Perchè tu possa ascoltarmi
le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.
Così si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.
Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
perchè tu le ascolti come voglio essere ascoltato.
Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.
Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.
E io le intreccio tutte in una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.
- Pablo Neruda -
- Friedrich Nietzsche -
Non t'amo come se
fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani
che propagano il fuoco:
t'amo come si amano
certe cose oscure,
segretamente, tra
l'ombra e l'anima.
T'amo come la pianta
che non fiorisce e reca
dentro di sé,
nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore
vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma
che ascese dalla terra.
T'amo senza sapere
come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente
senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché
non so amare altrimenti
che così, in questo
modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la
tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si
chiudono i tuoi occhi col mio sonno.