Devozione della Chiesa per Maria
La Liturgia nel corso dell'anno ci ha mostrato più volte che Gesù e Maria sono
così uniti nel piano divino della Redenzione che si incontrano sempre insieme
ed è impossibile separarli sia nel culto pubblico che nella divozione privata.
La Chiesa, che proclama Maria Mediatrice di tutte le grazie, la invoca continuamente
per ottenere i frutti della Redenzione che con il Figlio ha acquistati.
Comincia sempre l'anno liturgico col tempo di Avvento, che è un vero mese di
Maria, invita i fedeli a consacrarle il mese di maggio, ha disposto che il mese
di ottobre sia il mese del Rosario e le feste di Maria nel Calendario Liturgico
sono così numerose che non passa un giorno solo dell'anno, senza che Maria in
qualche luogo della terra sia festeggiata sotto un titolo o sotto un altro,
dalla Chiesa universale, da una diocesi o da un Ordine religioso.
La festa del Rosario
La Chiesa riassume nella festa di oggi tutte le solennità dell'anno e, con i misteri di Gesù e della Madre sua, compone come un'immensa ghirlanda per unirci a questi misteri e farceli vivere e una triplice corona, che posa sulla testa di Colei, che il Cristo Re ha incoronata Regina e Signora dell'universo, nel giorno dei suo ingresso in cielo.
Misteri di gioia che ci riparlano dell'Annunciazione, della Visitazione, della Natività, della Purificazione di Maria, di Gesù ritrovato nel tempio; Misteri di dolore, dell'agonia, della flagellazione, della coronazione di spine, della croce sulle spalle piagate e della crocifissione; Misteri di gloria, cioè della Risurrezione, dell'Ascensione del Salvatore, della Pentecoste, dell'Assunzione e dell'incoronazione della Madre di Dio. Ecco il Rosario di Maria.
La Festa del Rosario - Albrecht Dürer, 1506, Národní Galerie di Praga.
Storia della festa
La festa del Rosario fu istituita da san Pio V, in ricordo della vittoria
riportata a Lepanto sui Turchi. E', cosa nota come nel secolo XVI dopo avere
occupato Costantinopoli, Belgrado e Rodi, i Maomettani minacciassero l'intera
cristianità.
Il Papa san Pio V, alleato con il re di Spagna Filippo II e la
Repubblica di Venezia, dichiarò la guerra e Don Giovanni d'Austria, comandante
della flotta, ebbe l'ordine di dar battaglia il più presto possibile. Saputo
che la flotta turca era nel golfo di Lepanto, l'attaccò il 7 ottobre dei 1571
presso le isole Echinadi.
Nel mondo intero le confraternite del Rosario
pregavano intanto con fiducia.
I soldati di Don Giovanni d'Austria implorarono
il soccorso del cielo in ginocchio e poi, sebbene inferiori per numero,
cominciarono la lotta.
Dopo 4 ore di battaglia spaventosa, di 300 vascelli
nemici solo 40 poterono fuggire e gli altri erano colati a picco mentre 40.000 turchi
erano morti. L'Europa era salva.
Nell'istante stesso in cui seguivano gli avvenimenti, San Pio V aveva la
visione della vittoria, si inginocchiava per ringraziare il cielo e ordinava
per il 7 ottobre di ogni anno una festa in onore della Vergine delle Vittorie,
titolo cambiato poi da Gregorio XIII in quello di Madonna del Rosario.
Il Rosario
L'uso di recitare Pater e Ave Maria risale a tempi remotissimi, ma la preghiera
meditata del Rosario come noi l'abbiamo oggi è attribuita a san Domenico.
E'
perlomeno certo che egli molto lavorò con i suoi religiosi per la propagazione
del Rosario e che ne fece l'arma principale nella lotta contro gli eretici
Albigesi, che nel secolo XIII infestavano il sud della Francia.
La pia pratica tende a far rivivere nell'anima nostra i misteri della nostra
salvezza, mentre con la loro meditazione si accompagna la recita di decine di
Ave Maria, precedute dal Pater e seguite dal Gloria Patri.
A prima vista la
recita di molte Ave Maria può parere cosa monotona, ma con un poco di
attenzione e di abitudine, la meditazione, sempre nuova e più approfondita, dei
misteri della nostra salvezza, porta grandiosità e varietà. D'altra parte si
può dire che nel Rosario si trova tutta la religione e come la somma di tutto
il cristianesimo.
