Il mio figlioletto inizia oggi la scuola: per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po' e desidero che sia trattato con delicatezza.E' un'avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti, un'avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore.Vivere questa vita richiederà fede, amore, coraggio.
Dovrà imparare, lo so, che non tutti gli uomini sono
giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri.
Però gli insegni anche che per ogni delinquente, c’è un eroe; che per ogni
politico egoista c’è un leader scrupoloso… Gli insegni che per ogni nemico c’è un amico, cerchi di
tenerlo lontano dall’invidia, se ci riesce, e gli insegni il segreto di una risata discreta. Gli faccia imparare subito che i bulli sono i primi ad essere sconfitti…. Se può, gli trasmetta la meraviglia dei libri….
Ma gli lasci anche il tempo tranquillo per ponderare l’eterno mistero degli
uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.
Gli insegni che a scuola è molto più onorevole sbagliare piuttosto che
imbrogliare…
Gli insegni ad avere fiducia nelle proprie idee, anche se tutti gli dicono che
sta sbagliando…
Gli insegni ad essere gentile con le persone gentili e rude con i rudi.
Cerchi di dare a mio figlio la forza per non seguire la massa, anche se tutti
saltano sul carro del vincitore…
Gli insegni a dare ascolto a tutti gli uomini, ma gli insegni anche a filtrare
ciò che ascolta col setaccio della verità, trattenendo solo il buono che vi
passa attraverso.
Gli insegni, se può, come ridere quando è triste.
Gli insegni che non c’è vergogna nelle lacrime.
Gli insegni a schernire i cinici ed a guardarsi dall’eccessiva dolcezza.
Gli insegni a vendere la sua merce al miglior offerente, ma a non dare mai un
prezzo al proprio cuore e alla propria anima.
Gli insegni a non dare ascolto alla gentaglia urlante e ad alzarsi e
combattere, se è nel giusto.
Lo tratti con gentilezza, ma non lo coccoli, perché solo attraverso la prova
del fuoco si fa un buon acciaio.
Lasci che abbia il coraggio di essere impaziente.
Lasci che abbia la pazienza per essere coraggioso.
Gli insegni sempre ad avere una sublime fiducia in sé stesso, perché solo
allora avrà una sublime fiducia nel genere umano.
So che la richiesta è grande, ma veda cosa può fare…
È un così caro ragazzo, mio figlio!
- Abraham Lincoln -
La lettera che, attribuita, ad Abraham Lincoln venne scritta nel 1830 all'insegnante di suo figlio.
«Tutto ci dice che l’educazione è il fattore cruciale
per la riuscita di una comunità e dei nostri ragazzi. Allora perché
abbiamo totalmente abdicato a questa funzione?». Le ragioni sono due.
«Per un malefico paternalismo i genitori hanno voluto
risparmiare ai figli la fatica implicata nel vivere, ma così hanno spianato la
strada verso il nulla. Invece di lanciarli verso una meta ambiziosa,
corrispondente al loro cuore, hanno preferito evitargli la fatica della
salita».
Le conseguenze sono drammatiche, perché «i giovani
avvertono la sfiducia».
Il malinteso senso di protezione «è un giudizio
negativo sulle loro capacità di crescere ed essere se stessi, ed essi colgono
questo giudizio anche se resta implicito».
- don Julián Carrón -
Penso che per gli studenti sarebbe molto meglio partire dalla contemporaneità.
Si rimane sempre indietro di un secolo; nella scuola si vive
come dentro una specie di capsula senza collegamento con il tempo presente,
mancano i nessi.
- José Saramago -
«Mi spaventa un’Italia senza un ideale adeguato, un utilitarismo
perseguito senza alcun punto di fuga ideale. Questo non può durare».
don
Giussani del 1992
La passività dei giovani, il torpore che li avvolge ha
radici «nello scetticismo degli adulti che non propongono qualcosa per cui
valga la pena muoversi.
È difficile oggi trovare adulti che non siano scettici.
Come descrive Leopardi, la natura dell’uomo è non poter essere soddisfatto di
nulla: invece vengono offerte risposte facilone che non risvegliano tutta la
loro capacità».
C’è una seconda fonte di questa impostazione
educativa: il pensiero del Novecento che ha tolto all’uomo la
responsabilità delle proprie azioni.
«L’io è in balia di altro. Per Freud erano forze
psicologiche più grandi di lui, per il marxismo le colpe sociali, per il
darwinismo gli antecedenti biologici.
Il risultato è che l’io non c’è
più, un sasso travolto dalla corrente».
Ma se l’uomo è irriducibile ai suoi antecedenti biologici, antropologici e
sociali, c’è una speranza anche per le generazioni di oggi.
Non sono prigioniere del mondo che gli è stato creato
attorno. «Basta un minimo di rapporto con i ragazzi per scoprire che il loro io
c’è.
Capiscono benissimo. Non devono studiare legge per
capire che cosa è giusto. Il criterio per giudicare è nella loro natura di
uomini». E allora si riparte proprio da questo cuore, dal «punto
infiammato» di un io sepolto dal torpore, dalla noia, dalla mancanza di adulti
che proponga loro una sfida all’altezza delle loro attese.
- don Julián Carrón -
Chi dunque è in grado di risvegliare l’io dei giovani e
degli adulti? «È la sfida della nostra generazione, per qualsiasi
ambito»…..
«Non basta una lezione o un richiamo etico, occorre un
adulto che con la sua vita faccia interessare l’altro uomo alla sua vita e al
suo destino.
Solo un testimone può risvegliare le esigenze nascoste
dell’io, sfidare la ragione, il cuore, la libertà. Una proposta vivente che
suscita il personale impegno con se stessi, senza evitare la fatica personale
della verifica.
L’educazione non è convincere, plagiare, ma il rapporto
tra due libertà. Quando sono sfidati i ragazzi sono entusiasti. Il problema è
che nessuno li sfida».
(don Julián Carrón)
Buona giornata a tutti. :-)