle tenebre, vedi questa grande luce; su di te che abiti in terra tenebrosa, una luce rifulge" (Is 9,2 LXX).
Bevi subito dunque, perché su di te splenda una gran luce: non la luce comune, quella del giorno, del sole o della luna, ma la luce che dissipa l'ombra della morte.

Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa
Commento sui salmi, 1, 33, CSEL 64, 28-30


O Signore, prendi questo cuore di pietra e donami un cuore umano; 
un cuore che ti ama, un cuore per rallegrarmi in te"

(S. Ambrogio)



Deposizione di sant’Ambrogio, Vescovo di Milano, Confessore e Dottore della Chiesa.

«Agì con saggezza Elena, che ha posto la croce sulla testa dei re, affinché nei re sia adorata la croce di Cristo. Questa non è superbia, ma devozione, perché si rende omaggio alla redenzione santa. Prezioso è dunque un tale timone dell’Impero Romano, che governa il mondo intero e riveste la fronte dei Principi, affinché siano banditori della fede quelli che solevano perseguitarla. Giustamente il timone sta sul capo, perché, dove ha sede l’intelligenza, ivi sia la tutela. Sul capo la corona, nelle mani le briglie: la corona è formata dalla croce, perché risplenda la fede; anche le briglie sono formate dalla croce, affinché l’autorità governi usando una giusta moderazione, non un’imposizione ingiusta. Anche i Principi per concessione della generosità di Cristo ottengano che, ad imitazione del Signore, si dica dell’Imperatore Romano: “Hai posto sul suo capo una corona di pietre preziose” (Ps. XX, 3). [...] Domando però: per quale motivo “una cosa santa sul morso” (Cfr. Zac. XIV, 20), se non perché frenasse l’arroganza degli Imperatori, reprimesse la dissolutezza dei tiranni, che, come cavalli, nitrivano smaniosi di piaceri, perché potevano impunemente commettere adulteri? Quali turpitudini conosciamo dei Neroni e dei Caligola e di tutti gli altri che non ebbero una cosa santa sul morso! [...] Il potere, infatti, si abbandona senza ritegno al vizio e, come bestie, i sovrani si contaminavano in sfrenate libidini e ignoravano Dio. La croce del Signore li frenò e li distolse dalle cadute dell’empietà, fece loro alzare gli occhi perché cercassero in cielo Cristo. Deposero la museruola dell’incredulità, accolsero il morso della devozione e della fede».

(S. Ambrosius, De obitu Theodosii, 48, 50, PL 1402B-1403A)




Buona giornata a tutti :-)