Il Rosario è una somma di fede: riassunto cioè delle verità che noi dobbiamo
credere, che ci presenta sotto forma sensibile e vivente. Le espone unendovi la
preghiera, che ottiene la grazia per meglio comprenderle e gustarle.
Il Rosario è una somma di morale: Tutta la morale si riassume nel seguire e
imitare Colui, che è " la Via, la Verità, la Vita " e con la
preghiera dei Rosario noi otteniamo da Maria la grazia e la forza di imitare il
suo divino Figliolo.
Il Rosario è una somma di culto: Unendoci a Cristo nei misteri meditati, diamo
al Padre l'adorazione in spirito e verità, che Egli da noi attende e ci uniamo
a Gesù e Maria per chiedere, con loro e per mezzo loro, le grazie delle quali
abbiamo bisogno.
Il Rosario sviluppa le virtù teologali e ci offre il mezzo di irrobustire la
nostra carità, fortificando le virtù della speranza e della fede, perché
"con la meditazione frequente di questi misteri l'anima si infiamma di
amore e di riconoscenza di fronte alle prove di amore che Dio ci ha date e
desidera con ardore le ricompense celesti, che Cristo ha conquistate per quelli
che saranno uniti a Lui, imitando i suoi esempi e partecipando ai suoi dolori.
In questa forma di orazione la preghiera si esprime con parole, che vengono da
Dio stesso, dall'Arcangelo Gabriele e dalla Chiesa ed è piena di lodi e di
domande salutari, mentre si rinnova e si prolunga in ordine, determinato e
vario nello stesso tempo, e produce frutti di pietà sempre dolci e sempre
nuovi" (Enciclica Octobri mense del 22 settembre 1891).
Il Rosario unisce le nostre preghiere a quelle di Maria nostra Madre.
"Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi poveri peccatori".
Ripetiamo con rispetto il saluto dell'Angelo e umilmente aggiungiamo la
supplica della confidenza filiale. Se la divinità, anche se incarnata e fatta
uomo, resta capace di incutere timore, quale timore potremmo avere di questa
donna della stessa nostra natura, che ha in eterno il compito di comunicare
alle creature le ricchezze e le misericordie dell'Altissimo? Confidenza
filiale. Sì, perché l'onnipotenza di Maria viene dal fatto di essere Madre di
Gesù, l'Onnipotente, e ha diritto alla nostra confidenza, perché è nello stesso
tempo nostra Madre, non solo in virtù del testamento dettato da Gesù sulla
Croce, quando disse a Giovanni: "Ecco tua Madre", e a Maria:
"Ecco tuo figlio", ma ancora perché nell'istante dell'Incarnazione,
la Vergine concepì, insieme con Gesù, tutta l'umanità, che egli incorporava a
sè.
Membri del Corpo mistico di cui Cristo è il capo, siamo stati formati con Gesù
nel seno materno della Vergine Maria e vi restiamo fino al giorno della nostra
nascita alla vita eterna.
Maternità spirituale, ma vera, che ci mette con la Madre in rapporti di
dipendenza e di intimità profondi, rapporti di bambino nel seno della Madre.
Qui è il segreto della nostra devozione per Maria: è nostra Madre e come tale
sappiamo di poter tutto chiedere al suo amore, perché siamo suoi figli!
Ma, se la madre, appunto perché madre, pensa necessariamente ai suoi figli, i
figli, per l'età, sono facili a distrarsi e il Rosario è lo strumento benedetto
che conserva la nostra intimità con Maria e ci fa penetrare sempre più
profondamente nel suo cuore.
Strumento divino il Rosario che la Vergine porta in tutte le sue apparizioni da
un secolo in qua e che non cessa di raccomandare. Strumento della devozione
cattolica per eccellenza, in cui l'umile donna senza istruzione e il sapiente
teologo sono a loro agio, perché vi trovano il cammino luminoso e splendido, la
via mariana, che conduce a Cristo e, per Cristo, al Padre.
Così considerato il Rosario realizza tutte le condizioni di una preghiera
efficace, ci fa vivere nell'intimità di Maria e, essendo essa Mediatrice, suo
compito è di condurci a Dio, di portare le nostre preghiere fino al cuore di
Dio. Per Maria diciamo i Pater, che inquadrano le decine di Ave Maria, e,
siccome quella è la preghiera di Cristo e contiene tutto ciò che Dio volle che
noi gli chiedessimo, noi siamo sicuri di essere esauditi.
