venerdì 5 novembre 2021

Un fuoco acceso

Un giorno, un tale si avvicinò a Gesù e gli disse:

« Maestro, tutti noi sappiamo che tu vieni da Dio e insegni la via della verità. Ma devo proprio dirti che i tuoi seguaci, quelli che chiami i tuoi "Apostoli" o la tua comunità, non mi piacciono per niente. 
Ho notato che non si distinguono molto dagli altri uomini.
Ultimamente, ho fatto una solenne litigata con uno di essi.

E poi, lo sanno tutti che i tuoi discepoli non vanno sempre d'amore e d' accordo.

Ne conosco uno che fa certi " traffici " poco puliti...
Voglio perciò farti una domanda molto franca: è possibile essere dei tuoi, senza avere niente a che fare con i tuoi cosiddetti "Apostoli" ?
Io vorrei seguirti ed essere "cristiano" (se mi passi la parola!), ma senza la comunità, senza la "Chiesa", senza tutti questi "Apostoli" ! »
Gesù lo guardò con dolcezza ed attenzione, e gli disse :

«Ascolta , ti racconterò una storia…

C'erano una volta alcuni uomini, che si erano seduti a chiacchierare insieme.
Quando la notte li coprì con il suo nero manto, fecero una bella catasta di legna ed accesero il fuoco.
Se ne stavano seduti ben stretti, mentre il fuoco li scaldava e il bagliore della fiamma illuminava i loro volti.
Ma uno di loro, ad un certo punto, non volle più rimanere con gli altri e se ne andò per conto suo, tutto solo.
Si prese un tizzone ardente dal falò e andò a sedersi lontano dagli altri.
Il suo pezzo di legno in principio brillava e scaldava.
Ma non ci volle molto a illanguidire e spegnersi.
L'uomo, che sedeva da solo, fu inghiottito dall'oscurità e dal gelo della notte.
Ci pensò un momento, poi si alzò, prese il suo pezzo di legno e lo riportò nella catasta dei suoi compagni.
Il pezzo di legno si riaccese immediatamente e divampò di fuoco nuovo. L'uomo si sedette nuovamente nel cerchio degli altri.
Si scaldò, e il bagliore della fiamma illuminava il suo volto »

Sorridendo, Gesù aggiunse:

«Chi mi appartiene sta vicino al fuoco, insieme ai miei amici.

Perché io sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e ciò che desidero di più è vederlo divampare! »

È proprio questo, la "Chiesa": la garanzia di stare vicino al "fuoco"!
Il rischio è che la vita venga inghiottita dall'oscurità e dal gelo di questo mondo.





Esistere significa "poter scegliere"; anzi, essere possibilità. 
Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell'uomo. 
La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. 
Infatti egli si trova sempre di fronte all'alternativa di una "possibilità che sí" e di una "possibilità che no" senza possedere alcun criterio di scelta. 
E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell'altro.

Søren Kierkegaard



"L’invidioso vuole sempre salire, prevalere nell’ imporre i suoi gusti, avere il sopravvento sugli altri, il santo, al contrario, vuole sempre scendere, accetta e sopporta tutto tacendo e perdonando. 
Così l’invidioso, il permaloso, il puntiglioso scende sempre più nelle miserie, il santo, invece, sale sempre più verso la santità di Dio".

Santo curato d'Ars




“Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone"
(Eb. 10,24)



Buona giornata a tutti :-)