Messaggio di gioia
Questo messaggio è un messaggio di gioia. La gioia mancava nel mondo da molto
tempo: era sparita dopo il primo peccato. Tutta l'economia dell'Antico
Testamento e tutta la storia dell'umanità portavano un velo di tristezza,
perché era continuamente presente all'uomo la coscienza di una inimicizia nei
suoi rapporti con Dio, che doveva ancora essere espiata. Il messaggio è
preceduto da un saluto pieno di gioia e da una parola pacifica, carezzevole:
Ave. Questo Ave, primo elemento del messaggio, detto una volta verrà poi
ripetuto per l'eternità.
La fede di Maria
La fede di Maria fu perfetta e non dubitò della verità divina neppure nel
momento in cui chiedeva all'Angelo come si poteva compiere il messaggio.
Gabriele rivelò il modo verginale della concezione promessa, sollecitando il
consenso della Vergine per l'unione ipostatica, perché, per l'onore della
Vergine e per l'onore della natura umana, Dio voleva avere da Maria il posto
che avrebbe occupato nella sua creazione. E allora fu pronunziata con libertà e
con consapevolezza la parola, che farà eco fino all'eternità: "Io sono
l'umile ancella dei Signore: sia fatto secondo la sua volontà" (Dom
Delatte: Opere citate).
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1150-1156
Madonna del Rosario - Lorenzo Lotto - 1539
Preghiera alla Vergine del Rosario
Ti benedico per la luce dolcissima che hai portato sulla terra.
O Signora di ogni gioia, insegnaci le virtù che danno la pace ai cuori e, su questa terra, dove il dolore abbonda, fa che i figli camminino nella luce di Dio affinché, la loro mano nella tua mano materna, possano raggiungere e possedere pienamente la meta cui il tuo cuore li chiama, il Figlio del tuo amore, il Signore Gesù.
Ti saluto, o Maria, Madre del dolore, nel mistero dell'amore più grande, nella Passione e nella morte del mio Signore Gesù Cristo e, unendo le mie lacrime alle tue, vorrei amarti in modo che il mio cuore, ferito come il tuo dai chiodi che hanno straziato il mio Salvatore, sanguinasse come sanguinano quelli del Figlio e della Madre.
O Signora di ogni gioia, insegnaci le virtù che danno la pace ai cuori e, su questa terra, dove il dolore abbonda, fa che i figli camminino nella luce di Dio affinché, la loro mano nella tua mano materna, possano raggiungere e possedere pienamente la meta cui il tuo cuore li chiama, il Figlio del tuo amore, il Signore Gesù.
Ti saluto, o Maria, Madre del dolore, nel mistero dell'amore più grande, nella Passione e nella morte del mio Signore Gesù Cristo e, unendo le mie lacrime alle tue, vorrei amarti in modo che il mio cuore, ferito come il tuo dai chiodi che hanno straziato il mio Salvatore, sanguinasse come sanguinano quelli del Figlio e della Madre.
Ti benedico, o Madre del Redentore e Corredentrice, nel
purpureo splendore dell'Amore crocifisso, ti benedico per il sacrificio,
accettato al tempio ed ora consumato con l'offerta alla giustizia di Dio del
Figlio della tua tenerezza e della tua verginità, in olocausto perfetto.
Ti benedico, perché il sangue prezioso che ora cola per lavare i peccati degli uomini, ebbe la sua sorgente nel tuo Cuore purissimo.
Ti benedico, perché il sangue prezioso che ora cola per lavare i peccati degli uomini, ebbe la sua sorgente nel tuo Cuore purissimo.
Ti supplico, o Madre mia,
di condurmi alle vette dall'amore che solo l'unione più intima alla Passione e
alla morte dell'amato Signore può far raggiungere.
Ti saluto, Maria, nella gloria della tua Regalità.
Ti saluto, Maria, nella gloria della tua Regalità.
Il dolore della terra ha
ceduto il posto a delizie infinite e la porpora sanguinante ti ha tessuto il
manto meraviglioso, che si addice alla Madre dei Re dei re e alla Regina degli
Angeli.
Permetti che levi i miei occhi verso di te durante lo splendore dei
tuoi trionfi, o mia amabile Sovrana, e diranno i miei occhi, meglio di
qualsiasi parola, l'amore del figlio il desiderio di contemplarti con Gesù
nell'eternità, perché tu se!, Bella, perché sei Buona, o Clemente, o Pia, o
Dolce Vergine Maria!